Anno XI 
Domenica 18 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da Redazione
Politica
11 Luglio 2021

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"Dalle dichiarazioni che si leggono, è difficile immaginare come sarà ricordata la vicenda Manifattura dell'amministrazione Tambellini. Volendo mettere un po' di chiarezza nel turbinare dei vari racconti è conveniente ricostruire la successione degli eventi in modo che ognuno possa trarre le conclusioni che crede". A rifare la storia dall'inizio alla fine è l'ingegner Massimo Viviani del coordinamento Salviamo la Manifattura.

"L'operazione nasce, stando alla relazione al bilancio (pagina 74), nel 2019 con la volontà della Fondazione di acquisire la Manifattura per valorizzarla a vantaggio dell'intera città - spiega - . Successivamente è intervenuta Coima SGR, facendo presente che era meglio acquisire l'immobile attraverso un Project Financing: da lì parte l'operazione che si è schiantata il 6 luglio 2021. Nel febbraio 2020 La Coima SGR come capogruppo, presenta la proposta di project – così sta scritto nell'oggetto del protocollo – che mette in chiaro quale sia l'operazione proposta alla Fondazione e da questa approvata. Il Partenariato Pubblico-Privato, comunemente chiamato Project, consente infatti di proporre ad una qualsiasi Pubblica Amministrazione un investimento di pubblico interesse prendendosi in carico i costi di costruzione che recupererà con la gestione del bene. La legge consente altresì alle Pubbliche Amministrazioni di prendersi in carico parte dei costi purchè questi non superino la metà dell'investimento. Chiusa la premessa, la proposta, in sintesi, è così articolata: Coima SGR realizzerà i parcheggi di Piazza Cittadella, via del Pallone, Piazzale Verdi e un parcheggio parzialmente interrato sopportando un costo di circa quindici milioni di euro che si riprenderà con l'uso dei parcheggi, la gestione degli eventi nelle piazze, la pubblicità e visto che le entrate non sono sufficienti, anche un contributo rappresentato proprio dal Fabbricato Manifattura sud, valutato poco più di tre milioni di euro".

Prosegue Viviani: "In aggiunta, la proposta pone tutta una serie di vincoli e privilegi sul fabbricato e sulle aree, tra i quali: esenzioni di contributi; possibilità di rialzare la parte fronte mura; la chiusura delle piazze durante le ore notturne; i ricavi dalla tassa sul suolo pubblico e l'uso del Baluardo San Paolino in modo più o meno simile a quello del Caffè del Mura, in pratica uso esclusivo oltre a limitazioni all'azione comunale sulla mobilità dei prossimi cinquanta anni. Tutta l'operazione viene sapientemente camuffata da un fuoco di fila che mette in bella mostra come sarà la Manifattura del domani: la fortuna di agire direttamente con privati e quindi senza ricadere nella palude del codice degli appalti come successo per la parte nord e così via. Tutti gli interventi sono orientati sulla valorizzazione della Manifattura, basta rileggersi le dichiarazioni del sindaco in occasione del Consiglio Comunale del luglio 2020 e del ragionier Bertocchini e nessuno troverà un cenno al project. Il messaggio che è passato al tempo è che finalmente la Manifattura sarà valorizzata e le aree a corredo gestite da Coima SGR in piena efficienza e a vantaggio della collettività: un paradiso, un esempio da esportare, così si esprimevano i sostenitori. Guardando le carte le cose non stavano affatto così, i profili in contrasto con la norma erano numerosi e tra i tanti certamente i principali erano proprio legati alla scelta del fabbricato, fatta dall'investitore e non dall'amministrazione e le aree oggetto di gestione che sono già in concessione ad un'altra società, la Metro, di intera proprietà comunale. In pratica il subentro di Coima SGR alla Metro avrebbe dovuto garantire il mantenimento degli stessi incassi già oggi percepiti o, in alternativa, la somma determinata dagli incassi per l'intera durata della concessione".

