Anno XI 
Martedì 13 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da mario pardini
Politica
19 Ottobre 2023

Visite: 550

Il succo della storia fino a qui. 25 marzo 2021: nel corso del consiglio comunale di Lucca venne bocciata la mozione che richiedeva l’intitolazione di uno spazio pubblico a due giudici eroi nazionali della lotta alla mafia: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Votarono no coloro che allora erano maggioranza ed oggi siedono nei banchi della minoranza, gli stessi che oggi ci gridano contro negli emicicli istituzionali. Quella volta però non ci furono lanci di agenzie e titoli di testate nazionali. Perché? A voi la risposta. Martedì sera in Consiglio comunale - in merito alla mozione per l’intitolazione di una strada o piazza a Sandro Pertini - nessuno è entrato nel merito della figura storica dell’ex Presidente della Repubblica.
 
È stato solo fatto presente che quella non era la sede per la richiesta, che l’amministrazione ha una ‘road map’ (anche) sulle intitolazioni, come evidenziato dalla recente creazione di una apposita commissione toponomastica, che non esisteva da anni: in quella commissione si discutono le intitolazioni di strade e piazze.
 
In tutto questo dispiace che una figura significativa come Sandro Pertini sia stata palesemente strumentalizzata ai fini di un attacco politico studiato e coordinato da una minoranza che - di fatto - si dimostra incapace di uscire dal contenitore della propaganda ideologica invece di fare proposte concrete per migliorare la vita quotidiana dei cittadini.
 
Una minoranza composta da ex amministratori pubblici, che in queste ultime ore ha dato il peggio di se non solo riportando pubblicamente false dichiarazioni attribuite al sottoscritto, non rispettando i tempi e le regole del Consiglio comunale, sbagliando (volutamente?) l’iter burocratico da seguire e dimostrando quindi di non puntare a raggiungere il risultato, ma anche – e soprattutto – dimostrando scarso rispetto per il Presidente Sandro Pertini, usato come arma contro l’avversario politico in assenza di argomentazioni più solide per fare opposizione.
 
Si straparla di mantenere viva la democrazia, ma essa vacilla quando si scontra contro postulati ideologici che mirano a condizionare il sano e civico libero arbitrio. E la libertà di pensiero garantita dalla nostra Costituzione muore – per sua natura – di fronte a qualsiasi tipologia di dogma.
I cittadini questo lo sanno e non si fermano alle apparenze, ma indagano più in profondità una realtà che raramente è superficiale come le strumentalizzazioni che si propongono di insegnare in termini assoluti cosa è giusto e cosa è sbagliato.
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