Quattro giorni separano Lucca dal suo futuro.
Alcune previsioni si sono avverate a consolidare la posizione della sinistra e ad arricchire la coalizione di cdx. Era facile previsione dire che il CS non avrebbe trovato allargamenti alla sua destra. Per la verità neanche li ha cercati, al contrario. Trovo poco comprensibile la chiusura ideologica, lo sprezzo per chi ha idee diverse, l’evocazione del consueto spettro del fascismo risorgente.
Quest’ultimo tema è davvero immaginario non solo per i numeri che i neofascisti portano a casa, ma anche per l’attitudine degli italiani che, al netto di quattro nostalgici, non sembrano proprio aver voglia di fascismo, ma neanche di comunismo, considerando negative entrambe queste esperienze.
Dunque a 4 giorni dal D Day tutto è in divenire:
il CS si compatta nella sua ridotta ideologica più che progettuale/amministrativa. Accusa il CDX di essere un soggetto raccogliticcio, un cartello elettorale unito solo dalla finalità di battere l’avversario senza proporre un programma di amministrazione cittadina.
In sostanza ripete il messaggio di 5 anni fa, quando vinse “la parte buona dei lucchesi”. Gli elettori di CDX sono la parte cattiva, i candidati sono una manica di imbecilli o di cacciatori di poltrone disposti a ogni compromesso pur di accaparrarsene una. Il CDX non ha programmi, l’unico elemento che lo unisce è l’obiettivo di battere il CS, mentre il CS dispone solo di uomini e donne coerenti e illuminati e di un programma eccellente.
Per di più uniti e coesi! Mentre le distanze fra le varie anime del cs sono evidenti a occhio nudo.
Proprio questo mi pare l’errore della parte radicale del CS: buttarla in politica, discriminare, riaffermare la “diversità” proclamata da Berlinguer, invece che rilevare e far rilevare le eventuali incongruenze e inconciliabilità del programma di CDX e i loro riflessi negativi per la vita futura dei lucchesi.
Raspini, che è uomo intelligente e pacato, ne è vittima: è probabile che si renda conto che sia stata questa attitudine a escludere e a “maledire” a indurre tutte le componenti politiche e civiche lucchesi non di sinistra (il che vuol dire anche quelle politicamente neutre) a rifiutare la sua coalizione: non ha raccolto una sola opzione positiva, la frittata è fatta.
A sua volta Pardini è riuscito, in poco più di un mese, nel non facile intento di mettere insieme le anime disperse del CDX: partiti e civismo.
Può sperare che avvengano non uno ma tre “miracoli”:
- che gli elettori concordino che si tratta di amministrare bene la città, non di scegliere fra il bene e il male
- che gli elettori dei singoli soggetti politici e civici seguano le indicazioni dei “vertici”
- che non siano troppi quelli che invece di votare vadano al mare.
Quel che più rileva è che partiti e civici non si oppongono al pragmatismo di Pardini, pare invece che abbiano trovato sintesi in questo giovane uomo che fa poca politica, ancor meno ideologia, e federa attorno al suo programma, altrettanto pragmatico e non ideologico, tutti gli attori locali al difuori della sinistra.
È pur vero che Calenda demonizza Veronesi e insieme a Renzi fa il furbo giocando sui due tavoli: alla ricerca di punti programmatici comuni, ohibò non di poltrone! È vero che De Vito va per conto suo con l’amichevole saluto del suo partito. Tuttavia Pardini ha messo insieme tutto quello che il tavolo politico e civico cittadino offriva, da ultimo persino l’endorsment di Del Ghingaro. Tutti i “veleni” ideologici si sono assopiti e si sono incanalati nella comune speranza di buon governo cittadino: ognuno ha rinunciato allo “particulare suo”. Questo è di per sé un buon risultato ascrivibile al buon senso di tutti e alla capacità di mediazione che Pardini dimostra di avere.
L’eventuale vittoria di Pardini sembra prospettare una amministrazione politicamente “laica”, incentrata sui problemi della città: vuole governare bene Lucca, senza chiusure e freni ideologici. Punto e basta.