Anno XI 
Domenica 11 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da mariella bonacci
Cronaca
01 Dicembre 2024

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Marina di Grosseto, 23 novembre 2024: più di mille persone, provenienti da tutta Italia e dall’estero, si sono riunite per confrontarsi sul “Mondo al contrario”, già movimento culturale e divenuto in quel giorno movimento politico a sostegno delle idee del generale Vannacci.

Tra mille volti noti, noi ci siamo imbattuti nell’autrice del libro “La scuola al contrario”, Paola de Franceschi, insegnante che lavora da oltre 25 anni nella scuola italiana e ha maturato esperienza nei campi dell’educazione e della formazione. La nostra curiosità ha avuto il sopravvento, e le abbiamo chiesto un’intervista.

Come le è venuta l’idea di scrivere questo libro con un titolo che si collega a quello del generale Roberto Vannacci, “Il mondo al contrario”?

Leggendo il libro di Roberto Vannacci ho subito notato che mancava un tema importante tra tutti quelli che lui ha affrontato: la scuola. Ritengo che tutto quello che riguarda la nostra società, problemi inclusi, parta dalla scuola: questa da diversi anni soffre di svariate difficoltà, e sta andando al contrario rispetto alla sua naturale missione. Era arrivato il momento di scriverlo, e comunicare a tutti lo stato reale di questa importante istituzione”.

Non trova che in questo momento particolare uno dei punti più critici sia l’inclusione, o meglio integrazione, intesa anche e soprattutto nel sostegno?

È vero: questo è un punto cruciale. Purtroppo, chi si occupa della scuola non ha mai passato un minuto all’interno di essa, le cose sono lasciate al caso e se va bene è solo merito del buon senso degli operatori, non di scelte ben precise con linee guida adeguate. Ci sono continui sperperi e costi non adeguati, chi sbaglia non paga, chi fa bene non ha il giusto riconoscimento meritocratico. Uno dei tanti che non hanno pagato è il ministro Azzolina, che ha sperperato milioni di euro in banchi che non sono serviti a nulla e sono stati buttati al macero. Tutto questo perché tutti hanno la percezione che il mondo della scuola sia malato terminale e impossibile da salvare”.

Siamo d’accordo che la scuola è il fondamento della società, ma non trova che in Italia rispetto agli altri paesi europei gli insegnanti siano sottopagati e molte volte reclutati alla cieca?

Ritorniamo al punto del merito: gli insegnanti entrano per vari concorsi, molte volte ad hoc, senza guardare specificatamente al loro curriculum. Credo che la maggioranza delle persone che operano nella scuola ci metta anima e cuore e abbia voglia di fare, ma che nel corso del tempo si demotivi, perché c’è un precariato assurdo e tanta burocrazia inutile. A questo punto, credo che la scuola vada rifondata, partendo dalla dignità che deve essere riconosciuta agli insegnanti con stipendi adeguati al resto dell’Europa, e da nomine di cattedra non gestite da algoritmi assurdi che mandano un insegnante da Palermo a Milano, quelli del nord al sud o se va bene al centro”.

I corsi di aggiornamento come il TFA non dovrebbero essere secondo lei aperti a chi ha già oltre tre anni di lavoro ed esperienza sul sostegno? E senza costi enormi per parteciparvi?

Tutto quello che mi chiede è vero e giusto: un capitolo del libro è proprio dedicato a tutte queste vicissitudini che gli insegnanti per lavorare devono subire ogni anno. Il libro l’ho scritto io, ma mi sono giunte tante, tantissime testimonianze di questo tipo: ho voluto denunciare queste situazioni, e raccoglierle appunto all’interno del libro. Ad esempio, invece di incanalare il denaro in questi corsi che permetterebbero a tanti insegnanti di avere il ruolo con una formazione specifica, si buttano i soldi sull’educazione del gender: tutto questo è veramente una follia, una follia che influenza i bambini nella loro crescita”.

Non trova che ci sia anche un’influenza troppo invasiva da parte dei genitori nella scuola?

Più che invasivi, io direi che sono nella maggior parte dei casi assenti e deleganti: delegano alla scuola il totale compito educativo, non solo formativo, dei propri figli. Sono cresciuti in maniera esponenziale attacchi di violenza contro gli insegnanti: ognuno dovrebbe avere il proprio ruolo”.

Allora cosa bisogna fare secondo lei?

Avere la pazienza di ricostruire tutto l’impianto scolastico, dividendo in maniera chiara i ruoli: la scuola istruisce secondo le regole dello stato e della costituzione, la famiglia educa”.

Tutto questo è giusto e condivisibile, ma come ci si arriva?

Lo fai dall’interno e chiedi alla politica di diventare una cosa seria: mi auguro che si realizzi, sull’onda dell’entusiasmo popolare che si è creato intorno al pensiero Vannacci, un cambiamento radicale della politica, e che diventino una cosa sola il volere popolare e il governo del paese”.

Tutto quello che ci ha detto la scrittrice è giusto e condivisibile: anche noi ci auguriamo che questo entusiasmo popolare cresca e porti a un cambiamento radicale nella governance del nostro paese, che non si affievolisca per la via.

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