Come nei migliori articoli che non si rispettino, anche durante la solita, istituzionale conferenza stampa tenutasi a palazzo Orsetti per presentare l'edizione numero 24 in 25 anni del Lucca Summer Festival, la notizia è giunta alla fine. Dopo i convenevoli, i sorrisi, le smancerie e il consueto passaggio degli interventi, qualcuno ha domandato a Mimmo D'Alessandro, patron della manifestazione canora e dopo che questi aveva ringraziato i due sponsor Banco Bpm ed Eurovast dichiarando che senza il loro aiuto e quello di alcuni enti, non ci sarebbe stato il LSF, perché in un quarto di secolo l'ente più ricco e generoso di tutta la provincia, ossia la Fondazione Carilucca, non abbia mai versato un euro di contributo.
Se, in sostanza, fosse stato proprio D'Alessandro a non chiedere o la Fondazione a negare. E' stato come imprimere, all'incontro con la stampa, una sorta di accelerazione con l'organizzatore napoletano che aveva appena esordito mettendo in risalto le affinità tra la città di Napoli e quella di Lucca - calcisticamente parlando - grazie alla presenza, come capitano, nel Napoli scudettato di Luciano Spalletti del difensore Giovanni Di Lorenzo nato a Castelnuovo Garfagnana, e che, a quel punto, è partito in quarta come se avesse da tempo un rospo in gola che non riusciva ad ingoiare e nemmeno a sputare.
Chissà da quanti anni Mimmo D'Alessandro si portava dietro questo fardello e l'atmosfera politicamente corretta della conferenza stampa ha trovato un ostacolo nella progressiva esposizione del promoter che non le ha mandate certamente a dire pur mantenendo una sorta di rispetto istituzionale che Mario Pardini, da buon sindaco democristiano, ha cercato di smussare più di una volta.
Mi chiedete perché la fondazione Cassa di Risparmio di Lucca non ha mai elargito un contributo al Summer Festival - ha spiegato D'Alessandro - Io in passato gliel'ho anche chiesto, ma loro non mi hanno mai degnato di considerazione. Eppure è evidente che il Lucca Summer Festival che, ripeto, si chiama Lucca e sta scritto ovunque e non D'Alessandro o D'Alessandro & Galli, è una manifestazione divenuta, ormai,e a tutti gli effetti, un patrimonio della città stessa. Oggi come oggi non è più possibile organizzare concerti di un certo livello basandosi solamente sulla vendita dei biglietti. E questo nonostante, ad esempio, ad un mese dall'inizio, quest'anno si siano già venduti 100 mila biglietti che non costano poco. Tutt'altro. Oggi assistere ai concerti è divenuto o sta diventando un bene di lusso e non dovrebbe essere così. Purtroppo non possiamo, noi organizzatori, basarci soltanto sugli incassi, ma abbiamo bisogno di aiuto dagli sponsor, dagli enti pubblici e anche da altre istituzioni. Mi sono sempre domandato per quale ragione l'ente di San Micheletto abbia finanziato e finanzi eventi e musica quando, invece, a noi del LSF, non ha mai dato un euro. Perché? Probabilmente posso solo pensare che alla Fondazione non amino la musica. E sbagliano, perché mentre tutto il resto, amore e sport compresi, divide, la musica unisce a tutte le latitudini. E la musica, è bene dirlo forte, è cultura.
E' possibile se non, addirittura, probabile, che le scarpe di Mimmo D'Alessandro fossero, da tempo, piene di sassolini da gettare fuori. O anche no visto che niente e nessuno lasciava presagire quel che, poi, è stato detto. Fatto sta che una volta tirato in mezzo, il fondatore e ideatore del festival musicale più famoso in Italia dopo quello di Sanremo, ma molto, molto meglio viste anche le ultime edizioni trash dell'ex rassegna della canzone melodica italiana, non si è più fermato.
Ringraziamenti, ovviamente, sia alla Provincia, presente con il suo presidente Luca Menesini e al Comune di Lucca, seduto al tavolo con il sindaco Mario Pardini e gli assessori Remo Santini, Paola Granucci e Mia Pisano, sia, in particolare, al direttore territoriale dell'area tirrenica di Banco Bpm Adelmo Lelli e Umberto Romano di Eurovast Lucca, sponsor giunto l'anno scorso proprio in occasione dell'avvento a palazzo Orsetti della nuova amministrazione.
La gente non ha idea di quanto costi mandare avanti una organizzazione dedita ai concerti - ha incalzato D'Alessandro - Noi stiamo facendo anche formazione, perché non riusciamo a trovare il personale adatto. Gli italiani non ci sono e siamo costretti ad assumere albanesi, polacchi, rumeni e una volta formati, nessuno ci garantisce che restino con noi o preferiscano salpare verso nuove città come Roma o Milano per fare il loro mestiere per imparare il quale li abbiamo fatti studiare. Oggi, purtroppo, fare musica di un livello elevato costa molto e i biglietti non bastano più nonostante siano carissimi e un operaio che guadagna poco più di mille euro al mese non potrà mai permettersi di spendere il prezzo del biglietto di un concerto. Questo non è giusto e io sono il primo che chiedo provvedimenti al fine di calmierare i prezzi perché la musica deve essere alla portata di tutti. Il problema è, però, che per essere così è necessario che gli enti e gli sponsor ci diano una mano. A Lucca ci sono imprenditori che hanno grandi disponibilità e anche enti e istituzioni. Ebbene, è ora che scendano in campo. Lo dico sinceramente: io non amo la sconfitta e se avessi mollato il Summer dando retta ai miei soci che me ne chiedevano conto, avrei perso e non sono tipo da accettarlo tanto facilmente. Così sono andato avanti anzi, siamo andati avanti ad investire ed eccoci ancora qui. Eppure nel corso degli anni ho sentito parole che mi hanno ferito, frasi che mi accusavano di aver fatto soldi facili quando tutti sanno che non solo non è vero, ma nemmeno sarebbe stato possibile. Quel che abbiamo fatto lo dobbiamo, soprattutto, a noi stessi.
