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Case smart, bollette leggere: come la domotica può tagliare i costi di luce e gas
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Appello di due sorelle a Eugenio Giani per la madre malata: "Presidente ci aiuti, siamo disperate"
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Il Tranquillo Boom dell'Imprenditoria Online a Lucca
Lucca, da tempo ammirata per il suo fascino medievale e il suo patrimonio culturale, ospita anche un movimento più silenzioso e contemporaneo. Questo movimento non è definito dal…

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Festival regionali hanno ispirato promozioni speciali sulle piattaforme di casinò online
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Un necrologio di emozioni per salutare la scomparsa di José “Pepe” Mujica, ex presidente dell'Uruguay
Riceviamo e volentieri pubblichiamo questo breve testo inviatoci da un lettore che non ha saputo trattenere le lacrime alla notizia della morte dell'ex presidente guerrigliero dell'Uruguay

Lucca per nomadi digitali: dove lavorare e cosa visitare
Lucca è una delle città italiane più affascinanti, conosciuta per le sue mura rinascimentali ben conservate e il suo centro storico ricco di storia. Negli ultimi anni, sta diventando sempre…

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Italiani popolo di giocatori d'azzardo alla conquista dei casinò online autorizzati
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera inviataci dal dottor Barsali presidente del Luccasette il quale ci accusa di vaneggiamenti e di essere intossicati da tossine fungine. Sentendosi tirato per i piedi, il direttore (ir)responsabile Aldo Grandi non può non rispondere:
Buongiorno,
premettendo che la società Lucchese avrebbe potuto liberamente tesserare il giocatore Romiti e che la società Luccasette in nessuna maniera avrebbe potuto impedirle di farlo, sono purtroppo costretto a ritornare per la seconda volta sull'argomento per rettificare quanto riportato dal portale Toscanagol. La società Luccasette non ha richiesto nessun premio di preparazione a nessuno né tantomeno alla società Lucchese.
Piuttosto è la Lucchese che ci ha contattati per definire la posizione Romiti tramite il Sig. Vito Graziani. La Lucchese avrebbe comunque potuto tesserare e far giocare il giovane Romiti a proprio piacimento con o senza il consenso della società Luccasette. Spero che questo risulti chiaro se no è inutile continuare. Questo fatto non si presta a interpretazione sono regolamenti federali. I tesseramenti non sono vincolati dalle liberatorie.
La Lucchese sa però che se tessera Romiti deve pagare un premio di preparazione al Luccasette. Bene ora cosa succede, che il Sig. Vito Graziani, per conto Lucchese, chiede la scorsa settimana un incontro con Luccasette. A questo primo incontro fa seguito un secondo, sempre all'interno della sede Luccasette,dove la Lucchese intavola una trattativa tesa all'ottenimento di una riduzione del premio di preparazione. Il Luccasette concede una riduzione del cinquanta per cento in cambio dell'utilizzo per una giornata dello stadio. Risulta chiaro anche a ciechi e sordi come per la Lucchese il premio alla società Luccasette sia dovuto. Se no che viene a fare il Sig. Graziani?
Inoltre per gli anni di riferimento per cui la società Luccasette matura il premio la società stessa ha regolarmente inscritto ai relativi campionati una prima squadra (seconda categoria) e una juniores legittimando quindi, secondo noi, l'ottenimento del premio di preparazione. Quindi perché la società Lucchese non tessera il giovane Romiti che in realtà potrebbe tesserare quando e come vuole? È semplice per non pagare soldi alle società dilettantistiche che hanno formato il calciatore. Non pagare o pagare poco ottenendo una liberatoria solo ed esclusivamente economica dalle varie società.
Quindi non è assolutamente vero che la società Luccasette abbia impedito al giovane Romiti il tesseramento professionistico ma è la società Lucchese che non opera il tesseramento che potrebbe sempre e comunque fare con o senza il consenso di Luccasette. Quindi Sig. Massimo Romiti suo figlio non è attualmente tesserato nei professionisti non per colpa del Luccasette ma per scelta della società Lucchese che non ha ritenuto economicamente conveniente l'investimento derivante dal tesseramento di suo figlio.
Certo ottenere calciatori gratis sarebbe bello. Ottenere liberatorie gratis sarebbe bello. Ma quando questi giovani saranno impiegati in prime squadre professionistiche la federazione ricompenserà le stesse con un premio economico e parlo di centinaia di migliaia di euro. Bene di questi soldi le società formatrici iniziali come Luccasette non avranno un euro. Però ora dovrebbero dare le liberatorie gratis o a poco più. Perché? Perché se anche per noi è previsto un premio preparazione dovremmo rinunciarvi? Forse le società professionistiche rinunceranno al premio per l'impiego dei giovani calciatori? O ce ne invieranno una parte?
