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Lunedì 12 Maggio 2025
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Scritto da Redazione
Cultura
05 Gennaio 2023

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Ultimi giorni per visitare l'importante mostra retrospettiva su Mario Marcucci (Viareggio, 28 agosto 1910 – 2 maggio 1992). Il Palazzo delle Esposizioni della Fondazione Banca del Monte di Lucca resterà aperto anche nel giorno di Befana (6 gennaio) per poter ammirare le 100 opere in mostra, molte delle quali mai viste prima dal pubblico e riunite appositamente per celebrare i trent'anni dalla scomparsa dell'artista. L'ampia retrospettiva dal titolo: "Mario Marcucci. Volta alta, pittura" è visitabile ad ingresso libero fino al 15 gennaio 2023, dal martedì alla domenica con orario 15/19.

Organizzata dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca con la Fondazione Lucca Sviluppo e promossa dall'Associazione Amici di Mario Marcucci, presieduta da Ireno Francesconi, nata a Pietrasanta allo scopo di promuovere la conoscenza dell'artista e valorizzarne l'opera.

Intanto alcuni amici dell'artista ne ricorderanno la figura in un incontro culturale dal titolo "Nessuno è profeta in patria"ad ingresso libero, giovedì 12 gennaio, alle 17, al Palazzo delle Esposizioni di piazza San Martino; interverranno Adolfo LippiIsabella Tobino ed Enrico Salvadori, tre amici di Mario Marcucci, che daranno vita a una conversazione per ricordare e approfondire la figura di questo importante pittore.

Marcucci nel corso della sua vita intrattenne rapporti personali e artistici, con buona parte dei più grandi creativi, poeti e scrittori del secolo scorsoIl sottotitolo dell'esposizione, "Vola alta, pittura"riprende, parafrasandola, una delle poesie di più intensa felicità (Vola alta, parola) di Mario Luzi, che fu tra i poeti e gli scrittori amici di Mario Marcucci e che tanto amarono la sua opera; al pari di Cesare Ghiselli, Antonio Delfini,  Mario Tobino, Alessandro Parronchi, Romano Bilenchi, Eugenio Montale, Giuseppe Raimondi, Carlo Betocchi, Alberto MoraviaCarlo Cassola, Manlio CancogniCesare Garboli; assieme a storici dell'arte e critici di assoluto valore, come Francesco Arcangeli e Roberto Tassi.

Esposti soprattutto acquerelli e tecniche miste su carta, che restituiscono il sapore e l'incanto di un artista votato esclusivamente alla pittura, e al desiderio di lasciarne traccia su ogni materiale, anche il più povero e dimesso, e ripercorrono l'evoluzione del suo lavoro, dagli esordi nella seconda metà degli anni Venti fino agli anni Ottanta, e i generi cui si è dedicato, con particolare riferimento ai motivi che più ha sentito propri e dentro i quali ha, quasi ossessivamente, scavato per decenni – gli autoritratti e i ritratti di persone a lui vicine, gli umili scorci della città natale, le nature morte, i fiori e le piante). Accompagna la mostra un catalogo con testi di Sandro Parmiggiani (curatore del volume), Paolo Emilio Antognoli, Marcello Ciccuto  edito da Maria Pacini Fazzi.

 

 

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