"Siamo emozionati: Stanno tutti bene rappresenta per noi un'occasione per aprire le porte di 'casa', far capire che in vigna si può fare cultura a 360 gradi. Vi aspettiamo" dicono Benedetta Tronci e Michele Guarino di Tenuta Lenzini. Con queste parole i due titolari dell'azienda vinicola di Gragnano di Capannori avevano annunciato la serata di oggi dedicata a guardar le stelle, a incontri musicali e culturali, alla degustazione del territorio e via di questo passo. Il tutto sponsorizzato dal comune di Capannori nella figura dell'assessore alla cultura Francesco Cecchetti che aveva, addirittura, dichiarato alla vigilia dell'evento: Così come negli anni scorsi sosteniamo questa iniziativa, perché ha il pregio di coniugare la bellezza della musica e dell'arte con la bellezza del paesaggio Capannorese. Nelle vigne della Tenuta Lenzini i cittadini potranno trascorrere tempo di qualità, sia per divertirsi, sia per rilassarsi. Un'occasione di benessere e divertimento per la comunità alla quale molto volentieri abbiamo collaborato. Per non parlare, inoltre, del video che gira sui social dove un uomo con i baffi all'interno della tenuta agricola grida ripetutamente Stanno tutti bene. Peccato, però, che questa volta non è andata proprio così.
Tempo di qualità? Benessere e divertimento? Ma dov'era questa sera, a partire dalle 19, l'assessore Cecchetti? Per aria?
Noi, incuriositi a attratti sia dalla bontà dell'azienda agricola sia dai suoi partners per l'evento sia, infine, per la possibilità di ammirare, dopo le 22, le stelle cadenti in questa giornata di San Lorenzo, abbiamo preso l'auto e ci siamo diretti verso la periferia del comune di Capannori convinti, da un lato, di vivere un momento di grande attrazione, ma, inutile negarlo, con qualche sospetto dettato da quell'ingresso gratuito strombazzato a destra e a sinistra che, per qualcuno, avrebbe potuto dire tutto o anche niente a seconda della predisposizione mentale.
Fatto sta che ci è bastato, alle 19.30, giungere sull'unica strada in salita che conduce alla tenuta per capire che l'organizzazione dell'evento faceva, letteralmente, acqua da tutte le parti per non dire peggio. Parcheggi subito pieni, almeno alcuni, qualche altro inspiegabilmente chiuso senza che coloro che stavano all'ingresso - qualche straniero che niente sapeva e una donna con la divisa della Misericordia di Santa Gemma che nemmeno degnava di un minimo di attenzione fissa al telefonino o ad una sorta di mini-ricetrasmittente con cui, evidentemente, trasmetteva a chi di dovere notizie sempre più allarmanti sul caos che dilagava - sapessero dare informazioni di alcun genere.
Roba da mettersi le mani nei capelli gente: niente posti auto e in cima alla salita, al momento di scollinare, blocco causato dalle vetture che provenivano in senso opposto per cui almeno una ventina di minuti tutti fermi senza sapere cosa fare, inchiodati a poche decine di metri di distanza dal sagrato della chiesa del paese.
Non un vigile urbano per controllare il traffico né un dipendente dell'azienda che potesse in qualche modo consigliare sul da farsi. Un'organizzazione penosa ai limiti della decenza. Ma non è tutto. Alla fine, unica scelta quella di tornarsene a casa e, così, abbiamo invertito il senso di marcia con il rischio di un incidente contro coloro che provenivano dalla salita che avevamo appena terminato. Di fronte all'ingresso una scena allucinante: una coda di esseri umani interminabile fiduciosi non si sa bene in che cosa, qualcuno perfino con delle sedie al seguito, forse, sperando di potersi godere il cielo notturno comodamente stravaccati.
E' chiaro che gli organizzatori e anche l'assessore evidentemente, confidavano nelle stelle affinché tutto procedesse nel migliore dei modi altrimenti non si può spiegare tanta insipienza e improvvisazione. Ma chi è riuscito ad entrare, prima o anche dopo - più prima che dopo - ha trovato la sgradita sorpresa di code per mangiare e, ovviamente, niente posti a sedere, ma tutti chi sulle coperte, chi direttamente sull'erba, come poi abbiano potuto mangiare comodamente questo non si sa, si sa soltanto che è stata una odissea per tutti coloro che si sono avventurati a Gragnano. Forse, si sono salvati i primi sbarcati, della serie chi prima arriva meglio alloggia; ma, allora, sarebbe bastato dire che c'era un limite di accoglienza e che non ci sarebbe stato posto per tutti. Pensate che c'è gente che è stata in fila in silenzio religioso o quasi per un'ora per mangiare un piatto di tordelli e, poi, quando è arrivato il suo turno, i tordelli erano finiti. Un delirio. E non parliamo, poi, dei servizi igienici. A me è andata bene - racconta un nostro caro amico - Dove ho visto che non c'era casino ci sono andato, un po' di pollo in brodo otto euro, non mi far parlare. Bel posto, ma organizzato male e alle 21.30 non avevano quasi più niente. Troppa gente, i lucchesi, come c'è una novità ci si fiondano. L'idea era bella, ma evidentemente loro non se lo aspettavano, ad un certo punto avevano finito anche i bicchieri. Che casino, mamma mia.
Lungo la discesa per abbandonare quella valle di lacrime, in senso opposto, i volti perplessi e preoccupati non solo di tanti italiani, lucchesi di sicuro, ma anche di turisti stranieri che devono essere rimasti particolarmente colpiti dal solito modo raffazzonato di fare le cose alle latitudini italiche. Una splendida opportunità finita nel peggiore dei modi, con la gente delusa, amareggiata e anche, parecchi, arrabbiati. Ma cosa sarebbe accaduto, con quell'imbuto intasato di auto, se fosse accaduto qualcosa e un'ambulanza fosse dovuta intervenire?
Assessore Cecchetti e sindaco Menesini, la prossima volta, invece di andare al mare, venite a vedere quello che annunciate essere un capolavoro di benessere e divertimento. Ma per chi?