Alla fine, dopo un parto che definire complesso e sofferto è un eufemismo, il centrodestra a Capannori ha deciso di (non) scendere in campo in vista delle imminenti elezioni amministrative e appoggiare il candidato civico Paolo Rontani al quale va riconosciuto il merito, come già, per Lucca, a Mario Pardini, di averci messo la faccia, di essersi preso critiche e storcinaso a pioggia, ma di non aver mollato e di averci creduto. Certo, non è detto anzi, è improbabile, che finisca come nel capoluogo con la sconfitta dell'amministrazione comunale in carica, di centrosinistra, con alle spalle dieci anni di governo cittadino - a Capannori, addirittura, il doppio - ma non importa. Importante era ed è esserci e mostrare di aver avuto gli attributi per rischiare. Anche qui, nel comune più rilevante della Piana, il centrodestra ha fatto la solita figura... Ai puntini sospensivi aggiungete voi quel che volete, fatto sta che non è stato capace di mettersi d'accordo né su un proprio candidato, né sull'appoggio sin dall'inizio a Rontani. E questo nonostante gli accordi siglati a livello regionale che, però, ad un certo punto sono saltati visto che Matteo Petrini non se l'è sentita e con grande intuito e merito, di fare l'agnello sacrificale, economico e politico, della situazione. La Gazzetta annunciò subito che Petrini non avrebbe partecipato alla sua flagellazione politica, ma Riccardo Giannoni, il genio della stirpe italica coordinatore provinciale di Fratelli d'Italia, ci tacciò di inaffidabilità professionale confermando che Petrini era e sarebbe rimasto il candidato unico del centrodestra. Abbiamo visto tutti come è andata a finire. Magari le scuse da parte del dirigente meloniano non guasterebbero. E non soltanto le sue. La Lega, che con Rontani non ha mai avuto un buon feeling, assieme a Bigongiari di Forza Italia, aveva proposto Elisabetta Triggiani, un bel nome spendibile a tutti, ma proprio il suo partito, Fratelli d'Italia, ha respinto l'ipotesi...