Ogni anno è sempre la solita storia, e anzi, la discussione si fa sempre più feroce e politicizzata. Memoria e storia sono due cose ben diverse, e questo è chiaro a tutti, ma cercare costantemente infelici paralleli tra lo sterminio degli ebrei e l’eccidio delle foibe sembra non avere altri dettami che l’interesse politico, o, in buonafede, di un approfondimento storico alquanto carente.
Una situazione di questo tipo viene segnalata anche dall’ex consigliere provinciale Franco Banducci, che con una nota firmata critica la giunta Pardini di confondere e allineare due grandi tragedie del secolo scorso. Banducci prende in esame il testo di convocazione per il 30 gennaio della seduta del consiglio comunale, appurando come la confusione e il tentativo di accorpare tragedie e eventi sia predominante.
“Una grande confusione di drammi per i quali rimane difficile capirne la ragione, eppure bastava che il sindaco si fosse ricordato di come Tolstoj inizia la sua Anna Karenina, e al posto della famiglia avesse inserito la comunità, per farlo diventare: Tutte le comunità felici si assomigliano fra loro, ogni comunità infelice è infelice a suo modo. La comunità ebraica che subì e ricorda la Shoah il 27 gennaio, con il Giorno della Memoria, fu infelice a suo modo, come a suo modo fu infelice la comunità italiana giuliano-dalmata che commemora il 10 febbraio, il Giorno del Ricordo, quando subì la tragedia delle foibe e l’esodo forzato dalle proprie terre. Due drammi ben distinti nella loro infelicità che forse per il nostro sindaco, che vive come noi fortunatamente e con il sorriso in una comunità, comunque, felice, non ha saputo distinguere”.