A distanza di qualche giorno vorrei dire due cosine all'architetto Cecchini e al futuro (così dicono) assessore Barsanti.
Architetto Cecchini, giorni orsono per mezzo stampa ha invitato a "superare i recinti ideologici" perché "ora è il tempo della ragionevolezza". Ecco, vorrei ricordarle che per chi amministra è sempre il tempo della ragionevolezza. Quindi grazie, ma il suo scialbo e tardivo appello lo rivolga a se stesso e alla sua maggioranza.
Lei afferma che "le persone sanno valutare la capacità di governo e l'etica delle scelte più di quanto si creda". Concordo, infatti lei non era stato scelto! Senza la matematica dell'apparentamento con la destra-destra, nonostante due liste, non avrebbe avuto nemmeno uno scranno in consiglio! Quindi, intanto, un po' di umiltà non guasterebbe prima di fare proclami politici.
Nel 2017, nelle settimane di ballottaggio, lei divenne assessore in pectore di Remo Santini, ma dopo quel momento non ricordiamo una sua proposta, un suo intervento. Solo quando anni dopo è emersa la possibilità, fornita dalla Fondazione Cassa di Risparmio, di rianimare la ex Manifattura tabacchi, lei si è affacciato nel dibattito cittadino, e lo ha fatto proprio con quel paraocchi di appartenenza ideologica che ora esorta a mettere da parte. Si è adesso ricreduto? Bene!
In consiglio saranno presenti altri consiglieri di maggioranza e di opposizione, ognuno con un'idea e una visione della politica diversa pur appartenenti allo stesso gruppo, ognuno con un approccio diverso e con obiettivi diversi. Lei viene e chiede di superare i recinti ideologici, ma cosa vuol dire in questo specifico contesto? La politica è fatta di diversi modi di pensare e di vivere, siano ideologici, culturali, storici. Ognuno vive della propria storia, della propria educazione civica e morale, di ciò che gli hanno trasmesso i genitori e i nonni.
Io ho fatto cinque anni il consigliere comunale e ho provato, forse non sempre riuscendoci, a rispettare tutte le idee, anche lontanissime dai miei valori ai quali ho comunque mantenuto fede. Architetto, se proprio vuole chiedere di superare i recinti ideologici, lo faccia prima nella sua nuova casa, le raccomandazioni patetiche e tardive le tenga per sé e per i suoi nuovi compagni di viaggio.
Inoltre vorrei ricordare al consigliere Barsanti che il 26 giugno non si è consumata nessuna liberazione della città. Lucca e libera e democratica dal 5 settembre del 1944 e se lei oggi è alla guida della città lo deve anche al sacrificio di molte persone, che siano stati soldati, civili, preti o partigiani. Loro sì ci hanno ridato la libertà, ci hanno resi liberi di scegliere, e la città, a questo giro, vi ha dato fiducia.
Ora la fiducia, quella vera basata sulla concretezza e la responsabilità delle scelte, dovete dimostrare di meritarvela. Non basta aver messo insieme in tre giorni un conglomerato di persone lontane per formazione, valori, visione e che fino a pochi giorni fa aveva alle spalle mesi di litigi. Quale sarà stato il collante? Quale sarà nei prossimi anni?
Avete la maggioranza e quindi, come diceva a noi consiglieri di maggioranza fino a poche settimane fa il consigliere Bindocci, "alzerete la manina e approverete le pratiche che di volta in volta la giunta porterà all'esame del consiglio senza nessuna considerazione". Lo farete anche voi e io certamente non mi scandalizzerò, perché dovrete decidere, assumervi le responsabilità e non basteranno solo i no preconfezionati miopi e a priori.
Iniziate pure a rimediare ai nostri errori tanto sbandierati in campagna elettorale, iniziate a fare quei progetti che la precedente inutile amministrazione aveva già progettato e finanziato, iniziate a spendere, o meglio, a gestire, quei miseri 12 milioni di attivo. Ma poi, se ci riuscite, metteteci un po' anche del vostro nuovo.
Comunque state sereni che i consiglieri di opposizione, nel pieno rispetto delle regole, vigileranno sul vostro operato con spirito costruttivo e noi, fuori dal consiglio, continueremo a mantenere fede a quella parte di cittadini, tanta, che ci ha dato fiducia. Buon lavoro.