Una serata d'élite potremmo definire quella che ieri sera è andata in scena all'Antica Locanda dell'Angelo dove Vito Cipolla ha organizzato una degustazione dedicata al vitigno coltivato alla latitudine più a nord che esista, ossia il Riesling teutonico che già i romani avevano scoperto durante le loro... peregrinazioni espansionistiche in giro per l'Europa. Oltre il 50° parallelo, infatti, è difficile poter coltivare l'uva anche se, con il clima che sta velocemente cambiando, non è da escludere.
In realtà e dopo averli assaggiati, siamo ancora più convinti che presto p tardi, prima o poi, i vini della Germania tra cui primeggia, appunto, il Riesling, saranno in grado di competere sui mercati anche nostrani.
Ulrich Kohlmann è stato uno splendido introduttore dell'appuntamento enologico, tedesco sì, ma con una proprietà di linguaggio della nostra lingua da far invidia, come sovente accade, a parecchi italiani. Kohlmann ha illuminato i commensali sulle caratteristiche geografiche e non solo di alcuni Riesling che hanno accompagnato una cena a base di pesce dove, oltre alla bontà del nettare di Bacco, sarebbe un torto non rilevare la grande qualità e il sapore dei piatti arrivati in tavola e sposati, ciascuno, con una bottiglia diversa. Navigando, si fa per dire, tra Reno e Mosella ci si imbatte su chilometri e chilometri di viti che producono il Riesling, un vitigno a bacca bianca, ma talvolta anche tendente al rosso, in grado di dare a chi lo beve delle sensazioni nuove e diverse rispetto ai nostri tradizionali vini.
Ne abbiamo avuta la prova proprio ieri sera, in particolare quando ci siamo imbattuti in una bottiglia di Crusius 'Schlossbockelheimer Kupfergrube 2020' dal sapore deciso, quasi metallico, ma che non avevamo mai bevuto e che, accoppiato con l'ombrina al forno con ratatouille di verdure, ci ha deliziato palato, occhi e le immancabili papille (de)gustative e, aggiungiamo, anche le pupille per la forma severa, asciutta, ma accattivante della bottiglia trasparente.
Il menu era iniziato con delle panelle di farina di ceci e altre verdure fritte accompagnate da un Riesling brut 2018. Ottimo l'antipasto con capesante, taccole e nero di seppia annaffiate da uno Schloss Rheinartshausen Roter Riesling 'Insel' 2020. Preludio ad un primo piatto senza sbavature e al quale abbiamo concesso meritatamente un leggero bis: paccheri con orata e zucchine bagnati da una bottiglia di Heymann-Lowenstein, Riesling 'Von Blauem Schiefer' 2020.
Al dolce, tuttavia, non siamo arrivati anche se rimpiangiamo di non aver concluso la serata con panna cotta con purea di pere e non aver degustato l'ultima perla enologica dell'appuntamento: l'Emrich-Schonleber: MonzingerFruhlingsplatzchen Auslese 2017.
Non vorremmo sbagliarci, ma questo Riesling potrebbe riservare delle sorprese in futuro, davvero un ottimo prodotto.
Complimenti anche al signor Ulrich che ha reso bene anche kl'aspetto legato al valore di questo prodotto, passato dall'essere, addirittura, superiore, come costo, allo Chateau Margaux, per poi conoscere un declino tra gli anni sessanta e novanta del secolo scorso, per poi rinascere e diventare, al giorno d'oggi, un vino superbo che è difficile trovare a prezzi abbordabili per tutti.
Foto Ciprian Gheorghita