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Aprire un centro scommesse in Italia nel 2025: guida per chi vuole investire nel settore
Avviare un centro scommesse oggi può rappresentare un’interessante occasione per chi cerca un’attività imprenditoriale regolamentata, con margini di crescita e una base di clientela ben definita

Gioco online e minori: come funziona la normativa internazionale
In tutto il mondo, la maggiore età è il primo requisito per accedere ai casinò online. La soglia può variare leggermente da Paese a Paese — nella maggior parte dei casi è fissata a 18 anni, in alcuni Paesi a 21 — ma il principio è condiviso ovunque

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Avviare un centro scommesse oggi può rappresentare un’interessante occasione per chi cerca un’attività imprenditoriale regolamentata, con margini di crescita e una base di clientela ben definita. Tuttavia, il percorso non è semplice né immediato: occorre conoscere a fondo la normativa, compiere scelte strategiche e rispettare standard gestionali piuttosto rigidi.
Cos’è un centro scommesse e perché può essere un buon investimento
Un centro scommesse è un locale aperto al pubblico dove i clienti possono scommettere legalmente su eventi sportivi, giochi a quota fissa e, in alcuni casi, anche su eventi virtuali. In Italia questa attività è rigidamente regolata dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), l’ente statale che sovrintende all’intero comparto del gioco legale.
Negli ultimi anni, il settore delle scommesse ha dimostrato una notevole capacità di adattamento, sia grazie all’interesse costante degli appassionati, sia per la crescente integrazione tra i punti vendita fisici e le piattaforme online. Questo scenario rende l’apertura di un centro scommesse un’opzione potenzialmente redditizia, specialmente se localizzato in una zona strategica e gestito con professionalità.
È bene sottolineare però che non si tratta di un’attività improvvisabile: occorre operare nel pieno rispetto delle regole, conoscere a fondo le dinamiche del settore e dotarsi di strumenti adeguati.
Cosa serve per aprire un centro scommesse
Chi desidera entrare in questo settore non può farlo in modo autonomo. In Italia, infatti, i centri scommesse devono necessariamente affiliarsi a un concessionario autorizzato da ADM. Questi concessionari – tra cui nomi noti come Snai, Eurobet, Goldbet e altri – sono gli unici titolari di licenza per operare sul territorio nazionale.
L’imprenditore può scegliere due modalità operative: aprire una vera e propria agenzia scommesse con una sede indipendente e un codice identificativo proprio, oppure optare per un “corner”, ovvero uno spazio dedicato alle scommesse all’interno di un’attività già esistente, come un bar o un internet point.
Una volta scelta la formula, è necessario compiere una serie di adempimenti: aprire una Partita IVA, iscrivere l’attività al Registro delle Imprese, ottenere l’autorizzazione di pubblica sicurezza dalla Questura (ex art. 88 del TULPS) e presentare la SCIA, cioè la Segnalazione Certificata di Inizio Attività. Occorre inoltre assicurarsi che il locale rispetti i requisiti previsti dalle normative comunali, che spesso impongono distanze minime da luoghi ritenuti sensibili come scuole, ospedali o luoghi di culto. In alcune regioni queste regole sono particolarmente restrittive e vanno verificate con attenzione.
In parallelo, bisogna adottare software di gestione certificati da ADM, formare il personale, garantire la tracciabilità delle giocate e rispettare tutte le disposizioni in materia di antiriciclaggio. Il rispetto di questi standard è fondamentale per evitare sanzioni e assicurare il corretto funzionamento dell’attività.
Investimenti iniziali e consigli operativi
L’avvio di un centro scommesse richiede un investimento variabile, che dipende dalla zona, dalla dimensione del locale e dal tipo di affiliazione scelta. Se si opta per l’apertura di un’agenzia autonoma, bisogna considerare costi legati all’affitto, agli arredi, alle licenze, alla tecnologia, al marketing iniziale e al personale. In genere, la cifra può salire anche a decine di migliaia di euro.
Nel caso in cui si preferisca aprire un corner all’interno di un’attività esistente, l’investimento è tendenzialmente più contenuto, poiché molti costi sono condivisi o già coperti.
Un elemento cruciale, in ogni caso, è la scelta del concessionario con cui affiliarsi. Ogni operatore propone condizioni differenti per quanto riguarda le commissioni, il supporto tecnico, la formazione e il materiale promozionale. È quindi consigliabile confrontare diverse proposte, valutare con attenzione le clausole contrattuali e, se possibile, farsi seguire da un consulente esperto nel settore, come https://agenziescommesse.net/.
Uno sguardo al futuro: cosa aspettarsi nel 2025
Nel corso del 2025, si prevede un’ulteriore evoluzione digitale del comparto scommesse. I punti fisici non saranno più semplici sportelli per la raccolta delle giocate, ma diventeranno veri e propri hub di intrattenimento, integrati con servizi digitali, piattaforme online e programmi di fidelizzazione.
