Una nuova tregola sulle casse comunali secondo l’ex consigliere comunale dell’Udc, Paolo Rontani, in riferimento alla costruzione di edilizia pubblica e l’acquisizione dei terreni connessi. “Nella seduta di consiglio comunale del 26 luglio scorso – scrive in una nota Rontani - è stata approvata la delibera che copre un debito fuori bilancio che il comune di Capannori deve pagare in tempi brevissimi. Dall'atto si rileva che anni fa, l'ente aveva occupato illecitamente un terreno di privati, per la costruzione di edilizia pubblica residenziale. Logicamente, i proprietari hanno promosso ricorso al Tar, conclusosi con la condanna del comune, che doveva o rendere il terreno ai proprietari o acquisirlo, tramite esproprio, con indennità a prezzi di mercato. L'ente sceglieva la seconda via, comunicando la cifra proposta, i proprietari non accettavano e inoltravano ricorso con causa civile in Corte d'Appello a Firenze. Lo scorso marzo, quest'ultima ha accolto quasi tutte le richieste dei privati interessati, per un totale di oltre 232 mila euro, di cui oltre 99 mila, aggiunti al valore del terreno, costituiscono il dovuto per l'occupazione illegittima. Parte della cifra era già stata depositata nel gennaio di quest’anno. Il resto, circa 45 mila con interessi, è stato conclusivamente riconosciuto il 26 luglio scorso, quale debito fuori bilancio, da inviarsi pure alla Corte dei Conti”
“Che nella vicenda ci siano, a carico del comune di Capannori – prosegue l’ex consigliere comunale - gli estremi di consistenti responsabilità per l'avvenuto, (danno all'Erario?) l'hanno già dimostrato le sentenze dei giudici. In questo senso, c'è purtroppo coerenza piena con tutto quello che è stato combinato negli ultimi 20 anni e si ripete a Capannori, specie nei lavori pubblici. Pensiamo ad esempio all'asilo di Lammari crollato o allo stadio di Capannori inutilizzabile, al palazzetto dello sport realizzato di soli discorsi, alla piscina comunale rattoppata. Tuttavia, l'aspetto preoccupante e non meno grave di tale delibera di consiglio riguarda a mio parere, la presunta irregolarità dell'atto. Nelle prime pagine della delibera 49, leggiamo che, all'appello nominale effettuato, dei 25 consiglieri componenti tale organo, ne risultano 19, con dunque 6 assenti (Bartolomei, Benigni, Lunardi, Miccichè, Sbrana, Scannerini). Il testo ci dice che, dopo un secondo successivo appello, sono rimasti presenti 14 componenti, perché nel frattempo risultano usciti i consiglieri Caruso, Lunardi, Petrini, Scannerini e Spadaro. Ma come, i consiglieri Lunardi e Scannerini erano assenti, quando sono arrivati? Allora i presenti sono diventati 21 o è uscito qualcun altro ma non lo si scrive? La realtà di presenze e assenze di una seduta pubblica istituzionale come quella del consiglio, gratificata tra l'altro dal gettone, deve rilevarsi correttamente nel testo degli atti discussi e approvati. L'ultimo interrogativo riguarda il consigliere Zappia, presente nell'elenco principale dei 19, poi sparito. Non se ne parla mai – chiosa Rontani - nemmeno al secondo appello. Nell'elenco dei 14 votanti a favore non c'è, contrari o astenuti non ne risultano. Il suo voto sulla delibera 49 gli è stato richiesto o no? Per la cronaca, ci sono contraddizioni/refusi anche nel testo narrativo ma intendo sottolineare, al momento, che la corretta procedura di presentazione e votazione di un atto pubblico consiliare, ne determina la lecita esistenza”.