Anno XI 
Mercoledì 16 Luglio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da carmelo burgio
Politica
16 Luglio 2025

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La felice doppia serie televisiva “C.S.I. New York” e “C.S.I. Miami” (ove C.S.I. sta per “Crime Scene Investigation”), oltre a presentarci tecnici di laboratorio d’ambo i sessi (a proposito, sono stato scorretto? Ce ne son di più?) di grande appeal, ci ha fuorviato facendoci credere che le indagini di laboratorio su gravi fatti di sangue siano infallibili e gl’investigatori in camice bianco dei portenti. Del resto altra felice serie di romanzi della scrittrice statunitense Patricia Cornwell, con la protagonista Kay Scarpetta – pure lei strafiga e indagatrice da laboratorio – ha rafforzato tale convinzione. Per non parlare degli specialisti in “profili” di serial killers, omaggiati da “Il Silenzio degli Innocenti” e da un buon numero di altri “cult movies” d’oltreoceano.
Ci siamo così convinti che il laboratorio di criminalistica ci consenta di sostenere che tutti i delitti siano imperfetti.
Beh, dalle contaminazioni della crime scene dell’omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia il 1° novembre 2007, a quel che stiamo sentendo del delitto di Garlasco, del 13 agosto dello stesso anno, credo che qualche riserva debba sorgere in ordine ai “C.S.I. de’ noantri”, e che accanto a tanti “delitti imperfetti”, vi siano anche tanti C.S.I. altrettanto difettate.
A Perugia molti elementi di prova non potettero essere utilizzati proprio per il maldestro comportamento di chi doveva trattare i reperti, e finì con l’assoluzione dei principali iniziali sospettati, l’americanina Amanda Knox e l’allora boyfriend Raffaele Sollecito. A Garlasco – e solo a causa dell’ultima evenienza ho deciso di toccare l’argomento – a parte le contaminazioni e le errate interpretazioni che potrebbero essere emerse, c’è da tenere conto del ritardo nell’analisi dei rifiuti solidi urbani casalinghi, e – da ultimo – delle omesse verifiche (di 18 anni fa!!) sul tampone fatto alla bocca della ragazza. In quell’occasione pare che, visto che non v’era traccia di liquido seminale, nessuno abbia pensato a verificare la presenza di altro DNA. Insomma, il genio ha ritenuto che una ragazza uccisa potesse essere solo stata oggetto di sesso violento.
Eticamente ci deve andar bene che per la povera Meredith non vi siano altri colpevoli oltre all’ivoriano Rudy Guede. Mi spiego: se c’erano dubbi sulle responsabilità dei fidanzatini, meglio siano rimasti liberi, del resto qualcosa l’hanno pagata. Per Garlasco spero – per la credibilità residua delle Istituzioni in causa e per una sorta di equità – che il colpevole resti quello che è stato condannato, al netto di errori ed omissioni vere, presunte o sospette dei “C.S.I. de noantri”.
Per quest’altro tormentone, che ha sostituito le canzoni da spiaggia caratterizzate dalla stupidità estrema e dall’essere dimenticate a settembre, che dire? Si stanno crocifiggendo investigatori da strada e da laboratorio, e in trasmissioni televisive se ne pone in dubbio professionalità e serietà. Le domande più ricorrenti sono “Ma scusi, lei a suo tempo perché a questo non ci ha pensato?” … “Come è possibile che 18 anni fa non ha fatto questo e quello?”
Beh, giusto per completezza, e voglio rammentarlo, la Polizia Giudiziaria, a mente del Codice di Procedura Penale, ha chi la dirige. Mi pare di ricordare che in quegli anni – quand’ero ancora sulla strada – il Sostituto Procuratore di turno veniva sul posto, in caso di efferato omicidio, e diceva cosa fare. Certo, noi si collaborava, si consigliava, si esprimevano pareri e suggerimenti, ma le gerarchie erano saldamente chiare. 
Ho avuto la fortuna di lavorare con eccellenti magistrati che in qualche caso hanno dato disposizioni strategicamente determinanti per risolvere casi importanti, nell’ambito delle specifiche competenze, e in altre occasioni hanno fatto tesoro del contributo degli investigatori dell’Arma. Ripeto: sarò stato fortunato, ma ho vissuto vero lavoro di squadra.  
Beh, qui su quel sostituto che si recò sulla scena del crimine a Garlasco sembra sia scesa la serranda dell’oblio. Eppure solo lui ci può spiegare cosa chiese di accertare ai carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche (RIS) di Parma, atteso che ne aveva la direzione. Cosa non volle – ritenendolo inutile – o dimenticò di accertare. 
Fra l’altro, con tutti gli atti che vennero redatti per chiedere esami e perizie, difficile comprendere perché non siano esplicitati.
Forse sta in quello il core business del problema: un’imperfetta, magari troppo formale o poco partecipativa relazione fra chi per legge – ricordiamolo – dirige, e chi esegue.
Di certo, se fu un genio chi decise che bastava non aver trovato liquido seminale nel cavo orale di Chiara Poggi, se la gioca in volata con chi ha esaminato (?) la relazione sul tampone orale ritenendo che non dovesse essere eseguito altro.   

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