Il successo di un centro scommesse, dunque, non dipenderà solo dalla posizione o dall’arredo del locale, ma dalla capacità di offrire un’esperienza moderna, sicura e trasparente. Chi saprà coniugare innovazione e legalità, potrà trovare nel settore un’opportunità di business solida e sostenibile.
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In tutto il mondo, la maggiore età è il primo requisito per accedere ai casinò online. La soglia può variare leggermente da Paese a Paese — nella maggior parte dei casi è fissata a 18 anni, in alcuni Paesi a 21 — ma il principio è condiviso ovunque: il gioco d’azzardo non è per i minorenni. L’Italia, come molti altri Stati dell’Unione Europea, ha stabilito in modo netto che l’accesso ai giochi con vincita in denaro è vietato ai minori di 18 anni, sia online che fisicamente.
Italia: normativa stringente e controlli centralizzati
Nel nostro Paese, il gioco online è regolamentato dall’ADM (Agenzia delle Dogane e dei Monopoli). Ogni operatore autorizzato deve verificare in modo certo l’identità e l’età di chi si registra. Per farlo, il sistema prevede l’invio obbligatorio del documento d’identità, che viene controllato e validato prima dell’attivazione del conto. Nessuna operazione di gioco è consentita fino a quando il profilo non è verificato.
Inoltre, per legge, tutti i siti legali come quelli raggiungibili da https://www.bcgame.eu.com/ sono tenuti a mostrare in modo chiaro l’avvertenza "18+", a bloccare l’accesso automatico ai contenuti di gioco da parte dei minori e a collaborare con la Polizia Postale in caso di abusi o false identità.
La situazione a livello internazionale
Secondo il rapporto UNODC e Gambling Compliance del 2023, il 95% dei Paesi con gioco online regolamentato impone il limite minimo dei 18 anni. Tuttavia, l’efficacia dei controlli varia: circa il 17% dei minori tra i 15 e i 17 anni ha dichiarato di aver giocato almeno una volta online (fonte: Global Youth Gambling Survey, 2022).
Negli Stati Uniti, ad esempio, dove l’età legale è spesso 21 anni, il controllo è affidato a sistemi automatici e verifiche biometriche, ma resta il rischio delle VPN e dei conti intestati a terzi. In Europa, la Commissione UE ha raccomandato criteri minimi di tutela, lasciando però agli Stati membri l’applicazione concreta.
Tecnologie sempre più evolute contro l’accesso dei minori
Negli ultimi cinque anni, l’industria del gioco ha investito in tecnologie più sofisticate per contrastare il gioco minorile. Tra le innovazioni principali ci sono:
Sistemi di riconoscimento facciale durante la registrazione e i login, per verificare che l’utente sia la stessa persona del documento.
Controlli KYC (Know Your Customer) potenziati: incrocio automatizzato dei dati anagrafici con banche dati pubbliche per confermare età, identità e provenienza.
AI predittiva: algoritmi che analizzano il comportamento dell’utente (tipo di gioco, orari, durata, modalità di navigazione) e segnalano pattern sospetti riconducibili a profili under 18.
Verifiche biometriche tramite app, soprattutto per smartphone, dove oggi si concentra la maggior parte del traffico di gioco.
In Italia, dal 2021, l’ADM ha spinto per l’adozione del riconoscimento via SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), rendendo la verifica ancora più sicura e difficilmente aggirabile.
Sanzioni e conseguenze
Le sanzioni per chi consente il gioco ai minori sono severe. In Italia, l’operatore può perdere la concessione ADM e subire multe da 20.000 fino a 150.000 euro per ogni singola violazione accertata. Se il gestore è responsabile anche di pubblicità o comunicazione mirata a un pubblico minorenne, le pene si inaspriscono ulteriormente.
Per i minori sorpresi a giocare, non ci sono sanzioni penali, ma il conto di gioco viene bloccato e i fondi congelati, senza possibilità di reclamo. In alcuni casi, i genitori vengono informati e si procede a segnalazioni presso i servizi sociali, soprattutto se vi sono segnali di dipendenza precoce.
Nonostante le tecnologie avanzate, la sfida del gioco minorile non è ancora vinta. I canali illegali, le piattaforme non autorizzate (spesso straniere e non in regola con la normativa ADM) rappresentano un rischio, perché non applicano alcun filtro d’età.
Per questo motivo è essenziale non solo regolare il settore, ma anche educare, informare e diffondere la cultura della legalità. Oggi, chi vuole giocare responsabilmente ha gli strumenti per farlo in sicurezza, ma il primo vero filtro resta — come sempre — l’attenzione collettiva: delle famiglie, delle istituzioni, dei gestori.