Paolo Rontani ex consigliere comunale dell’Udc, al fianco dei dipendenti comunali nella critica alla gestione del personale e delle indicazioni che ne regolano il lavoro.
“C’è un diffuso malcontento nel personale del comune di Capannori – si legge in una nota che abbiamo ricevuto - dovuto non solo a carenze organizzative, ma soprattutto a regole recenti ,espresse male. In particolare, con il nuovo regolamento dell'orario di lavoro, approvato dalla giunta Menesini nella delibera di quest’anno, risultano stabilite disposizioni a volte poco chiare e non proprio del tutto legittime. Un punto abbastanza discutibile si ritrocva nell’articolo 9 dove, a proposito di orario di lavoro e di servizio delle posizioni organizzative, si legge che, per queste figure l'ampia flessibilità del medesimo è legata al necessario e dovuto coordinamento con le esigenze degli organi politici. Naturale rimanere perplessi di fronte a tale affermazione. La gestione del personale non appartiene certo agli organi politici ma ai dirigenti e le posizioni organizzative non possono trovarsi con due capi, visto che il loro non è un incarico di partito”.
“Il punto peraltro più discutibile comunque – prosegue Rontani - si trova però nell’articolo 11, dove si affronta l’argomento ferie. Proprio su questo argomento infatti, non è possibile stabilire che, chi non rispetta <il termine indicato nell'attività di pianificazione, ricordando ai dipendenti la loro funzione di recupero psico-fisico, sono perse e non vengono monetizzate>.La nostra Costituzione riconosce nel diritto alle ferie una certezza imprescrittibile, inoltre perché scrivere le direttive in questo modo significa solo fare confusione”.
“Vorrei precisare meglio: è doveroso che le ferie vengano pianificate con regolarità – va avanti l’ex consigliere comunale Udc - ma occorre anche stabilire l'obbligo di un costante controllo del Settore Personale su possibili residui non fruiti e sulle situazioni che vi hanno inciso a monte, cercando di eliminare la causa. La vigente normativa, supportata da giurisprudenza indiscussa, prevede che il datore di lavoro deve comunicare e notificare al proprio dipendente numero delle ferie arretrate e termine entro cui fruirne. Solo se il lavoratore si rifiuta di provvedere, le ferie si perdono. Non è vero neanche che non vengono monetizzate. Se, infatti, il rapporto di lavoro si conclude e magari per flessibilità pretese, c'è rimasto qualche giorno di ferie non fruito, la legge ne consente la monetizzazione, diritto addirittura trasmissibile anche agli eredi, se il lavoratore muore prima della pensione”.
“Insomma, non si possono scrivere disposizioni in maniera confusa e contro legge, pretendendo serena obbedienza. Com'è possibile – chiosa Rontani - che, invece, ciò accada proprio in un'amministrazione di sinistra? Com'è possibile che le Rappresentanze Sindacali permettano tutto questo? Com'è possibile che nemmeno aver perso recentemente una causa sull'argomento, non sia servito a capire come si deve rispettare la legge?”