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Scritto da Redazione
Piana
04 Aprile 2022

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I militari del comando provinciale di Lucca, su disposizione del gip del tribunale di Lucca, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura interdittiva e patrimoniale, all’esito di accurate e articolate indagini che hanno consentito di disvelare una frode fiscale di oltre 10 milioni di euro.

L’attività trae origine da una complessa investigazione svolta dagli specialisti del nucleo di polizia economico-finanziaria di Lucca, iniziata a fine 2020 a seguito di alcune anomalie riscontrate durante un’attività di verifica nei confronti di una società operante nella Piana di Lucca.

In particolare, dal preliminare esame della contabilità, unitamente alla consultazione delle banche dati in uso al corpo, erano sorti dei sospetti sulla veridicità dei rapporti fra la società sottoposta a verifica e alcuni fornitori susseguitesi negli anni, a partire, quantomeno, dal 2015.

Tali fornitori, infatti, presentavano tutte le caratteristiche di società “fantasma” (c.d. “cartiere”), ossia breve durata dell’attività, omessa presentazione delle dichiarazioni fiscali, assenza di versamenti di imposta, attività di vendita diretta esclusivamente o quasi verso un unico cliente, omessa conservazione e/o costituzione delle scritture contabili obbligatorie. Inoltre, diversi soggetti economici erano riconducibili alle medesime persone fisiche e avevano dichiarato il medesimo indirizzo come presunto luogo di esercizio dell’attività.

I preliminari esiti venivano, quindi, partecipati alla locale autorità giudiziaria, che coordinava le successive investigazioni effettuate anche attraverso intercettazioni telefoniche, perquisizioni, analisi dei sistemi informatici sequestrati, audizioni e accertamenti bancari, confermando i sospetti iniziali e portando a ipotizzare che l’amministratore della società lucchese, avvalendosi di altri due soggetti in qualità di amministratori occulti, attraverso la costituzione di dieci imprese “cartiere” i cui legali rappresentanti sono risultati dei meri prestanome, ha posto in essere un disegno illecito finalizzato all’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per frodare il fisco.

Dalle risultanze raccolte sembrerebbe che la società della piana di Lucca acquistava pallets usati, verosimilmente dal mercato nero, e, per mascherare la reale provenienza, faceva emettere dalle “cartiere” fatture false. L’impresa lucchese saldava tali acquisti mediante bonifici e tali provviste venivano immediatamente prelevate in contanti dagli amministratori prestanome, che consegnavano il denaro agli amministratori occulti i quali, a loro volta, provvedevano ad acquistare i pallets dal mercato nero. Il prelievo del contante ai bancomat di un amministratore occulto veniva anche ripreso con video e lo stesso veniva trovato in possesso di diversi bancomat e carte di credito intestate a società “cartiere” in cui lo stesso non rivestiva alcuna carica.

Al termine dei riscontri le fatture false sono state complessivamente quantificate in 10 milioni di euro, consentendo alla società lucchese di evadere al fisco Iva ed Ires per oltre 2 milioni e 200 mila euro.

Complessivamente sono state 16 le persone, a vario titolo, denunciate alla procura della repubblica di Lucca per associazione a delinquere finalizzata alla commissione di plurimi reati tributari commessi in un contesto illecito ben ideato e organizzato, nonché quattro le società segnalate per la responsabilità amministrativa dell’ente dipendente da reato.

Alla luce delle evidenze investigative raccolte, il gip del tribunale di Lucca, vista la richiesta avanzata dal sostituto procuratore della repubblica titolare delle indagini, ha emesso il provvedimento cautelare eseguito in questi giorni dalle fiamme gialle, con la notifica all’amministratore dell’unica impresa operativa dell’interdizione dall’esercizio di qualsiasi carica societaria, nonché con il sequestro di disponibilità bancarie.

L’operazione sviluppata dalla guardia di finanza testimonia l’impegno del corpo nell’azione di contrasto ai fenomeni illeciti economici e finanziari più gravi e insidiosi, integrando le funzioni di polizia economicofinanziaria con quelle di polizia giudiziaria e garantendo il perseguimento degli obiettivi di aggressione dei patrimoni dei soggetti che si sono indebitamente arricchiti.

Si precisa che la misura è stata applicata sulla scorta delle evidenze probatorie sinora acquisite, nell’ambito della fase delle indagini preliminari; pertanto, in attesa di giudizio definitivo, vale la presunzione di non colpevolezza

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