In lei ci eravamo imbattuti tanti anni fa, in occasione di un processo intentatoci per una delle solite presunte diffamazioni fuoriuscite da uno dei nostri Ce n'è anche per Cecco a cena apparsi sulla Gazzetta di Lucca. Assisteva legalmente il nostro accusatore mentre noi, come sempre, avevamo alle nostre spalle la pantera del foro lucchese Cristiana Francesconi. Quella volta, come tante altre, finì bene: venimmo assolti perché il fatto non sussisteva e da allora evitammo più volte di scambiare anche solo un saluto con l'avvocato penalista Ludovica Giorgi tra l'altro conosciuta per le sue posizioni politiche decisamente di sinistra.
Questa mattina ce la siamo trovata davanti al tavolo convocato al bar Astra dalle opposizioni per commentare la vittoria derivante dalla bocciatura del progetto Coima-Fondazione Carilucca per la ristrutturazione della ex manifattura tabacchi nel cuore del centro storico. Pressoché impossibile non salutarla anche con un mezzo sorriso, domandandoci, inevitabilmente, cosa ci stesse a fare lei, insieme alla Lega, a SìAmo Lucca, a Difendere Lucca, a Forza Italia. In realtà sapevamo bene che era stata proprio lei tra le più agguerrite e sincere avversarie del progetto medesimo e dell'amministrazione tambelliniana a dimostrazione, come ha sottolineato lei stessa e come ha ben evidenziato Elisa Montemagni, che quando c'è di mezzo il bene comune, fare distinzioni tra destra e sinistra e tra contrapposizioni ideologiche non ha alcun senso. Lo ha detto bene anche l'architetto Elvio Cecchini che, insieme, appunto, alla Giorgi e a Giorgio Lazzarini componeva il trio appartenente al comitato Salviamo la manifattura.
Appena terminato l'intervento di Remo Santini abbiamo preso la parola e, provocatoriamente, abbiamo chiesto come mai nessuno accennava, nemmeno Santini, alla figura barbina ed è un eufemismo, rimediata dall'ente di San Micheletto in questa vicenda che ha provocato enormi spaccature all'interno della città.
E' a questo punto che la Giorgi è partita a razzo, nemmeno si trovasse ai blocchi di partenza di una improbabile gara di velocità su una pista di atletica. Il suo intervento è stato preciso e sintetico, ma durissimo nella sua concretezza e nella sua capacità di andare dritto al bersaglio senza fronzoli e senza sconti per chicchessia. "A proposito della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca - ha esordito - io preciso che sono parte dell'assemblea dei soci e almeno in tre occasioni ho manifestato il mio pensiero contrario al progetto, e questo nel più totale silenzio del resto dell'assemblea salvo due persone, Marco Porciani e Alberto Varetti. Evidentemente si riteneva che il solo nome della fondazione Carilucca avrebbe potuto azzerare ogni contestazione e questo è stato un grosso errore di valutazione. In questa circostanza la fondazione ha, invece, dimostrato che al di là dell'istituto esiste la dirigenza della fondazione stessa che si è dimostrata non autorevole e nemmeno adeguata al compito. La verità è che non hanno fatto i conti con la città, cullati nell'idea che se c'è di mezzo la fondazione mai sarebbe stato messo in dubbio il suo operato. La città, al contrario, ha dimostrato di non essere né comprabile né ricattabile e che l'opposizione al progetto non si è fatta né rabbonire né intimidire".
Se le parole sono pietre come scriveva Carlo Levi, quelle di Ludovica Giorgi, questa mattina, sono destinata a fare molto male: "Hanno vinto il coraggio e la competenza. In una città che non ama esporsi, abbiamo avuto il coraggio di andare controcorrente, di metterci la faccia con tanto di nome e cognome e professione. Sì, perché il nostro e parlo del mio, di Giorgio Lazzerini e di Elvio e di tutti quelli che hanno combattuto questa battaglia, è il coraggio di chi ha rischiato in prima persona. Noi svolgiamo tutti attività professionali che si basano sui rapporti umani e non soltanto. Ebbene, scegliere di esporsi su questa vicenda ha significato molto e anche il pericolo di trovarsi isolati ed emarginati. Ci hanno detto di tutto, ci hanno anche umiliato, è stato detto da qualcuno, riferendosi alla sottoscritta, che sarei il 'bla bla bla dell'alta società'. Noi, però avevamo le competenze e abbiamo studiato, quello che non è stato permesso, invece, all'assessore Marchini a cui non è stato consentito di approfondire le cose".
La Giorgi ha concluso in crescendo: "Chi ha vinto e chi ha perso in tutta questa storia? Ve lo dico io. Ha vinto la trasversalità, ha vinto il no ad ogni ideologismo perché lo dico senza problemi, non capisco perché non si possa avere idee condivise anche se appartenenti a diversi schieramenti politici. Se la destra ha qualcosa che condivido, non ho problemi a schierarmi con lei, basta con le ideologizzazioni. Hanno perso l'arroganza di Coima e della fondazione Carilucca, ha perso l'autoreferenzialità di coloro che vivono nelle loro stanze e pensano di non dover scendere a parlare con la città, ha perso, fatemelo dire, il clientelismo sì, perché hanno provato a tirare dentro da una parte e dall'altra senza alcun ritegno. Sarebbe bellissimo, adesso, chiedere scusa perché la grandezza di una persona si misura proprio dalla sua capacità di ammettere l'errore e più grosso è quest'ultimo e più grande è la persona che riconosce di aver sbagliato. E' bello vincere e noi abbiamo vinto, ma siamo disponibili a sederci ad un tavolo con chi ha perso e vedere cosa si può fare, ma attenzione: se non lo faranno, bene allora proveremo anche a stravincere".
Giorgio Lazzarini ha avuto parole di critica per Confcommercio, accusandola di non aver pensato a curare gli interessi dei propri iscritti sostenendo il progetto Coima-Fondazione nonostante contemplasse, con i 4 mila metri quadrati di superficie commerciale lo stravolgimento del commercio nel centro storico".
Foto Alcide