A.S Lucchese
Gorgone ribadisce: "I miei ragazzi sono fantastici e la gente ha apprezzato quello che hanno fatto"
La Lucchese vince l’ultima partita della stagione, regolando la Torres, terza forza del girone, con un 3 a 2 che le lascia, però, molto amaro in bocca ai rossoneri.

Onore ai rossoneri che battono la Torres e andranno ai play-out, ma il fallimento è dietro l'angolo (Photogallery)
La Lucchese vince per 3 a 2 contro la Torres. Dopo essere passata in vantaggio con Selvini, al 10’, ed essere andata in svantaggio grazie ad una doppietta di Fischnaller, la ribalta con un doppio Saporiti che, tra lo scadere del primo tempo ed il quarto d’ora della ripresa, consegna tre punti alla Pantera

Lucchese travolta ad Arezzo, un'agonia senza più senso
Dura un tempo la speranza della Lucchese di portare a casa un risultato positivo nella trasferta di Arezzo. Dopo essere passata in vantaggio con il solito Magnaghi, al 28’, la Pantera è stata raggiunta al 40’ del primo tempo con Mawuli

Per colpa di una società inesistente, squadra e mister 'umiliati': il presidente dell'Arezzo pagherà, con un bel gesto, la metà delle spese della trasferta rossonera
La Lucchese è in crisi societaria ed il presidente dell’Arezzo Anselmi si accollerà parte delle spese per la trasferta della Lucchese… “a casa propria”. Nella paradossale…

Dirigenti incredibili: si sono messi in tasca i soldi della gara casalinga con la Ternana e la squadra ad Arezzo dormirà in camere da quattro. D'Andrea cosa aspetta a dimettersi?
La Lucchese compie l’ennesima impresa della stagione, battendo per 1-0 la Vis Pesaro, squadra rivelazione del campionato, sesta in classifica e con lo sguardo già rivolto ai play-off. Il risultato va perfino stretto agli uomini di Gorgone

Non serve a nulla per colpa della società, ma i ragazzi di mister Gorgone liquidano la Vis Pesaro e dimostrano di avere carattere e volontà
Con un eurogol del numero 10 Selvini, al 52’, la Lucchese compie l’ennesima impresa, batte per 1 a 0 la Vis Pesaro, e dimostra ancora una volta quanto la squadra sia attaccata alla maglia ed alla città

Lucchese 1905 Game Over: ormai non resta che portare i libri in tribunale
Nessuno ha avuto il coraggio e la faccia di presentarsi questa mattina nella tanto annunciata e mai confermata o smentita conferenza stampa dei vertici societari. Di b onifici nemmeno l'ombra e si chiamano in causa disguidi tecnici semplicemente ridicoli

Lucchese, nonostante le promesse di soldi nemmeno l'ombra. Ma il presidente Benedetto Mancini non può farci vedere le contabili dei bonifici effettuati?
Chissà quante volte giocatori, dipendenti, staff tecnico della Lucchese hanno cliccato sull'home banking del proprio cellulare per vedere se, miracolo, i soldi promessi e più volte annunciati da…

Questa volta è la Lucchese a prenderne quattro dal Pontedera
Il Pontedera si aggiudica il derby toscano con un netto 4-1 che parla da solo. Già sul 2 a 0, al 15° del primo tempo, con una tripletta di Italeng ed un gol di Lipari, gli amaranto portano a casa una vittoria che non è mai stata in discussione

I giocatori della Lucchese ci ripensano perché la società ha annunciato di aver disposto il bonifico di tre mensilità
Il presidente della Lucchese, dopo aver criticato i giornalisti responsabili di aver creato un clima non facile intorno alle vicende del…

