Caro direttore,
un milione e 98 mila cittadini sono andati a votare al congresso “aperto” del PD. Tre volte e mezzo meno di quanti ci andarono la prima volta e un terzo in meno dell’ultima volta. Comunque un bel numero di cittadini che hanno espresso parere: una buona notizia.
Da cittadino speravo nella affermazione di Bonaccini, da uomo di centrodestra speravo nella vittoria di Schlein.
Ho ascoltato il discorso di insediamento che la signorina Schlein ha rivolto coram populo l’altra sera a vittoria acquisita.
Dico coram populo perché la sua vittoria non deriva dal consenso del suo partito (che non glielo ha dato) ma dal consenso del popolo della sinistra estrema insieme a quello delle elite frustrate per le sconfitte elettorali e non solo elettorali: l’intera cultura dell’estremismo di sinistra e l’interesse dei suoi padroni hanno supportato il suo successo e vi si barricano dentro.
Invece che riflettere sulla bontà delle loro visioni e sulla opportunità (o meno) di aggiornarle, modernizzarle e aprire le porte all’aria fresca del reale con cui tutti devono fare i conti: non le consuete chimere, la caccia alle streghe (solo fasciste), il massimalismo ideologico, la difesa degli schemi ammuffiti e perdenti ma ad alto reddito.
Reggerà il PD a questa ulteriore cura da cavallo di ideologia e intolleranza?
Già la dieta Letta, con toni più vellutati ma identici nella sostanza, ha smagrito i voti del partito (e ingrassato le “leggere” politiche del M5S). I proclami uditi durante la campagna congressuale dalla signorina Schlein e dai suoi sostenitori fanno ritenere che Schlein sia la “risposta dura” della sinistra estrema e unita alla Meloni e al suo governo.
La Schlein ha detto in tutte le salse che inasprirà i rapporti con le controparti, che privilegerà i temi identitari: i diritti, le istanze dei “deboli” tipo LGBeccetera, la lotta al risorgente fascismo, la accoglienza di tutti i diseredati del mondo, la scuola e la sanità interamente pubbliche, la nuova “giustizia climatica”, la definizione del salario minimo per decreto, la difesa dell’attuale assetto Costituzionale: tutti i cavalli di battaglia morti o moribondi della sinistra arrogante, verbosa, pedante e oggi perdente, rimessi in pista.
Il ribaltone colpisce il PD toscano con l’avvento di Emiliano Fossi, che ha esposto il suo programma: “stare dalla parte dei più deboli, lottare contro le diseguaglianze, migliorare la qualità della vita dei cittadini”. Un programma all inclusive, buono per tutte le stagioni ma tutto e niente.
Nel suo piccolo il PD di Lucca ha seguito percorsi conseguenti: presenzialista e apodittico lo spezzone favorevole alla Schlein, con la rappresentazione prospettica del nuovo sole dell’avvenire, silente lo spezzone che sperava nella dimostrata capacità dello sconfitto Bonaccini di gestire il presente.
Al gruppo vincente si è unita la voce del vecchio PCI, nelle sue varie formazioni odierne, tutte perdenti nelle urne ma tutte vivacemente garrule. Per fortuna parlano a se stesse e a pochi altri.
Ne sono esempio il lungo intervento di Baronti che hai recentemente pubblicato: il declino dell’Occidente e del suo dominio, il subentro sperato di altri padroni del mondo, tutti migliori non solo degli USA quanto di noi occidentali che opprimiamo il mondo che è in attesa di essere liberato dalla Cina! Insieme a quello di Annale che tira per la giacca Del Ghingaro che non condanna la giunta fascista di Lucca e il povero Pardini che si trova collocato dall’immaginario dell’estremismo di sinistra dentro al “fascio da combattimento” del camerata Barsanti. Visioni oniriche: chi ci crede?
Tornando alle cose vere, possiamo immaginare che la parte vincente del PD presente in consiglio comunale, imbarbarisca il contrasto alla maggioranza: la giunta Pardini sempre più fascista, Baranti sempre più pericoloso a minacciare libertà e democrazia dei lucchesi, insomma opposizione dura e pura senza quartiere, linguaggio aggressivo, condanna di ogni decisione della maggioranza, anche di quelle virtuose, anzi ancora di più perché virtuosi e a vantaggio dei cittadini sempre meno disposti a fare la rivoluzione.
Non sono sicuro che invece la parte più riflessiva e realistica del PD lucchese sarà disponibile a questa escalation peraltro e come di consueto solo verbale. Se non lo sarà la rottura, magari silenziosa, magari informale, magari solo nei fatti e nel comportamento, si consumerà anche a Lucca come è prevedibile che si consumi in tutto il Paese.
Non è una buona notizia: la democrazia ha bisogno di opposizioni concrete ed efficaci, che controllino le maggioranze di governo in termini di miglioramenti della qualità della vita e non di vocazioni ideologiche che, nel caso specifico, hanno dimostrato di causare disastri umanitari di proporzioni catastrofiche dovunque applicate.