Luca Menesini, sindaco di Capannori e presidente della Provincia, ha voluto spiegare che la fondazione Carilucca non ha dato, così come la Provincia medesima, soldi al Summer Festival perché la legge, espressamente, lo vieta, ma queste parole, pur vere nella forma, non hanno accontentato D'Alessandro nella sostanza poiché, a suo avviso, se pur è vero che il presidente della Fondazione Marcello Bertocchini non può erogare contributi a privati e/o a imprese che hanno scopo di lucro, è altrettanto certo che ci sarebbe il modo per 'aggirare', lecitamente, la normativa ed è stato lo stesso Menesini a suggerire una eventuale destinazione ad hoc ad associazione no profit che, poi, avrebbe potuto girare i soldi al Lucca Summer Festival mediante l'acquisto di biglietti per determinate iniziative o anche per calmierare i prezzi dei tickets.
Mimmo D'Alessandro ha ribadito tre o quattro volte il concetto secondo il quale, presumibilmente, all'ente di San micheletto non amano la musica salvo quella gratuita, ma che senso assistere a concerti dove non si paga l'ingresso perché c'è qualcuno che lo fa al posto nostro? La vera musica non è gratis e la buona musica è solo quella che si paga. Parole forti, che non piaceranno sicuramente a qualcuno, ma che corrispondono alla realtà dei fatti. Concerti gratuiti sono facili da realizzare perché non comportano un corrispettivo e un risultato. E' quando si organizzano eventi di grosso richiamo che, allora, ci si rende conto che non può esserci musica gratis di alto livello perché le persone che vogliono assistere sono disposte a sobbarcarsi viaggio, soggiorno e biglietto, ma pretendono e chiedono in cambio il meglio.
Un tabellone poco italiano? Mimmo D'Alessandro ha così risposto: L'anno passato, appena usciti dal Covid, abbiamo avuto un cartellone con numerosi artisti italiani, ma quest'anno il festival è internazionale e, se guardate indietro, di italiani ce ne sono sempre stati, al massimo, un paio.
Accordo con la soprintendenza sull'utilizzo degli spalti: Era importante - ha detto il promoter - raggiungere una intesa per non incorrere nei malintesi del passato. Del resto in tutti questi 25 anni mai abbiamo causato un danno alla città e alle sue bellezze. Inoltre, a cosa servono se non possono essere valorizzate e anche utilizzate sempre rispettandole come noi abbiamo fatto?
Anche il sindaco ha cercato di recitare il ruolo di avvocato difensore della Fondazione Carilucca dichiarando che, da sempre, l'ente di San Micheletto non dà soldi per legge a privati. Difficile, però, convincere noi e anche D'Alessandro che ha ribadito chiaramente come sia sempre più difficile andare avanti e come sia, al contrario, sempre più necessario l'impegno di tutte le istituzioni senza distinzioni e così dicendo ha portato l'esempio del Festival del Blues a Pistoia che riceve aiuto da tutti, fondazioni incluse senza il quale non potrebbe andare avanti.
Solo il grande amore e la passione per Lucca e il Summer Festival mi hanno spinto ad andare avanti, ha detto Mimmo D'Alessandro. Mario Pardini ha smussato i toni spiegando che così come per Mimmo è stata la passione di aver creato la manifestazione a renderlo innamorato e insistente nel portarla avanti, così il compito delle istituzioni è quello di facilitare al massimo l'organizzazione di un evento che, indubbiamente, ha un ritorno a 360° per la città e il suo indotto, incredibile. ed è indubbio, ha aggiunto, che Lucca e la sua amministrazione si sono prodigate per dimostrarlo in concreto: Fino a quando ci sarà questa amministrazione il Lucca Summer Festival non si muoverà da Lucca.
Lo scorso anno c'erano state delle polemiche per la presenza, all'interno dell'area riservata agli spettatori, di chioschetti ai quali si potevano comprare birre e altre bevande. Ebbene, Mimmo D'Alessandro non ha nemmeno esitato un attimo a rispondere che sarà così anche quest'anno: Perché non ci sono alternative e siamo costretti a farlo poiché con i biglietti non ce la facciamo a coprire le spese. Questo è un messaggio per tutti. I biglietti costano troppo e ciònonostante nessuno si preoccupa di contribuire per renderli accessibili a tutti. Noi, ovviamente, dobbiamo cercare di trovare i soldi che servono dal momento che sponsor e istituzioni non si fanno avanti.