Da giorni a Lucca si percepisce nell’aria una vibrazione positiva che risuona come possibile cambiamento nel panorama italiano e che può camminare ben oltre questa città. Un cambiamento civico che da qui può partire.
Non sarebbe la prima volta considerato il corso della storia e la propensione al fermento culturale della città stessa. Il Cristianesimo attecchì qui tra i primissimi insediamenti italici, cosi come il vento della Riforma protestante quale dissenso dalla chiesa cattolica di Roma successivamente (XVI secolo); fenomeni che presero piede proprio su questo territorio grazie al posizionamento geografico ed all’apertura degli scambi commerciali tra popoli, motori da sempre di confronti tra civiltà.
Una necessità sentita grazie proprio al disordine globale di principi morali in primis che stiamo vivendo e di cui sono complici non solo le sinistre democratiche annacquate e mancanti di buon senso su priorità strategiche, ma anche il disinteresse cittadino. Un circolo virtuoso inverso.
Un disordine di sistema pianificato da decenni già ampiamente annunciato come ultima fase di vita di un sistema capitalistico in cancrena (il corporativismo di Orwell). La pandemia, la guerra, la profetizzata carestia, la stagflazione, la bolla valutaria delle valute fittizie. Tutto serve come mezzo per l’autofagocitamento finale della civiltà.
Destino Manifesto e debito di sangue dei popoli d’Europa
Un pò di profondità storica indietro di almeno un ottantennio ci aiuterebbe a comprendere il fenomeno terminale a cui stiamo assistendo dell’espansionismo atlantista derivante dal fine ottocentesco pensiero del Destino Manifesto e della distribuzione in via esclusiva della forma di libertà e democrazia, sic placet, dall’ Impero di Diritto (Empire of Right) che non ha bisogno di introduzioni.
Per chi non avesse comfort in materia si suggerirebbe di ricercare il ruolo e l'influenza sul pensiero dominante in questo dettata dall influente think tank del Council on Foreign Relations (CFR), il cui piano strategico già nel 1940 avrebbe previsto, una volta caduta la Francia (accaduto per l’appunto nel 1940 stesso), che l’Europa potesse essere gestita da Nazisti stessi ed il resto del mondo da una presenza diretta degli americani: semplice e logico senza confronti diretti. Di fatto non andò proprio così con l’intervento dei Russi in Germania e di ciò che comportò per l’Europa nei decenni a venire.
Il concetto in continuità ripreso dal saggio mantra sull’American Century del 1941 (Henry Luce) è noto per la sua visione nel quale si citava espressamente:
“Le tirannie possono richiedere una grande quantità di spazio vitale. Ma la Libertà richiede e richiederà uno spazio vitale molto più grande della Tirannia”.
In tutto ciò l’Europa e le sue nazioni, secondo il piano del CFR, avrebbero avuto la fantastica ed eventuale chance di cadere o sotto l’effetto di totalitarismi di varia natura o se liberati - come poi successo - costretti a vivere in un perenne stato di Debito di Sangue verso i propri salvatori: gli atlantisti. La situazione ad oggi è nota e non parleremo di attacco allo spread in questa riflessione.
Non saremo tutti Sioux confinati in una Riserva Digitale
Il cambiamento civico, se questo è inteso come avversione al Manifesto Destino della civiltà (della caduta dei principi etici in primis), si percepisce ed un fronte libertario inizia a comprendere la direzione in cui tornare ad affermare la centralità dell’uomo in ottica neoumanista.
Sì esattamente, l’uomo, il cittadino e le sue relazioni in una comunità prima ancora delle macchine intelligenti, delle tecnologie, dei QR code che ne distanziano l’essenza sociale. L’uomo e cittadino nelle necessità di relazioni fisiche di presenza animata nelle piazze.
L’uomo e cittadino contro i soprusi corporativistici abbattutisi sulle città con i governi complici e sostenitori del Destino Manifesto al progresso. L’uomo e cittadino contrario alle superstizioni indotte e agli abusi della psico-comunicazione. Il Covid, il clima, il genderismo ovunque: dogmi su dogmi imposti tirannicamente. Ma è’ cosi sostenibile questo progresso, ci include veramente tutti o solo chi domina gli algoritmi?
I muri digitali nelle comunità giocano a favore dei centri di controllo, così come litigiosità, odio e distruzione di empatia. E’ gioco semplice così, nell'attuale sistema indirizzato al tecno-feudalesimo, gestire un algoritmo e continuare a disseminare - magari con l’ausilio di profeti digitali - dissociazione cognitiva in ogni campo di pensiero con difficoltà a comprendere realtà ed illusione.
Il tempo della Singolarità - tempo in cui l’intelligenza artificiale avrà superato quella biologica - in cui l’essere umano e cittadino, ridotto a vivere nella propria riserva digitale (o Metaverso) come un Sioux, è dietro l’angolo.
Il cambiamento - quale reazione al Manifesto Destino - può arrivare; dopo due millenni un po’ di esperienza in materia di democrazie e libertà ce la siamo fatta. Il buon senso, toccato il fondo, è sempre tornato a prevalere.
Il ritorno alla centralità dell’uomo e dei principi etici ripartono dalle città
Il grande errore della Sinistra Democratica - democratica specialmente in fase pre-elettorale - è quello di sottovalutare questo aspetto ed essersi totalmente sottomessa alla fluida evoluzione della specie umana imposta dal diktat espansionistico globalista, innamorandosi di parole come sostenibilità di ogni tipo ed “altrui” inclusione (ovvero nell’altrui giardino).
Tutte belle parole promosse a suon di Forum da parte degli eletti promotori di un Reset che si spostano protetti invece da inquinanti eserciti privati. Cosa temono se proprio loro includono tutti?
Il grande errore della Sinistra annacquata è stato quello di aver abbandonato l’uomo e cittadino (così come il diritto alle condizioni eque di lavoro per cui era nata) dimenticandosi completamente della compatibilità culturale col nostro modello di funzionamento societario e matriarcale da cui deriviamo. Me lo fece notare un amico cinese, osservatore di costumi e società.
Esiste sempre un punto di fondo alla sottomissione ed alle invasioni culturali al nostro modello di civiltà, ne sono convinto e la reazione al Destino Manifesto all'evoluzione coatta della civiltà di specie non tarderà a farsi sentire, specialmente quando tutte le parti - siano esse gens Patrizia e Plebea - inizieranno a comprendere e collaborare (Menenio Agrippa docet).
Il cambiamento avverrà, grazie al buon senso, portando un nuovo orizzonte ed una visione liberale, bilanciata ed etica nei rapporti a partire dalle città e potrà distribuirsi tra popoli e nazioni europee attirati da un nuovo sovranismo culturale, magari selettivo - come una membrana - sui dogmi da preservare e/o integrare alla propria identità storica di nazione, senza inficiare la propria essenza originale.
Lucca sarà ancora una volta un esempio di rinascita del pensiero libero, razionale, senza pregiudizi di offesa. Lucca saprà portare in prima fila il diritto alla felicità, alla tutela della sicurezza del cittadino e dell’uomo.
Lucca sarà apertura al dialogo, divenendo cosi un laboratorio di etica di principi, di buone prassi di condivisione progettuale per cittadini ed esempio per generazioni future, come un faro in un mare in tempesta. La tempesta del disordine dovuto al declino di una civiltà, al disinteresse e disillusione verso la res-publica poiché distratti da velleità e droghe digitali. Se questo è il cambiamento annunciato, questo è ciò che sentirò di sostenere, non senza rappresentare critiche e spunti al miglioramento.