Siamo all'ultimo giro. Per chi ha frequentato o frequenta abitualmente le gare di atletica e, in particolare, quelle di mezzofondo e di fondo, gli ultimi 400 metri di gara corrispondenti ad un anello di pista, sono preceduti dal suono della campanella, un suono che ti fa capire come, ormai, devi tirare fuori tutto quello che ti resta per giungere allo sprint nelle migliori condizioni possibili. Ecco, anche per la politica lucchese siamo arrivati a questo punto. E, nella fattispecie, per il futuro di Giorgio Del Ghingaro, attuale sindaco di Viareggio, possibile e probabile sindaco di Lucca.
Questa sera in un luogo sconosciuto ai più, ma non a noi che, comunque, vogliamo tenerci alla larga, andrà in scena un altro incontro al quale parteciperanno tutte quelle forze che si augurano la sua discesa in campo al di qua del Quiesa. A cominciare da Lucca 2032 il cui candidato, Mario Pardini, è attualmente in volo sull'Oceano Pacifico di ritorno dall'Argentina - atterrerà domani a Firenze - e ha inviato il suo uomo di fiducia Enrico Torrini. Per poi aggiungere Marco Remaschi, Valter Alberici, Francesco Colucci, Donatella Buonriposi, Alberto Baccini, Celestino Marchini, Lodovica Giorgi, Elvio Cecchini e, forse, ce ne dimentichiamo qualcuno. Ci sarà o non ci sarà re Giorgio? Lasciamo la sorpresa.
Ormai non c'è più trippa per gatti e i gatti, tanto per essere chiari, sono incazzati come iene. Il Pd regionale sta avendo grossi problemi gastroenterici a livello di digestione non riuscendo ad accettare che Giorgio Del Ghingaro, un figlio mai amato anzi, semmai mal sopportato, che, però, come sempr accade, ora che sta per andarsene, viene reclamato a gran voce. E non certo, è bene dirlo, perché i dem si sono improvvisamente pentiti che, in casa loro, il pentimento non sanno nemmeno dove sta di casa, bensì perché se la stanno facendo sotto dalla paura. Sì signori, pare che lo stesso segretario regionale Simona Bonafè abbia incontrato a Firenze l'attuale sindaco di Viareggio per cercare di convincerlo a soprassedere, anche se già qualcun altro gli aveva promesso mari - ma ce l'ha già essendo sindaco a Viareggio - e monti senza che lui abbia accettato. Un posto in consiglio regionale alle prossime elezioni? Un seggio alle politiche?
Sarà, ma per noi che a sessant'anni abbiamo capito come va il mondo, un uovo oggi è sempre meglio di una gallina domani.
Ebbene, secondo le indiscrezioni delle solite malelingue che anche da queste parti albergano e prosperano, alcuni personaggi politici avrebbero esercitato pressioni di carattere politico, professionale e anche personale sull'ipotetico candidato del terzo polo a sindaco di Lucca. Per carità, niente di illegale o di illegittimo, ma soltanto il tentativo, estremo, di costringere e convincere un uomo a rinunciare al suo sogno e alla sua possibilità di diventare sindaco per la quinta volta consecutiva: un record da far rabbrividire persino i politicanti da strapazzo che sopravvivono, e bene, nella capitale.
Le pressioni le possiamo immaginare e anche comprendere. Se Del Ghingaro si candidasse - e si candiderà - il figlio del notaio avrà davanti lo stesso percorso riservato dalla malasorte, dall'imperizia e dalla cattiveria della sinistra nostrana a Remo Santini cinque anni fa: ossia, siederà per un lustro sui banchi dell'opposizione a rosicchiarsi le unghie e ad assistere impotente alle realizzazioni di un sindaco decisamente decisionista e lontano dalle logiche di partito come, appunto, è Giorgio Del Ghingaro.
Qualcuno, oggi, ha annunciato per il 24 marzo il fartidico discorso del re, parafrasando un film da Oscar. Se così fosse e se così sarà, è probabile che servirà l'intervento dei volontari del pronto soccorso per risollevare da improvvisi malori tutti coloro che, a sinistra, erano convinti di aver vinto per colpa di una destra ridicola, incapace e inguardabile.
La Lucca che ha voglia di rinnovarsi e di guardare con fiducia al futuro spera che Giorgio Del Ghingaro sappia seguire se stesso e non le direttive di un partito al quale ha sempre guardato con amore e dal quale è stato sempre o quasi trattato a pesci in faccia, almeno a Lucca. Ora o mai più è il caso di dire e, caro Giorgio, ricordati come scrisse anche Luis Sépulveda: vola solo chi osa farlo.