Si può parlare di strategie per la salvaguardia del “bene acqua” a Lucca, e non solo, davanti a un’ottima bottiglia di vino rosso lucchese e qualche polpetta? La risposta, anche un po’ inaspettatamente, è assolutamente affermativa, e ricalca in gran parte l’incontro organizzato dall’associazione “Quelli che…l’acqua”, andato in scena giovedì 2 marzo, e presenziato da svariati consiglieri di ogni colore politico e un nutrito gruppo di persone interessate al futuro della gestione idrica nella città lucchese e nei suoi sobborghi.
Non ha nemmeno senso riaffermare, ancora una volta, che l’acqua è l’elemento cardine di ogni società umana, ed è per questo che la sua gestione e preservazione va sempre pensata e sviluppata per il supporto di cittadini e comunità, e mai sottomessa a logiche di mercato o a qualche infelice gioco in borsa.
Per l’associazione, che si è espressa sulla questione attraverso un comunicato, la gestione dell’acqua nella città delle “cento chiese” è da sempre un vanto delle amministrazioni, e non è un caso che la Geal sia una delle eccellenze italiane in materia. Visti i meriti, però, spaventa l’avvicinarsi della scadenza delle concessioni alla stessa azienda, e il futuro, dal primo gennaio 2026, è ancora tutto da decifrare. Se poi si “inserisce” anche la nuova multiutility costituita dai comuni di Firenze, Prato, Pistoia e altri, la questione si fa ancora più seria, e i lucchesi rischiano di vedere prendere scelte sulle proprie risorse idriche a decine di chilometri di distanza.
Gettare al vento tutte le gestioni passate, visti i risultati, sarebbe un peccato letteralmente mortale.
“Gli animatori di Quelli che…l’acqua auspicano che le istituzioni politiche locali vogliano mettere un po’ d’attenzione a questo variegato argomento al fine di rivendicare la storica autonomia di governo dell’acqua che in passato ha contraddistinto queste municipalità, per non rimanere, come spesso accade – rimarca l’associazione – sudditi delle decisioni prese in qualche altro luogo della regione Toscana. I promotori dell’evento esortano le forze politiche a passare dal silenzio alla discussione pubblica e alla conseguente assunzione di responsabilità prima che gli eventi, già contrassegnati, ci conducano sulla inesorabile strada del non ritorno”.