Anno XI 
Sabato 20 Aprile 2024
- GIORNALE NON VACCINATO

Scritto da massimiliano massimi
Politica
31 Gennaio 2023

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Il consiglio comunale in forma aperta di ieri aveva solo due punti all’ordine del giorno ossia Interventi per celebrare “il giorno della memoria” per ricordare i tragici eventi che hanno coinvolto l’intero modo e commemorare le vittime dell’olocausto e Interventi per celebrare “il giorno del ricordo” per conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, che sono stati entrambi letti dal presidente del consiglio comunale Enrico Torrini.

Subito dopo, il presidente del consiglio comunale ha dato la parola al capogruppo UDC FI Giovanni Ricci che ha spiegato i motivi che hanno portato la maggioranza a voler unificare gli argomenti delle due giornate di cui all’ordine del giorno, spiegandone le ragioni che consistevano nel ricercare i motivi di unione per condannare due eventi criminogeni tra i peggiori della storia del ‘900 e puntando sulle questioni sostanziali che li uniscono piuttosto che alle diversità, soprattutto, ideologiche che, purtroppo, ancora oggi persistono.

Il fine ultimo altro non era se non quello di giungere ad una condanna unanime di due regimi totalitari quali sono stati il nazionalsocialismo ed il fascismo da una parte e il comunismo sovietico e il socialismo jugoslavo dall’altra che sono responsabili di queste atrocità contro l’umanità.

Ricci ha voluto sottolineare di essere molto dispiaciuto che sia l’ANPI sia l’Istituto Storico della Resistenza non abbiano aderito all’invito a partecipare a questo consiglio comunale aperto rilasciando comunicati contrari all’unificazione di queste due giornate.

Il presidente Torrini, dopo aver ricordato che l’ANPI e l’Istituto Storico della Resistenza hanno declinato l’invito a partecipare, ha chiesto al signor Andrea Giannasi, rappresentante di Toscana Volontari della Libertà sede di Lucca, di prendere la parola e questi ha fatto un bell’intervento ricordando persone scampate dai campi di concentramento tedeschi e quindi dalla shoah che ha incontrato e accompagnato nel corso degli anni a parlare delle loro tragiche esperienze nelle scuole.

Ha voluto ribadire che lo stesso impegno profuso con la precedente amministrazione Tambellini la sua associazione lo sta mettendo in atto con l’attuale giunta e proprio in questi giorni stanno proponendo in alcune scuole lucchesi la storia di ciò che è accaduto a Ravensbruk, un campo di concentramento di sole donne. Nello stesso contesto ha ricordato la figura di Nusca Hoffman che insieme alla sua organizzazione andava nelle scuole a raccontare gli orrori di cui era stata testimone, chiedendo al sindaco Mario Pardini di ricordarla con una targa o un intitolazione in un luogo della città di Lucca.

Giannasi ha voluto anche spendere delle parole per la giornata del ricordo, affermando che in questi giorni la sua organizzazione rappresenterà la storia di una rivista satirica che è stata l’ultima delle forme di resistenza a Tito. Il presidente Enrico Torrini, dopo aver ringraziato il rappresentante di Toscana Volontari della Libertà ha ceduto la parola al professor Pesavento, presidente del coordinamento nazionale docenti peri diritti umani che ha ricordato a tutti che la shoah non ha colpito solo gli ebrei, ma anche zingari, diversamente abili e persone contrarie all’ideologia nazista.

Ha voluto rappresentare come il suo sodalizio sia fortemente impegnato nelle scuole a rappresentare gli orrori perpetrati in entrambe gli eventi richiamati nelle due giornate oggetto del consiglio comunale. Ha preso, poi, la parola Sandro Righini del comitato 10 febbraio che ha rappresentato come questa organizzazione si sia costituita proprio per ricordare i massacri delle popolazioni dalmate-istriane da parte dei titini. In particolare ha citato il dramma di Norma Cossetto rilevando come ancora oggi ci sia un negazionismo posto in atto da intellettuali e parti politiche in ordine alla tragedia delle foibe. 

E' stata data la parola a Guido Giacometto dell’associazione Venezia Giulia-Dalmazia, che ha voluto ringraziare per l’occasione di poter parlare spiegando di essere originario di Pola. Immediatamente si è complimentato per aver voluto unire il ricordo di queste due giornate, di queste due tragedie umane che sono il frutto della malvagità dei due regimi totalitari che hanno dominato il ‘900. Ha ricordato il dramma delle popolazioni istrio-dalmate-giuliane e di ciò che hanno subito. Ha sottolineato che a suo parere l’importanza di unificare queste due giornate è data dal fatto che si il nazionalsocialismo-fascismo sia il comunismo-socialismo avevano il medesimo comune denominatore dello sterminio e della disumanizzazione.

E' stata, quindi, la volta di Sergio Maraschin, esule istriano, che ha esordito ringraziando di aver avuto l’opportunità di poter parlare rendendo prima di tutto omaggio alle vittime ebree della shoah e ricordando, senza alcuna intenzione polemica, che molti esponenti di partiti della sinistra che siedono nel parlamento non hanno voluto votare la legge di istituzione della giornata del del ricordo.