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Da più di un mese, l’ultima partita è datata 23 febbraio (1-0 inflitto al Ligorna grazie all’inzuccata di Iadaresta), la Lucchese non scende in campo a causa dell’emergenza Covid-19. Stante l’attuale situazione, appare quanto mai improbabile ipotizzare una ripresa delle attività sportive nel mese di maggio come riconosciuto dal ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Resta da capire, allora, quale soluzioni potrebbero essere adottate per la stagione 2019-2020 fermo restando che la priorità è indirizzata alla tutela delle persone. Alcune federazioni, vedi quella rugbistica e in parte la Fip per quanto concerne i campionati regionali, si sono già mosse.
Le ipotesi sul tavolo sono, sempre considerando che le tempistiche sono dettate da questo maledetto virus, sostanzialmente tre. L’importante, secondo il nostro modesto punto di vista, sarà prendere una decisione che non comprometta la stagione 2020-2021 tenendo a mente come tante società potrebbero fare i conti con un calo di alcuni preziosi sponsor.
1) Modello inglese: annullamento di tutti i campionati dilettantistici
Sarebbe la soluzione più drastica, sintomo di come, ahinoi, l’emergenza perdurerebbe per altri mesi con tutto quello che ne consegue. La Football Association, cioè la Federcalcio inglese, ha disposto l’annullamento dei risultati per la stagione sportiva in corso per i campionati dilettantistici al di sotto della “Non League” e della “National League South e North”. Identica scelta presa dalla Fir (Rugby italiano) che non assegnerà né lo scudetto, tantomeno farà scatterà il meccanismo delle promozioni e retrocessioni. Questo scenario, comunque, appare quello meno probabile visto che anche il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Cosimo Sibilia, tra i primi dirigenti del sport italiano a capire la reale entità del dramma che sta vivendo il mondo intero, sarebbe propenso a terminare nella maniera più regolare possibile la stagione.
2) Ripresa del campionato a giugno con quattro turni infrasettimanali
Tale opzione certificherebbe, prima di tutto, la diminuzione della crescita di questa pandemia e sarebbe prospettata da tutti i club. Sibilia, oltre a mostrare una certa preoccupazione sul futuro di tanti club dilettantistici, potrebbe chiedere, così come i vertici del calcio professionistico, una proroga dei tesseramenti oltre il 30 giugno per permettere la conclusione del torneo e dei successivi play-out nel mese di luglio. I team, oltre a sostenere un richiamo dal punto di vista fisico poiché si tratterebbe di riaccendere i motori dopo tre mesi di stop, sarebbero chiamati ad un tour de force per disputare le nove partite rimanenti; a fronte di cinque domeniche, sarebbero inseriti anche quattro turni infrasettimanali. Verrebbero cancellati, ma questo sarebbe il male minore, sia i play-off, che in D non hanno una grossa valenza, e la Poule-scudetto. Riteniamo che i primi giorni di luglio sia la deadline da non oltrepassare per compromettere la stagione 2020-2021 che inizierebbe, in questo caso, con qualche settimana di ritardo rispetto alle canoniche date. Varrebbe la pena, ci chiediamo, terminare il campionato ad agosto riducendo al lumicino, di fatto, lo spazio ai club di programmare il successivo torneo?
3) Congelamento della classifica per stabilire promozioni e retrocessioni
Una scelta che sarebbe adottabile soltanto se coordinata con la Serie C, in modo tale da non avere nella prossima stagione dei campionati formato extralarge. A beneficiarne sarebbero le prime classificate dei nove gironi della D, tra cui anche la Lucchese, penalizzando, di contro, chi insegue le battistrada oppure chi si trova coinvolto nella lotta salvezza. C’è da dire, però, che le decisioni relative alla mancata ripresa del campionato causerebbero, in ogni caso, delle proteste e, forse, anche dei ricorsi. Non esisterà, dunque, una soluzione che potrà accontentare tutti club.
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Se si pensa agli allenatori che hanno scritto pagine memorabili delle ultracentenaria storia della Lucchese i primi nomi che vengono in mente, solo per citarne alcuni, sono quelli di Erbstein, Melani, Orrico, Favarin, Pagliuca e tutti quelli che hanno conquistato una promozione o prestigiose salvezze nel gotha del calcio italiano. Tanti altri, però, meritano di essere ricordati: da chi è arrivato a Lucca con squilli di tromba salvo poi deludere a coloro i quali si sono seduti sulla panchina della Pantera con poche aspettative rivelatisi poi condottieri apprezzati dal pubblico del Porta Elisa.
L’idea è quella di ripercorrere, in una serie di capitoli in rigoroso ordine alfabetico, la storia dei trainer che si sono succeduti sulla gloriosa panchina della Lucchese cercando di fare un servizio gradito anche ai più giovani sostenitori rossoneri. La storia e il senso di appartenenza non devono mai essere tralasciato neppure in campo sportivo.
