Così come, tanti anni fa e fatte le dovute proporzioni, Silvio Berlusconi sdoganò Gianfranco Fini e gli aderenti all'ex Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, così, adesso, Mario Pardini sindaco di Lucca ha, in un certo sdoganato Fabio Barsanti e i simpatizzanti di CasaPound e, ammesso che ce ne siano ancora, Forza Nuova. In molti, fin troppi e anche tra i più o meno intelligenti del fronte opposto, hanno gridato al rigurgito fascista loro che, di fascismo, comprendono e conoscono, al massimo, quanto noi di fisica quantistica, ossia niente o poco.
In realtà Barsanti si è ciucciato, negli ultimi cinque anni, un lustro di opposizione pura e dura dai banchi di palazzo Santini senza fare sconti a nessuno, senza mai lamentarsi, dimostrando di essere assolutamente in grado di partecipare alla partita democratica senza bisogno di patenti di antifascismo. Ma... come tutte le cose, c'è una congiunzione di mezzo. Il suo Difendere Lucca e coloro che hanno votato per lui si sono giustamente guadagnati, con l'apparentamento al ballottaggio, il diritto di avere almeno due assessorati. Fabio Barsanti entrerà, per regole democratiche, in giunta e avrà, secondo le ultime indiscrezioni, il dicastero dello sport. Per lui, grande tifoso rossonero, vicino da sempre alla curva e ai supporters della Pentera, l'occasione di fare qualcosa per la propria città che, in fatto di strutture sportive, ha sicuramente bisogno di attenzione.
Qualcuno ha fatto notare che lo sport, a volte, può andare a braccetto con la cultura e che, quindi, anche un assessorato così importante e delicato, ma, in particolare, rappresentativo, potrebbe toccare all'ex responsabile lucchese di CasaPound.
Ebbene, noi non sappiamo se Mario Pardini ha fatto mente locale, ma ci permettiamo di dire che il dicastero della cultura non può essere assegnato a Fabio Barsanti. Costituirebbe, inevitabilmente e a livello di immagine, una sorta di provocazione e non tanto perché sarebbe a rischio il futuro democratico della cultura a Lucca, quanto per ciò che Barsanti ha sostenuto e mai rinnegato nel suo passato verniciato, indubbiamente, di colore nero.
Intendiamoci, noi non temiamo alcun ritorno di Mussolini a palazzo Venezia, ci mancherebbe. Il fascismo, quello storico e anche quello sostanziale, è venuto giù insieme alle macerie di questo sfasciato Stivale impegnato nella più inutile e assurda delle guerre a fianco, per di più, di una certa Germania nazista. Basterebbe questo a farci rifiutare qualsiasi revisionismo che non ha alcuna ragione di esistere per il semplice motivo che il nazismo e il fascismo hanno rappresentato, se non il male assoluto, qualcosa che gli ha assomigliato di parecchio. E non serve dire che anche il comunismo ha sbagliato, non vale, infatti, il mal comune mezzo gaudio.
Fabio Barsanti è stato, a tutti gli effetti, il leader del movimento dichiaratamente filofascista e filogermanico CasaPound. Quest'ultimo, che si richiama alla figura di Ezra Pound, è stato un poeta sensibile finito in manicomio giudiziario per 12 anni per via della sua adesione al fascismo e la simpatia per Mussolini e Hitler e la conseguente accusa di tradimento formulata dal governo degli Stati Uniti. Pound fu, in realtà, un innamorato del nostro Paese che fu ingiustamente arrestato e altrettanto ingiustamente condannato e detenuto.
Ciònonostante, il movimento che ha preso il suo nome ha una chiara matrice revanchista anche se, per molti aspetti, si è dimostrato più liberale e aperto culturalmente di tanti suoi epigoni verniciati di rosso e finanziati lautamente dalla Repubblica nata, si fa per dire, dalla resistenza.
Un Barsanti che non ha mai negato le sue simpatie per il Ventennio sia pure con i suoi distinguo, che, in ogni caso, ha mostrato di essere indubbiamente vicino a un periodo storico che ha avuto il pregio (sic!) di portare l'Italia allo sfascio, al servaggio e alla distruzione oltre che alla morte di centinaia di migliaia di giovani soldati italiani mandati a morire senza nemmeno sapere perché, può occuparsi certamente e anche bene di sport, può fare politica e amministrarla senza problemi, ma quanto a parlare di cultura, attenzione: giusto commemorare le foibe e raccontare ciò che i partigiani titini e i loro colleghi italiani hanno fatto, ma non si può dimenticare che il 27 gennaio è la giornata della memoria dedicata all'Olocausto e il 25 Aprile la giornata riservata alla Liberazione dell'Italia dai nazisti e dai loro servi sciocchi saloini.
Quindi, perdonateci, ma a tutto c'è un limite. Ed è bene che un sindaco intelligente quale Pardini ha dimostrato di essere fino ad oggi, sappia quale è il limite invalicabile pena una inutile provocazione e un ancor più inconcepibile errore strategico.
A quanto ci risulta, dopo che questa ipotesi aveva avuto un qualche grado di probabilità, il sindaco ha deviato verso l'entourage di Beatrice Venezi, un personaggio che sia superpartes e garantisca uno spessore adeguato sotto tutti i punti di vista.
Fabio Barsanti non ce ne vorrà, ne siamo certi, ma la cultura è altro da CasaPound così come è altro dall'Anpi. E' una cosa molto più complessa e molto più ampia, che raccoglie la verità storica da qualunque parte essa sia e indpendentemente da qualsiasi strumentalizzazione politica tanto cara alla sinistra.