Penso di no. La morale di questa vicenda non è se il Luccasette o un'altra società può o non può ricevere un premio preparazione (se ha titolo lo decide la COMMISSIONE PREMI PREPARAZIONE DELLA FIGC ). Il Luccasette non ha nulla da rimproverarsi avendo seguito una linea di condotta perfettemente coerente con le norme federali. Ma anche in questo caso si è voluto dare fiato ai vaneggiamenti di un genitore che completamente all'oscuro dei regolamenti federali in materia di tesseramenti ha deciso di"sputtanare" una società ed il suo presidente.
A ciò si sono uniti titoli a sensazione e commenti al vetriolo di prestigiose firme del giornalismo locale, come il Sig Aldo Grandi che, forse intossicato da tossine fungine, vaneggiava di raccolte fondi da erogare all'esoso Luccasette. Ricordo al Sig. Aldo Grandi che il Luccasette non ha bisogno né di mance né di elemosine. Ricordo inoltre al Sig. Massimo Romiti come la responsabilità penale sia personale e come la denigrazione gratuita rientri in questa responsabilità. Nel suo caso ancora più grave perché a mezzo stampa, quindi pubblica. Lei dovrebbe capire una cosa che alla sua età dovrebbe essere scontata e cioè il rispetto per gli altri. Penso però che per lei la parola rispetto sia priva di ogni significato. Contesto infine il metodo usato dall'editore di Toscanagol di non aver istaurato un contraddittorio prima di permettere a un genitore di "sputtanare" una società e un presidente che nulla hanno da rimproverarsi avendo seguito alla lettera la norma federale. Auspico infine che per quanto attiene a questa vicenda la FIGC prenda ufficialmente una posizione.
Sono troppi e troppi ancora i genitori che, inviati da società non intenzionate a pagare il giusto premio di preparazione, incolpano le società aventi diritto, di negare possibilità calcistiche più o meno mirabolanti ai propri figli o verbalmente o fatto ancora più grave a mezzo stampa. Comunico infine che farò quanto possibile e nelle sedi opportune per tutelare il buon nome della società che rappresento e che non meritava questa gogna mediatica. Un saluto a tutti.
Risponde Aldo Grandi: Caro Barsali avrei evitato volentieri di tornare su questa vicenda che è, soprattutto, triste per i suoi contorni così miseri e legati a poche centinaia di euro. Lei, però, non solo precisa la sua posizione, ma, addirittura, ci accusa di vaneggiamenti e di essere intossicati da tossine fungine derivanti dall'aver mangiato degli ottimi funghi porcini la sera in cui abbiamo commentato la notizia. Ora, quanto a questo secondo aspetto, vorrei tranquillizzare lei e i nostri lettori: i funghi, strepitosi, freschissimi e raccolti sull'Appennino dalle sapienti mani di Davide e Stefano Micheloni dell'enoteca di Guamo, erano assolutamente il top. Ne abbiamo mangiati di cotti e di crudi e siamo stati non bene, benissimo. Anzi, la invitiamo a recarsi all'enoristorante Micheloni dove si sta da dio e dove i funghi sono ceritificati personalmente da un esperto con tanto di diploma come Davide.
Quanto, invece, ai vaneggiamenti, cosa dovremmo risponderle? Lei adombra la possibilità di adire le vie legali nei confronti del signor Massimo Romiti padre di un suo tesserato. Addirittura lo accusa di mancanza di rispetto e di altro. Ma lei conosce la famiglia Romiti? Ma lei quando parla delle persone si è mai preoccupato di sciacquarsi la bocca prima di aprirla?
Noi, a differenza di lei e, ci perdoni, anche a differenza della Lucchese 1905 che, a suo dire, avrebbe tentato di intavolare una sorta di 'mercato delle vacche' per strappare il giocatore a cifre inferiori a quelle che, lei sostiene, previste dalla federazione, pensiamo a questo ragazzo che, improvvisamente, vede la possibilità di coronare un suo sogno. In un Paese dove tutto ha, giustamente, un prezzo, a volte, almeno per noi, le aspirazioni, i meriti, i sogni, valgono qualcosa di più.
Il sottoscritto, creda, è il primo ad inalberarsi se qualche concorrente prova a portarci via un giornalista di belle speranze, ma se fosse una testata nazionale o di rilievo economico a chiederlo, lo lasceremmo andare consapevoli che sono più importanti le sue aspirazioni e i suoi interessi dei nostri. Noi alla gazzetta siamo una piccola realtà che alleva giornalisti. Voi dovreste essere una società che alleva calciatori. Se poi qualcuno sbarca nel pianeta professionistico, si fa per dire con questi chiari di luna, dovreste essere entusiasti, non attaccarvi a poche centinaia di euro. Vale per voi, vale per la Lucchese. Al centro va l'essere umano con i suoi sogni in quest'epoca in cui si cerca di ammazzare tutto, Covid complice, compresi id esideri di innalzarsi al di sopra della mediocrità generalizzata.
