Qualcuno se ne è accorto, qualcun altro si è anche domandato perché, qualcun altro ancora sapeva già la risposta. Alla presentazione della mostra I fantasmi di Auschwitz a Palazzo Orsetti il 12 gennaio e alla inaugurazione una settimana più tardi a Villa Bottini, era assente l'assessore alla cultura Mia Pisano di Difendere Lucca forza politica erede di CasaPound a Lucca. E non c'era nemmeno l'assessore allo sport Fabio Barsanti - che cosa c'entra lo sport con Auschwitz?, potrebbe obiettare qualcuno - né, a quanto risulta, un solo rappresentante di Difendere Lucca. Perché?
Mia Pisano, assessore alla cultura del comune di Lucca - una delle scelte più criticate del sindaco Mario Pardini, sempre più ostaggio della destra casapoundiana - prontissima a presenziare e a farsi immortalare quando c'è da presentare il festival L'Augusta, non si è, però, fatta vedere neanche durante la presentazione della mostra a palazzo dei Bradipi nonostante fossero presenti rappresentanti della scuola e il presidente della fondazione Carilucca oltre al sindaco. Un caso? Un lutto familiare a quanto pare, ma anche sette giorni dopo alla inaugurazione l'assessore non si è fatta viva. Possiamo comprendere tutto, ma due parole in veste di assessore alla Cultura avrebbe potuto dirle anche a margine o facendole leggere proprio per motivare la sua assenza. Ci è stato anticipato che sabato 27 gennaio, giornata della Memoria, l'assessore Pisano sarà a Villa Bottini e questo, indubbiamente, sarebbe un bel gesto. Ce lo auguriamo.
Il 18 gennaio, all'apertura, c'erano tutti, da Fratelli d'Italia a Forza Italia, c'era la sinistra, c'era la Lega. Ma Difendere Lucca dov'era?
Strano che nessuno abbia alzato la mano, all'opposizione e che neanche il sindaco abbia sentito la necessità di chiedere conto o, quantomeno, di spiegare alla platea degli intervenuti per quale motivo una componente così importante della maggioranza non si sia fatta viva.
A noi piacerebbe che in questo clima di antisemitismo ritornante per la guerra in Medio Oriente tra i terroristi di Hamas e uno stato democratico, proprio gente come Fabio Barsanti, autoproclamatosi fascista del terzo millennio, ma pur sempre fascista e come Mia Pisano, lutto permettendo, mostrassero solidarietà verso una tragedia come quella alla quale i loro padrini politici e ideologici parteciparono consapevolmente.