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Scritto da lettera firmata
lettere alla gazzetta
25 Luglio 2024

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera di ringraziamento inviataci da parte della famiglia di Alessandro, il protagonista di questa storia a lieto fine.  

Nella frenesia della vita quotidiana, spesso dimentichiamo di fermarci e riflettere sul valore inestimabile della salute e della vita stessa. Tuttavia, quando la tragedia colpisce all'improvviso, ci rendiamo conto dell'importanza cruciale del personale medico e infermieristico, quei professionisti silenziosi che dedicano le loro vite a salvare le nostre. 

Alessandro ha appena compiuto sessant'anni, è un uomo forte, dinamico che si alza presto ogni mattina per recarsi nel suo forno a cui ha dedicato una vita intera. Questo non accade però una mattina di inizio marzo quando, alle prime luci dell'alba, ad aspettarlo è il Pronto soccorso dell'ospedale San Luca di Lucca.

Da un paio di giorni accusa febbre e dolori sotto ascellari, condizione che con il passare delle ore si aggrava. Alessandro è stato subito preso in carico dai sanitari di turno che hanno tempestivamente riconosciuto che si trattava di sepsi e insufficienza renale. Le sue condizioni si sono aggravate progressivamente tanto da rendere necessario l'intervento dei medici rianimatori del reparto di Terapia intensiva. In serata si è declinata la diagnosi: fascite necrotizzante.

Con prontezza il dottor Pietro Manduca ha eseguito un brillante intervento chirurgico che non ha permesso però di ritenere il caso fuori pericolo. Sono seguiti poi momenti drammatici e intensi per la famiglia, non solo perché Alessandro era refrattario alle cure, ma soprattutto perché è noto che la percentuale di decesso causata da questa patologia è molto alta durante le prime 24 ore.

L'odissea di Alessandro ha avuto lieto fine grazie alla competenza professionale e la premurosa attenzione di tutto il personale sanitario della terapia intensiva, che dal primo momento e per i mesi successivi si è preso cura di lui riuscendo in modo ammirevole a preservare tutte le funzioni vitali; grazie al dottor Manduca che ha eseguito personalmente le complesse medicazioni post operatorie ogni giorno; grazie al dottor Lorenzoni e al dottor Monaco anche gli arti sono stati salvati;  grazie al dottor De Gennaro, infettivologo, che ha optato per le migliori terapie per debellare il terribile batterio e le inevitabili infezioni dovute alla degenza di un paziente così fragile; ed infine un ringraziamento va anche a tutti quei professionisti non menzionati, il cui lavoro è stato altrettanto importante e ha sicuramente contribuito al recupero del benessere psicofisico. È stata un equipe di eccellenze che ha restituito Alessandro ai propri affetti, nessuno escluso. 

La moglie e la figlia, infermiere della medesima struttura, ci tengono a ringraziare le colleghe, le OSS, i fisioterapisti, il personale dei trasporti, e non ultimi tutti gli addetti all'igiene dell'ambiente ospedaliero, la cui gentilezza ha reso il periodo di recupero più sopportabile.

Grazie in particolar modo alla dottoressa Angela Vaccaro che, data l'amicizia che la lega alla famiglia, ha svolto anche l'ingrato compito di fare da tramite tra medici e familiari. 

Mentre state leggendo Alessandro è a casa, si unisce ai ringraziamenti e ci tiene a manifestare una profonda stima e riconoscenza per tutto quello che è stato fatto per lui.

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