Hanno gridato allo scandalo per la presenza di Fabio Barsanti e dei fascisti nella coalizione che, alla fine, si è aggiudicata palazzo dei Bradipi. Eppure, i primi a comportarsi scorrettamente sono stati proprio loro. Vogliamo raccontare alcuni episodi con tanto di testimoni ché, altrimenti, l'editoria cittadina, tutta in lutto per la vittoria di Mario Pardini, sicuramente eviterà di pubblicare?
Cominciamo da ieri mattina, seggio numero 36 a Montuolo. Fuori, c'è la rappresentante di lista nonché consigliere comunale di Lucca 2032 Paola Granucci, una persona che fa dell'educazione, del rispetto e della civiltà una filosofia di vita. "Improvvisamente - racconta - mi si sono avvicinate due persone che hanno estratto un tesserino, Digos e mi hanno detto che ero stata segnalata per fare propaganda elettorale davanti al seggio. Sono rimasta basita, figuriamoci se io faccio queste cose. Ben presto la cosa è stata chiarita, la Digos era stata chiamata dalla polizia muncipale a sua volta allertata evidentemente da qualche esponente o simpatizzante del centrosinistra che voleva crearmi dei problemi".
Altra vergogna, ben più grave, quella commessa dal consigliere comunale plurivotato a sinistra, 446 preferenze, Enzo Alfarano il quale, sempre ieri mattina ai seggi 26, 27 e 28 di via Matteotti a S. Anna, si è piazzato all'ingresso invitando chunque entrava per votare a mettere la croce sul nome di Francesco Raspini: "Prima gli ho detto bonariamente che non doveva fare così e che non era corretto - racconta un candidato consigliere comunale di centrodestra presente alla scena - Poi quando ho visto che insisteva nel suo atteggiamento, allora abbiamo chiesto l'intervento della Digos che, infatti, è arrivata e lo ha redarguito. Cose simili denotano che i veri antidemocratici sono loro".
Infine, il peggior esempio di fascismo camuffato è avvenuto ieri sera a vittoria sancita e proclamata ufficialmente. Tra i testimoni, anche Remo Santini, recatosi in città per festeggiare e salutare Mario Pardini: "Stavamo transitando ovviamente contenti per la vittoria, quando abbiamo visto Gemma Urbani aggredita verbalmente da un gruppo di sostenitori della candidatura di Francesco Raspini. Ci sono rimasto malissimo, non mi aspettavo che una persona così mite e gentile come la Urbani che aveva solo espresso in un documento il suo parere, venisse offesa in questo modo".
Diversi i testimonia di questa sorta di 'agguato'. Tra i presenti sono stati identificati anche alcuni candidati consiglieri comunali del centrosinistra. Abbiamo contattato Urbani al telefono, ma quando le abbiamo chiesto di raccontarci l'episodio ci ha risposto che non sapeva se era il caso di pubblicarlo sul giornale, dopodiché ha fatto cadere la linea e non ci ha più risposto.