Quindi, caro Barsali, lasci stare i funghi, i vaneggiamenti e le querele. Glielo dice chi, in fatto di denunce, ha un pedegree da urlo e non si spaventa nemmeno di fronte a quelle delle più alte cariche di questo stato ridicolo.
Una domanda, infine, che nessuno, fino ad oggi, si è posto: il ragazzo non è passato alla Lucchese ed è rimasto con voi. Ma dopo le parole che lei ha espresso sul conto del padre ripeto, professionista di valore e figlio di altrettanti, come potrà vivere e giocare serenamente?
PS. A proposito, si ricordi di andare a mangiare i funghi da Stefano e Davide Micheloni. E vedrà che anche lei non avrà né vaneggiamenti né tossine di cui temere.
Nelle foto: i due piatti di funghi, crudi e in un primo piatto con gamberi e frutti di mare - degustati splendidamente all'Enoristorante Micheloni di Guamo la sera in cui, poi, ha commentato la notizia. Se mangiare così produce tossine fungine e vaneggiamenti, allora, tutti i giorni a cena da Stefano e Davide.
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Quando si parla di lavoratore indipendente con Partita Iva in realtà si può far riferimento a diverse forme giuridiche. La forma giuridica è senz’altro una delle prime cose che bisogna stabilire quando si decide di avviare un’attività come lavoratore indipendente, e dipende da diverse variabili come il tipo di attività e il volume di fatturato. In ogni caso, di solito, sarà il commercialista, dopo un’attenta valutazione, a suggerire quella che fa al caso vostro.
Se relativamente al lavoratore autonomo, comunemente chiamato anche freelance, si hanno normalmente meno dubbi in quanto a definizione, essendo spesso iscritto ad un albo professionale e svolgendo un servizio per un committente, i dubbi invece aumentano quando bisogna distinguere fra ditta individuale e libero professionista. Vediamo di definire quindi meglio questi due inquadramenti. Per approfondire maggiormente l’argomento è possibile leggere qui: https://qonto.com/it/tips/freelancers/ditta-individuale-o-libero-professionista.
La ditta individuale e il libero professionista
Il libero professionista è un lavoratore autonomo che opera indipendentemente e che propone prestazioni, di solito, di tipo intellettuale a terzi. Di norma non deve iscriversi al Registro delle Imprese e viene tassato in base a quanto fatturato nel periodo d’imposta. Il libero professionista, titolare di Partita Iva, è iscritto alla gestione separata oppure iscritto a una precisa cassa.
L’impresa individuale è un’attività economica gestita dall’imprenditore individuale che di solito è inquadrato come artigiano o commerciante, iscritto alla Camera di Commercio. La formula è vantaggiosa in termini economici, ma di contro la persona è responsabile personalmente della gestione dell’azienda e risponde direttamente di ogni problema ad essa legata, anche in ragione del fatto che non c’è una separazione fra le risorse finanziarie dell’impresa e quelle personali.
Le differenze, insomma, ci sono e in base al proprio caso sarà opportuno optare per l’una o per l’altra soluzione. In comune queste due forme giuridiche hanno il fatto che per legge non sono obbligate ad aprire un conto corrente aziendale, ma è altresì vero che di solito tutti scelgono di aprirne uno per motivi pratici e di miglior gestione delle finanze.
Avviare la propria attività
Che decidiate di optare per l’una o l’altra forma giuridica, il primo passo è comunque quello di aprire la Partita Iva. Nel caso del libero professionista, in alcuni casi, lo si può fare online, anche se trattandosi di operazioni importanti e delicate in tanti scelgono di appoggiarsi a un commercialista, che provvederà a sistemare anche tutte le pratiche burocratiche con la Camera di Commercio. Nel caso della ditta individuale è necessario aprire una posizione assicurativa INAIL, iscriversi al Registro delle Imprese, e in alcuni casi all’INPS.
Di certo resta fondamentale in entrambi i casi avere un conto corrente appositamente aperto per l’attività professionale, scegliendo un prodotto che sia innovativo, di facile gestione e che aiuti a risparmiare tempo e a snellire determinate pratiche. Qonto è di certo la migliore soluzione in questo senso e il crescente numero di professionisti che lo scelgono come conto aziendale ne è prova tangibile. Il conto corrente business di Qonto per ditte individuali e liberi professionisti si distingue nel panorama finanziario per gli eccellenti ed innovativi servizi, per la gestione completamente online nonché per l’affidabilità e la serietà.