Ha aggiunto che è stato il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano il primo a riconoscere i torti che hanno subito i profughi istrio-dalmati-giuliani. E' stato invitato a parlare  Roberto Luis Picchiani di Borbone che ha reso una testimonianza toccante su quanto avvenuto al padre infoibato ad opera dei partigiani titini e quanto lui stesso ha dovuto subire durante la sua adolescenza in Italia.

Terminate le testimonianze, il presidente Torrini ha dato inizio al dibattito concedendo la parola al capogruppo di sinistra Civica Ecologista Daniele Bianucci che, dopo aver espresso la più sincera solidarietà umana ai vari interlocutori che hanno reso delle testimonianze su fatti a loro accaduti, si è apprestato a leggere un documento, anche a nome di tutti gli altri gruppi consiliari di opposizione, che alcuni cittadini rimasti all’esterno di palazzo Santini gli hanno chiesto di esporre.

In sintesi il documento era un atto di protesta contro la decisione, del sindaco Mario Pardini e della maggioranza consiliare che lo sostiene, di aver voluto unificare la celebrazione di queste due giornate che sono diverse storicamente e ricadenti in due date differenti per legge. Quest’azione è stata commentata da questi cittadini come una forzatura che andava evitata ed è stata giudicata alla stregua di un'azione prepotente. In questo documento c'era un’accusa neppure troppo velata di revisionismo storico, di distorsione della storia e di un attacco ai valori costituzionali dell’antifascismo.

Terminata la lettura Bianucci, sempre con tono basso, rispettoso e molto composto, ha dichiarato di condividerne il contenuto e ha voluto ribadire che lo strumento di un unico consiglio comunale non è stata certamente una scelta felice e che, peraltro, il problema era stato già sollevato nella conferenza dei capo gruppo. Condanna unanime di ogni forma di violenza, ma non è accettabile questo tentativo maldestro di voler accomunare queste due diverse ricorrenze. Ha concluso il suo intervento citando quanto affermato dalla senatrice Liliana Segre e ha chiesto al sindaco di smentire quanto gli era stato detto dai cittadini rimasti all’esterno del palazzo ossia che avrebbe avuto dei problemi con la sua maggioranza se non avesse unificato il dibattito di queste due giornate.

Immediata replica per fatto personale del sindaco Mario Pardini che ha contestato questa versione dichiarando che mai avrebbe fatto una simile affermazione. E' stato il consigliere comunale del gruppo Pd Gianni Giannini a contestare alla maggioranza di aver voluto unificare questi due ricordi. Ha ripercorso gli avvenimenti della shoah e ha accusato la maggioranza di bullismo e banalizzazione dicendo di vergognarsi per quanto hanno tentato maldestramente di porre in atto invitando a fare ammenda.

Ha ricordato il motivo per cui erano state scelte due date diverse ossia la necessità di essere discusse in momenti diversi. Il consigliere di Lucca 2032 Luciano Panelli ha voluto ricordare che non vi era alcuna intenzione della maggioranza di equiparare le due giornate, ma solo quella di rifiutare ogni forma di negazionismo e violenza da qualsiasi parte proveniente. Nessuno ha mai pensato di voler trasformare la giornata della memoria nella giornata del silenzio come è stato polemicamente detto già nei giorni scorsi.

Chiara Martini ha ribadito la differenza tra le due giornate spiegando il perché devono essere celebrate in due date diverse anche per meglio comprendere le motivazioni storico-geografico-politiche e i contesti in cui sono avvenuti gli accadimenti che le hanno originate.

Dura e polemica replica del capo gruppo di FdI Lido Fava nei confronti dei consiglieri Giannini, Martini e Bianucci a cui ha ribadito che le intenzioni della maggioranza erano del tutto diverse da quelle da loro palesate e regalandogli una lectio magistralis di storia inerente il secolo scorso, facendo una veloce cavalcata sui tanti genocidi avvenuti che sono stati tutti esecrabili e condannabili senza se e senza ma. Tono fermo, deciso nella replica. E', poi, intervenuto il capogruppo di Lucca Futura Gabriele Olivati il quale, pur complimentandosi con Lido Fava per il suo articolato intervento, ha richiamato l’attenzione sull’antisemitismo e le gravi colpe che hanno avuto il nazismo e il fascismo aggiungendo il fatto che i territori dell’Istria e della Dalmazia appartenevano all’Italia sin dai tempi dell’impero romano, dando anche lui prova di conoscenza profonda della storia e condannando entrambi gli accadimenti sottolineando che dovevano essere trattati in date differenti.

Ha preso poi la parola il consigliere di FdI Diego Carnini che non entrando nel profondo della discussione adducendo la giovane età che gli impedisce di aver vissuto questi terribili eventi ha voluto sottolineare la capacità del sindaco, dandogli pubblicamente del tu e chiamandolo per nome davanti all’intero consiglio, di saper interagire con le persone come aveva dimostrato anche prima di cominciare il consiglio comunale andando incontro ai cittadini e cercando il dialogo specie con chi non aveva le sue stesse idee.

