Continuano le critiche sul possibile acquisto, da parte del comune di Capannori, di una vasta area attorno al lago della Gherardesca. L’operazione, già criticata dal gruppo Lega Capannori, porterà l’amministrazione comunale a sborsare più di 250mila euro: una spesa che la giunta Menesini ha definito vantaggiosa, ma che incontra i dubbi di buona parte dell’opposizione.
Anche Forza Italia, bocca del capogruppo in consiglio Matteo Scannerini e del coordinatore comunale Anthony Masini, ha espresso le proprie perplessità riguardo al progetto, non solo per l’impegno economico iniziale di tutto rispetto, ma anche nella prospettiva di un processo di riqualificazione che rischia di essere un vero e proprio salasso per le casse del comune della Piana.
Nella nota pubblicata da FI, si legge che sono più di 160mila i metri quadrati composti di terreno paludoso; dati peraltro estrapolati dall’ultimo rilievo, risalente ormai a più di dieci anni fa.
Senza considerare che le precedenti aste per il lotto sono andate deserte, il rischio è che i costi della manutenzione vanifichino il “basso” prezzo che Capannori dovrà affrontare nella tranche di acquisto: i dubbi crescono ogni giorno di più, ma la maggioranza sembra rigare dritto.
“Siamo dubbiosi sull'opportunità economica dell'operazione di acquisto dell'area di 509mila metri quadri, presso il lago della Gherardesca, da parte del comune di Capannori. Un'area valutata 853mila euro, di cui 600mila erogati dalla fondazione Cassa di Risparmio di Lucca. Ciò significa che il restante sarà a carico del bilancio comunale. Proporzionalmente parlando sembra un affare conveniente – rimarcano Scannerini e Masini – ma non è prudente, in questa fase storico-economica, rinunciare a più di 250mila euro per un'acquisizione simile, investibili in altri settori: uno su tutti, quello della manutenzione ordinaria del territorio. Il problema però non è solo questo. Gli immobili acquisiti necessitano, come si evince dalla relazione, di ristrutturazioni. 160mila metri quadri sono di terreno paludoso, che necessita di essere supervisionato nel tempo. Inoltre, tali rilievi risalgono al 2011, e ora siamo nel 2022: va da sé capire che la situazione si è in parte aggravata a causa dello stato di abbandono. Quello che ai consiglieri non è stato illustrato è il piano economico di risanamento. Non si è parlato di costi di manutenzione annuali e di ristrutturazione, al fine di poter aprire al pubblico il parco naturale. Questo sarà il peso maggiore che il nostro bilancio dovrà sopportare. Premesso inoltre che condividiamo l'analisi dei colleghi leghisti sul reale valore economico del bene rapportato ai dati di valore al metro quadro in caso di esproprio, viene da chiedersi come mai, se l'affare è così conveniente come si dice, tutte le aste, partite dal valore originale di 2milioni e 200mila euro, siano andate deserte. Anche questo fattore rappresenta senza dubbio un segnale sugli elevati costi che la totale riqualifica di tale area comporterebbe”.