Spiega ancora Viviani: "Considerando che gli introiti medi sono di oltre settecento mila euro l'anno e che la gestione sarebbe durata cinquanta anni, la perdita per le casse comunali sarebbe stata di oltre trentacinque milioni oltre al fabbricato, ceduto senza contropartite economiche: ohibò! In pratica l'operazione prevedeva incassi milionari dai parcheggi, società di gestione magari utili per distribuire prebende ai soliti e speculazione edilizia sulla Manifattura ottenuta a titolo di contributo. Tutte queste considerazioni, bene dettagliate e spiegate in comode cartelle furono messe a disposizione dell'intero Consiglio Comunale e del Gruppo di Lavoro. Si arriva così ad una seconda presentazione nel novembre 2020 della proposta interamente rivista: sono spariti gli eccessi del baluardo, delle sopraelevazioni eccetera. Ma resta il problema degli incassi dei parcheggi che superano di gran lunga il cinquanta per cento dell'investimento, anzi lo coprirebbero per intero, ammesso che sia d'interesse investire così tanti soldi per avere praticamente gli stessi parcheggi di adesso. Iniziano patetiche ed inutili soluzioni: condivisione degli incassi, coinvolgimento della Metro, meccanismi più o meno complessi e calcoli finanziari imbarazzanti per nascondere quello che è evidente: i parcheggi ci sono già, sono a reddito a favore dell'Amministrazione e se qualcuno si prenderà gli incassi dovrà considerarli un contributo. Nello stesso tempo continua la narrazione della valorizzazione della Manifattura, di quanto bella sarebbe, basta rivedere il filmato del sindaco sull'operazione dove in tutto l'intervento di magnificazione della futura Manifattura,
che resterà di proprietà della Fondazione, avrà aziende 4.0 non cita praticamente mai i parcheggi, il project, la perdita degli incassi, lo sfascio della Metro, i vincoli all'azione politica ecc. L'epilogo è il 25 marzo 2021 quando finalmente l'amministrazione con apposita delibera di giunta respinge l'ennesima proposta Coima SGR e fissa le condizioni per una possibile valutazione positiva tra le quali il rispetto del limite del cinquanta per cento dell'investimento per il contributo che dovrà contenere anche gli introiti dei parcheggi: condizione impossibile da rispettare. Lo schianto del 6 luglio 2021 è tutto qui: il piano economico che tenga conto della perdita della concessione alla Metro e della cessione a titolo di contributo della Manifattura non potrà mai rispettare la quota stabilita dalla legge per mantenere un investimento proposto dai privati nell'ambito del pubblico interesse. Il sindaco non ha fatto altro che ammettere ciò che poteva essere già rilevato dall'inizio leggendo le carte con attenzione e certamente dopo che le prime diapositive sono state consegnate al Consiglio Comunale; chi volesse può sempre rileggerle".

Per Viviani "sono quindi del tutto fuori luogo le dichiarazioni di coloro che mostrano stupore per quanto ammesso dal sindaco; sarebbe interessante fissare il momento in cui era possibile comprendere, con la normale diligenza, che il project presentato, nelle sue varie versioni, era di fatto contrario ai requisiti di legge, cioè non rappresentava più il pubblico interesse. Da quel momento sarebbe possibile individuare in coloro che lo sostenevano quelli che erano interessati all'affare, quelli che si fidavano senza entrare nel merito e quelli che pur leggendo le carte non ne avevano capito il contenuto, lasciando agli interessati di posizionarsi liberamente. Qualcuno vorrebbe ora far credere che il project sarebbe saltato a causa del parere del dirigente comunale sull'insediamento di Tagetik e dai rinvenimenti archeologici. La prima, è del tutto inconsistente perché riguarda il fabbricato e non il project e basterebbe ricordarsi che l'investimento è del tipo "mission related", cioè in buona sostanza che si fanno i lavori quando sappiamo chi occuperà l'immobile e, anche se Tagetik non poteva aspettare i tempi delle normali procedure, l'immobile a prezzi così bassi e oltrettuto ottenuto a titolo di contributo sarebbe stato comunque vantaggioso per la Fondazione. Unico cruccio è che l'intervento diretto avrebbe giocato un ruolo non secondario nella campagna elettorale: le gru alla manifattura! La seconda è ugualmente inesistente perché il progetto di Rocco&Puccetti contiene fin dal febbraio 2020 tutte le indicazioni necessarie di carattere archeologico e il progetto prevedeva scavi di profondità modesta perfettamente compatibili con l'area anche se fosse stato necessario qualche demolizione da farsi autorizzare dal Soprintendente oppure direttamente dal ministro Franceschini. Ma anche se non fosse stata possibile la demolizione, la matrice dei rischi contenuta nella famosa delibera del 25 marzo 2021 richiamata dal sindaco, che farebbe bene a rileggere
prima di fare dichiarazioni avventate, prevede già che, in caso di ritrovamenti archeologici che dovessero condizionare l'investimento, sarebbe stato modificato il piano finanziario in modo concordato. In pratica con la riduzione degli investimenti sarebbe stata ridotta la durata della concessione".

Conclude Viviani: "Tutto qua. Va però detto che se passa la linea della mancanza del pubblico interesse ne uscirebbe a pezzi una parte consistente dell'ossatura del potere cittadino che potrebbe essere visto come un insieme di scaltri affaristi, servi volontari o inutili idioti. Meglio allora la scusa degli scavi e del parere negativo del dirigente: tutti possono cascare dal pero e così finire parafrasando il Gattopardo: che caschi tutto perché tutto resti in piedi. Chi ha perduto? Difficile fare l'elenco, certamente la Città di Lucca che ha perso tanto tempo in un momento particolare del nostro Stato in cui sono presenti numerose forme di finanziamento, andate perdute nel seguire pervicacemente la proposta Coima SGR; la Fondazione, il cui Fondo che ha appositamente costituito e che dovrà liquidare, ripagherà tutte le spese dei tecnici e dei legali interessati nell'operazione oltre a Coima SGR, che sta costando trecentotrentamila euro annui dal 2019 solo per la gestione del Fondo, del tutto inutile; certamente altri, i cui nomi ognuno può immaginarseli".

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