Ferrero Alberti (1953-1954): romano, da calciatore mediano della prima Lucchese che approdò in A nella seconda metà degli anni 30’, una volta terminata la carriera si stabilì in Toscana dove intraprese l’attività di allenatore. L’esperienza da tecnico nella città dell’arborato cerchio, però, non fu altrettanto esaltante come quella sul rettangolo verde. Ingaggiato per la stagione 1953-1954, Alberti assunse la guida di una squadra reduce dalla sanguinosa doppia retrocessione dalla A alla C, unita ad una crisi di natura economica. Sin dalle prime giornate il cammino dei rossoneri fu deficitario, vedi il 6-1 rimediato dalla Piacenza, senza mai arrivare ad un’inversione di tendenza. Per Alberti fu inevitabile l’esonero ma il suo successo Galli, suo ex compagni di squadra ai tempi della Serie A, non riuscì ad evitare la terza retrocessione consecutiva della Lucchese per quello che costituisce tuttora un triste primato ancora imbattuto.
Federico Allasio (1949-1950): al termine di una carriera da calciatore spesa in A con le maglie, soprattutto, di Torino e Genoa, Allasio viene ingaggiato dalla Lucchese, allora nella massima serie nazionale, per sostituire Barbieri, deceduto in seguito ad una fulminea malattia. Per un punto la Pantera, trascinata dalle reti del magiaro Kincses, ottenne la permanenza in A ai danni della Roma. Risultato che non valse la riconferma in quel di Lucca ad Allasio che, comunque, allenò nuovamente nel gotha del calcio italiano Torino e Bologna, ottenendo con i felsinei il suo miglior piazzamento con il quito posto nella stagione 1959-1960. La figlia Marisa, inoltre, è stata una celebre attrice italiana negli anni 50’ recitando nel celebre film di Dino Risi Poveri ma belli
Amadeo Amadei (1962-1963): grande centravanti di Roma e Inter, il popolare “fornaretto” (soprannome affibbiatogli in quanto figlio di una famiglia di fornai di Frascati) detiene ancora oggi il primato del più giovane marcatore della Serie A all’età di 15 anni e 287 giorni. Non è stata altrettanta soddisfacente, invece, la sua carriera da tecnico sviluppata parallelamente al proseguo della sopracitata dell’attività commerciale. Dopo i modesti risultati ottenuti a Napoli e Frosinone, Amadei viene chiamato al capezzale della Lucchese, tornata in B, nella stagione 1962-1963. Con la squadra ultima in classifica, il tecnico romano collezionò solamente otto non evitando, quindi, la retrocessione. Amadei, comunque, è stato uno dei primi commissari tecnici della nazionale italiana femminile.
Giuseppe Andrei (1957-1958): La Carrarese è stata, sia da calciatore che da tecnico, nel destino di questo apuano dal curriculum sportivo che vanta come apice la promozione in A con l’Atalanta da calciatore. Con la Lucchese scese in Prima Categoria (non cadenza regionale come quella odierna), Andrei subentra a metà campionato a Rosellini con la speranza di cogliere una pronta risalita nei semi professionisti. Missione fallita sul campo, nonostante i tanti gol segnati da un giovane Luigi Toschi, perché il ritorno in C arriverà in estate per meriti sportivi.
Piero Andreoli (1951-1952): Grande protagonista di quella Lucchese che balzò agli onori delle cronache con la promozione in A nel 1935-1936, spiccando poi il volo per Bologna dove vinse due scudetti giocando da mezz’ala, anche Andreoli non ebbe molta fortuna nella sua esperienza sulla panchina del Porta Elisa. Ingaggiato per guidare i rossoneri in Serie A nella stagione 1951-1952, il tecnico veneto resterà in carica solo per le prime dieci giornate nelle quali raggranellò quattro punti, frutto di una vittoria (4-2 sul Legnano) e due pareggi contro Fiorentina e Novara. Una media da retrocessione che il successore Ferrero migliorò sensibilmente non riuscendo, però, ad evitare la caduta dopo la sconfitta nello spareggio con la Triestina, vero e propria bestia nera della Pantera
Bruno Arcari (1962-1963): Ultimo di una serie di fratelli calciatori, tra i quali spicca Pietro attaccante campione del mondo con la nazionale nel 1934, Bruno Arcari disputò una lusinghiera da calciatore con le maglie di Milan, Bologna, Livorno, Brescia e Genoa (entrando a far parte dell’Hall of Fame) con all’attivo 220 partite e 51 gol. Ad inizio della sua carriera da tecnico, che vedrà il suo punto alto nel triennio di Varese alla fine degli anni 60’ dapprima con la promozione in A e l’ottavo posto della stagione 1967-1968, Arcari arrivò a Lucca in B nella stagione 1962-1963. Dopo un avvio con il piede giusto, 11 punti in 10 gare tenendo presente che il successo valeva due punti, i rossoneri si smarrirono scivolando rapidamente all’ultimo posto. Inevitabile l’allontanamento di Arcari ma il suo successore Amadei, come detto, non riuscì nel miracolo salvezza.