Spesso nel frastuono delle nostre vite quotidiane si perde la concentrazione giusta per ascoltare. Spesso nel frastuono - soprattutto in questi giorni - si perde il significato più profondo delle cose. Oggi si celebra qua un giorno fondamentale, un simbolo. E i simboli sono un retaggio universale. Questa mattina abbiamo presenziato in occasione del Giorno della Memoria alla consegna della medaglia d'onore all'internato militare Carlo Tomei, insieme al Prefetto Francesco Esposito, alle autorità civili e militari. Il Giorno della Memoria appartiene a tutti gli uomini, in ogni dove, non ha colore politico, né appartenenza alcuna.
È un dovere civico e morale, figlio della storia più efferata, dell’orrore, della violenza più atroce dell’essere umano contro l’essere umano. Non è pensabile poterlo descrivere pienamente a parole. Le preziose testimonianze che i sopravvissuti alla Shoah ci hanno consegnato come forziere della memoria ci accompagnano ogni giorno come monito per non dimenticare, per ricordare, per non smettere di piangere tutte le vite spezzate dalla furia omicida e criminale del nazismo contro il popolo ebraico e le varie minoranze.
Non esistono giustificazioni, revisionismi storici, alleggerimenti morali nei confronti delle leggi razziali e quello che più preoccupa oggi è l’indifferenza di una parte dell’opinione pubblica nei confronti di questo tema, un’indifferenza figlia dell’ignoranza, del cinismo e della mancanza di umanità.
Per questo le istituzioni hanno il dovere inderogabile ed imprescindibile di mantenere viva la memoria di questa oscura pagina della storia, in particolare trasmettendone il contenuto alla giovani generazioni. Il mio più sentito e rispettoso pensiero va all’inesauribile lavoro degli insegnanti con i ragazzi di tutte le scuole italiane, una vera e propria missione nei confronti dei nostri giovani, che rappresentano per noi la storia futura. Proviamo a parlare dell’Olocausto ai più piccoli, nei modi a loro più adatti: vedremo una reazione incredula, sconvolta, atterrita. Il più delle volte non ci credono, non se ne capacitano, gli sembra quasi un film dell’orrore. Eppure è accaduto, se ci pensiamo pochi anni fa. È a loro per primi che dobbiamo consegnare le storie delle vittime, nella consapevolezza che non siano morte invano, e che siano eternamente difesi dalla Giornata della Memoria.
È per questo che oggi abbiamo inviato una lettera a tutte le scuole primarie e secondarie di primo grado del territorio comunale, contenente una poesia e invitato gli insegnanti a leggerla nelle classi, in occasione della giornata commemorativa delle vittime dell’Olocausto. L’ha scritta Anna Frank, che allora si trovava nascosta per sfuggire alla deportazione. Si intitola “Aprile” e queste sono le sue parole:
Prova anche tu,
una volta che ti senti solo
o infelice o triste,
a guardare fuori dalla soffitta
quando il tempo è così bello.
Non le case o i tetti, ma il cielo.
Finché potrai guardare
il cielo senza timori,
sarai sicuro
di essere puro dentro
e tornerai
ad essere felice.
Oggi riscopriamo insieme e manteniamo questa purezza attraverso la memoria di un passato terribile che siamo chiamati tutti ogni giorno a non far ripetere.