Andrea Colombini si è presentato alla sua città in qualità di candidato a sindaco sorretto da due liste, la prima No Green Pass e Ancora Italia per la sovranità democratica. Lo ha fatto di fronte al suo locale e di Filippo Giambastiani, Rocco's, in piazza de' Servi nel cuore del centro storico. Un appuntamento che ha visto la partecipazione non solo di numerosi candidati delle due liste, ma anche di giornalisti, fotoreporter, fotografi, semplici curiosi. Colombini non ha usato perifrasi e non si è nascosto dietro la prudenza, anzi. Ne ha avute per tutti, a cominciare dal candidato a sindaco Francesco Raspini che ha criticato per non essersi ancora dimesso da assessore e di fare, nel contempo, campagna elettorale per divenire sindaco. Ce ne sono state anche per un innominato consigliere comunale al quale l'influencer suo malgrado ha rimproverato di aver lanciato un appello alle istituzioni sui social affinché togliessero a Colombini e al suo Festival dedicato a Puccini ogni tipo di contributo così da lasciarlo in mutande o quasi. "Un imbecille", ha aggiunto Colombini che ha detto di non voler rivelare il nome e cognome del genio della stirpe, ma che lo farà il 4 giugno.
E' stato ben chiaro Colombini nel definirisi l'unico politico a metterci la faccia contro le misure devastanti che hanno segnato due anni di pandemia causa Covid. E qui non ha tutti i torti, anche perché ha ribadito che sarà sempre contrario, da sindaco o meno, contro ogni forma di discriminazione con tanto di Green Pass. E' qui che, memore di trattamenti riservatigli dai media non del tutto gratificanti né ortodossi, è sceso apertamente in guerra con i mezzi di informazione: "La mia foto e il mio nome sono depositati e registrati a Londra per cui occhio - ha specificato rivolto a carta stampata, web e Tv - a quello che scrivete e in particolare a come lo scrivete. Perché se verranno dette falsità, partiranno subito le querele".
Non un bell'inizio a nostro avviso, avrebbe potuto sorvolare l'influencer vista anche la presenza di tutti i giornali e Tv locali che, fino ad oggi, lo avevano accuratamente evitato. Ha scelto, però di dire pane a pane e vino al vino e, quindi, inevitabile scendere sul sentiero di guerra anche se non dichiarata. In realtà Colombini ha voluto cautelarsi invitando a scrivere di lui e su di lui senza degenerare in aggettivi e sostantivi che lo spingerebbero d agire per tutelarsi.
Non sono mancate le parole di critica alla Lucca presente e a quella passata e alla necessità, assolutamente impellente, di avere una nuova Lucca che respiri aria fresca e diversa da quella respirata fino ad oggi da dieci anni a questa parte. Basta quindi coi partiti tradizionali - e qui come si può non dargli ragione? - un rilancio della città e della sua economia dopo due anni di emergenza sanitaria che hanno messo in ginocchio commercianti, ristoratori e imprenditori. Agevolazioni per il suolo pubblico, sviluppo di turismo e cultura, sì alla piccola e media distribuzione, stop a qualunque nuova cementificazione del territorio, accoglienza di immigrati ma solo a certe condizioni, mura e Puccini patrimonio mondiale.
Altri punti, ma, soprattutto, una carica di energia vitale che Colombini promette di versare nella sua campagna elettorale appena cominciata: fra pochi giorni, infatti, inizierà il suo giro nelle frazioni e vedremo cosa accadrà.
Foto Ciprian Gheorghita