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Scritto da Redazione
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17 Maggio 2024

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Il Circolo Culturale "L'Agorà" di Reggio Calabria, ha organizzato un incontro sul tema "I Carafa e la Santa Inquisizione". La manifestazione, organizzata dal sodalizio culturale, ha il merito di analizzare ed accendere i riflettori su vari aspetti del periodo storico in argomento. Il nuovo incontro, predisposto dall'associazione reggina, ha registrato le presenze della ricercatrice toscana Elena Pierotti e di Gianni Aiello, Presidente del sodalizio organizzatore. Il primo argomento della nuova conversazione, sarà affrontato dalla gradita ospite Elena Pierotti, su "Gian Pietro Carafa il "Papa nero". Elena Pierotti, laureata in storia presso l'Università di Pisa, collabora con diverse riviste specializzate, ed è autrice di alcune pubblicazioni scientifiche. I primi anni Cinquanta del Cinquecento vedono uno scontro durissimo tra il Sant'Ufficio e papa Giulio III, sempre più in conflitto con gli inquisitori che di fatto non riconoscono la sua autorità, ma troppo debole e screditato per proporre una linea alternativa. La battaglia si apre con il lungo e drammatico conclave del 1549-50, quando Gian Pietro Carafa (il futuro Paolo IV) non esita a formulare esplicite accuse di eresia contro alcuni dei più autorevoli esponenti del sacro collegio. Forte del suo ruolo istituzionale di supremo difensore della fede, il Sant'Ufficio riesce a imporre il primato dell'ortodossia teologica su ogni altra considerazione di natura politica e pastorale, ergendosi così al rango di supremo tutore e garante della Chiesa e del suo magistero. A dispetto degli ordini del pontefice, l'Inquisizione continua ad accumulare prove e documenti processuali per eliminare i propri avversari anche avvalendosi delle denunce di persone screditate o di documenti falsi.  Gian Pietro Carafa divenne cardinale e si fece notare per il carisma e le idee anti protestanti e molto conservatrici. Paolo IV Carafa promosse a lungo politiche a sostegno dell'inquisizione contro gli eretici interni alla Chiesa e non solo. Durante il suo pontificato, infatti, sono stati condannati numerosi uomini influenti a livello politico e clericale che negli anni precedenti avevano tentato di ostacolare l'ascesa al potere vaticano di Paolo IV. Il "Papa nero" fece riaprire processi già conclusi provocando condanne a molti imputati che erano stati prosciolti negli anni precedenti. Con la bolla Cum nimis absurdum, Paolo IV promosse la discriminazione degli Ebrei. Istituì infatti il primo Ghetto a Roma nel rione Sant'Angelo e condusse forti azioni per convertire alla religione cattolica numerosi ebrei e protestanti. Il secondo tema riguarda "Eresie ed altre storie nella Calabria del cinquecento" a cura di Gianni Aiello (Presidente del sodalizio organizzatore). Nel 1558 monaci domenicani furono inviati in Calabria per indagare sullo stato delle eresie e per riferire al supremo inquisitore cardinale Michele Ghislieri. Più o meno nello stesso periodo iniziò la sua predicazione nella zona dei Valdesi, Gian Luigi Pascale, entrando in aperto contrasto con il feudatario entro la cui giurisdizione ricade Guardia Piemontese (allora La Guardia), il cavaliere Salvatore Spinelli. L'Inquisizione cattolica diretta da Michele Ghisleri (al secolo Antonio, divenuto poi papa San Pio V) si mise in moto inviando in Calabria i suoi rappresentanti per debellare la setta e costringere all'abiura gli eretici. Le disposizioni alle quali si dovevano sottoporre i valdesi erano durissime. Il Sant'Uffizio vietò loro di riunirsi in più di sei persone; non potevano parlare la loro lingua, l'occitano, ma utilizzare quella parlata localmente; dovevano ascoltare la messa ogni mattina; i bambini dai cinque anni in poi dovevano essere istruiti nella dottrina cattolica; furono obbligati alle pratiche della confessione e della comunione e all'ascolto delle prediche; era fatto divieto di intrattenere rapporti epistolari senza l'autorizzazione dell'Inquisizione; erano vietati i viaggi in Piemonte e a Ginevra e i loro eventuali figli là residenti erano tenuti a rientrare in Calabria, abiurando se eretici; fu imposto di non sposarsi tra di loro; dovettero demolire e non più ricostruire le case che avevano ospitato i predicatori; gli eretici pentiti dovevano indossare un abito giallo.Questi gli argomenti che saranno oggetto di analisi, nel corso della giornata di studi organizzata dal Circolo Culturale "L'Agorà". La conversazione, organizzata dal sodalizio culturale reggino, sarà disponibile, sulle varie piattaforme Social Network presenti nella rete, a far data da mercoledì 22 maggio. 

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