"Se non si riesce a sopperire alla carenza di personale fra Lucca e Valle del Serchio bisogna trovare soluzioni alternative, anche drastiche. Perché non si può mettere a rischio la salute dei dipendenti e dei pazienti e si deve puntare sempre a un servizio di qualità. Se necessario bisogna tornare al passato e chiudere per alcuni mesi i servizi non indispensabili o prioritari".
A lanciare la sfida è la Uil Fpl di Lucca, tramite il segretario Pietro Casciani e il responsabile aziendale ed Rsu, Andrea Lunardi. L'emergenza è ormai un fatto consolidato, confermata dai numeri delle assenze che si spiegano in vario modo: "Da un lato c'è la recrudescenza del Covid che ha fortemente colpito anche fra il personale – proseguono Casciani e Lunardi – ma le carenze ci sarebbero comunque a prescindere da questa nuova ondata. Gravidanze, infortuni e malattie, aspettative a vario titolo e assenze strutturali, ora si sentono di più. Perché a differenza dell'anno scorso l'attività dell'ospedale non si è ridotta ma anzi aumenta giorno dopo giorno, soprattutto per l'attività arretrata e per i numeri delle persone contagiate dal virus e naturalmente per tutte le prestazioni ordinarie. Per permettere ai lavoratori la fruizione delle ferie, necessarie al recupero psico-fisico, il prezzo per chi resta è salato; i presenti si devono sobbarcare un surplus d'attività, saltare i riposi per coprire i turni e sperare che non piovano altre assenze. E' uno stress persistente che logora anche le persone più forti".
Non ci sono settori o reparti che si salvano: "Mancano infermieri, OSS, ostetriche, tecnici sanitari di laboratorio e di radiologia. Vale per Lucca, Barga e Castelnuovo, in ogni settore/reparto. Si deve sapere che per tamponare alcune gravi situazioni ospedaliere Il personale è stato preso dal territorio, proprio quella struttura organizzativa che dovrebbe fare da valvola di sfogo; dovunque, come detto ci sono criticità." La soluzione ideale resta quella delle assunzioni: "Se non sono possibili a tempo indeterminato a questo punto per l'estate sarebbero utili anche gli interinali, e se non presenti sul mercato si deve aprire con apposito regolamento a chi è andato in pensione e magari è disponibile a fare qualche turno, il tutto per superare il periodo più critico".
Ma su questo fronte l'azienda al momento sembra non rispondere e la Uil Fpl propone la sua ricetta: "L'unica soluzione possibile in assenza di assunzioni è quella di percorrere la strada attuata anche in fase pre-covid: ridurre i posti letto. Un'operazione – concludono Casciani e Lunardi - calibrata in base al personale presente per tenere alta la qualità della prestazione. Significa ridurre o chiudere i servizi su cui è possibile intervenire, non essenziali, e in sintesi rimandare a settembre tutto quello che si può rimandare come si faceva nel 2019".