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Scritto da aldo grandi
capannori
29 Febbraio 2024

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Non solo non c'è pace, si fa per dire, tra gli ulivi, ma, soprattutto, nelle file del centrodestra provinciale, comunale e, almeno fino all'altro ieri, anche regionale. Stiamo parlando della candidatura a sindaco per le prossime elezioni amministrative di Capannori. Mentre il centrosinistra è avanti anni luce, avendo già scelto e preparato la scelta, sul fronte dell'opposizione, evidentemente, la lezione Bartolomei di cinque anni fa non è servita a niente.

Fino all'ultimo i partiti Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia hanno cercato di puntare su un candidato civico di alto profilo, provando in tutti i modi di convincere Remo Santini, attuale assessore al turismo a Lucca e, a detta di molti nel capoluogo, esageratamente (e positivamente, ndr) iperattivo. Santini, come era prevedibile, non ha mai nemmeno lontanamente preso in considerazione questa ipotesi, per cui, alla fine, lenti come lumache, gli esponenti dei tre partiti di governo nazionale si sono trovati con il classico cerino in mano.

In realtà, Fratelli d'Italia, partito di minoranza maggioritario rispetto agli alleati, da sempre aveva in mente il nome di Matteo Petrini, giovane consigliere comunale a Capannori che aveva dato il suo via libera. Ma, in particolare, Forza Italia e anche la Lega, non lo hanno mai digerito. Così si è giunti ad appena tre mesi o poco più dal voto senza un minimo di convinzione nella proposta e soltanto alcuni incontri avvenuti ieri a livello regionale sembrano aver modificato il corso degli eventi. 

Però, c'è sempre un però: proprio lo stesso Petrini, stanco di essere preso in giro, in un breve post sul proprio profilo Facebook ha fatto intendere di ritirare la candidatura e di non essere più disposto a metterci la faccia. In sostanza, e secondo alcune indiscrezioni, il problema non è solo quello di dover cacciare i soldi della campagna elettorale di tasca propria, ma anche la snervante attesa di questi mesi, in particolare per la competizione-incompatibilità con il capogruppo di Forza Italia Matteo Scannerini. Comunque sia, per Petrini le cose sarebbero andate troppo per le lunghe, della serie ora che non sanno più a che santo votarsi, ripiegando sul suo nome mandandolo "al massacro". Lui, quindi, se ne lava le mani lasciando la palla, anzi la patata bollente ai tre partiti che ora dovranno, davvero, metterci il muso senza sapere dove sbattere la testa. E chissà che non finisca come è accaduto a Lucca, quando nessuno voleva Pardini - a parte Fratelli d'Italia - e alla fine, però, tutti si trovarono costretti ad appoggiarlo. Che accada la medesima cosa con il candidato civico Paolo Rontani?

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