Il capogruppo di Lucca Civica Volt è popolare Valentina Rose Simi ha richiamato Cicerone e ha voluto sottolineare che in questo consiglio comunale non si sono sentite tutte le parti interessate, facendo un velato riferimento all’ANPI e all’Istituto Storico della Resistenza e che invece sarebbe stato necessario farlo se veramente si voleva ottenere una condivisione di due momenti storici terribili e che quindi bisogna valutare meglio se lo strumento scelto sia stato veramente utile.

Toccante intervento del consigliere di FdI Mara Nicodemo che da friulana ha voluto testimoniare il dolore provato nell’apprendere che per il solo fatto di essere italiani così tanti italiani erano stati. Per meglio caldeggiare la sua posizione di condivisione dello stesso dolore che accomuna le due giornate ha dato lettura di due diversi passi di testimonianze provenienti dai rispettivi protagonisti di quei massacri. Nuovamente Giovanni Ricci ha detto che l’intento della maggioranza era chiaro ossia quello di onorare le vittime, condannare i regimi totalitari che hanno provocato genocidi per avere una cultura della memoria condivisa così come anche chiesto dall’Europa in un documento ufficiale di cui ha dato lettura.

Successivamente ha preso parola la 'pasionaria' nonché capogruppo di Lucca è un grande noi Ilaria Maria Vietina, la quale ha voluto sottolineare che tutti gli interventi sono stati improntati al rispetto delle due giornate, ma ambigui perché non bisogna rinunciare a celebrarle, ma bisogna farli in momenti diversi così come le leggi di istituzione delle stesse hanno sancito. Ben vengano l’incontro, il dialogo, il confronto, ma bisogna farlo in momenti separati per meglio comprendere le ragioni degli uni e degli altri, quindi buone le intenzioni ma sbagliati gli strumenti. Intervento ineccepibile.

Elvio Cecchini di Lista Civile Lucca ha esordito dicendo di aver letto il libro La banalità del male evidenziandone l’attualità anche nei giorni nostri. Ha difeso la scelta della maggioranza di unificare in un unico consiglio comunale le due giornate dichiarando che forse hanno peccato di ingenuità perché non hanno tenuto conto che a 80 anni di distanza ci sono ancora persone che tendono a negare. Anche il capogruppo di Difendere Lucca Lorenzo Del Barga ha dichiarato di aver apprezzato, comunque, i toni pacati della discussione specie dalle minoranze riconoscendo che forse c’è stata dell’ingenuità a voler unire queste due giornate che hanno delle diversità e quindi le intenzioni erano certamente buone, ma lo strumento scelto è da rivedere.

A seguito di questo intervento il consigliere Ilaria Maria Vietina ha ripreso la parola per ringraziare sia Cecchini sia Del Barga perché avevano colto pienamente lo spirito del suo precedente intervento.

Ha chiesto la parola il consigliere di Lucca 2032 Marco Enrico Santi Guerrini perché indispettito dalla lettura del comunicato dell’ANPI che comunque non aiuta certamente perché utilizza delle terminologie non consone e che non servono a quello spirito di collaborazione e di condivisione scaturito che ha evidenziato la bontà degli intenti, ma l’errore nello strumento utilizzato.

Il consigliere del Pd Vincenzo Lorenzo Alfano ha riepilogato che si tratta di due tragedie, seppure diverse, che hanno colpito il secolo scorso e che bisogna evitare il negazionismo da qualsiasi parte proveniente ed invece di accorpare è molto meglio moltiplicare le iniziative relative a celebrare sia l’olocausto sia le foibe.

Il sindaco Mario Pardini nel riprendere la parola ha voluto ringraziare tutti i consiglieri per i toni pacati e ha voluto specificare che la volontà di accorpare le due giornate, probabilmente, non è stata la migliore delle scelte: infatti, non è detto che che venga replicata anche l’anno prossimo, ma proprio la discussione ha evidenziato che c’è bisogno di una riflessione e si potrebbe scegliere anche strumenti diversi e più efficaci.

Il capogruppo del Pd Francesco Raspini non si è lasciato sfuggire l’occasione per attaccare frontalmente il sindaco Mario Pardini dicendogli chiaramente che in questa occasione è terminata la favoletta del sindaco di tutti perché aver voluto portare avanti per forza questo consiglio comunale che ha accorpato queste due giornate è stata una scelta consapevole nonostante le minoranze sia informalmente sia formalmente avessero detto chiaramente che avrebbe provocato una spaccatura all’interno del tessuto cittadino e che invece di una riappacificazione ci sarebbe stato un'ulteriore incrinatura.

Il sindaco ha chiuso dicendo che è un dato di fatto che gli intenti erano chiari e condivisi, probabilmente è lo strumento di accorpamento che non è stato efficace e dopo una attenta riflessione potrebbero esserci dei cambiamenti l’anno venturo. 

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