E' incredibile e quasi non volevamo crederci. Appena poco più di 120 persone contate, una più una meno, ma la foto è emblematica, all'incontro al Caffè della Versiliana nel quale Alessandro Sallusti ha intervistato il presidente del Senato e storica figura della destra italiana sin dai tempi del Msi-Dn, Ignazio La Russa. Un flop clamoroso se si aggiunge che le indiscrezioni narrano di vertici regionali del partito meloniano intenti a fare il possibile e anche qualcosa di più per far arrivare più simpatizzanti possibili. Una figura, indubbiamente, barbina, che ha lasciato di stucco un po' tutti, a cominciare dagli organizzatori che non si aspettavano una così scarsa partecipazione., Va detto, ad onor del vero, che per impegni improrogabili dello stesso La Russa, l'appuntamento è cominciato con una mezz'ora di anticipo rispetto al previsto cosa che può aver influito in qualche modo, ma non certamente più di tanto se si paragona questo insuccesso a quanto avvenuto pochi giorni prima con la presenza di Roberto Vannacci, oltre mille spettatori e se non fosse stato per le rigide disposizioni esistenti, tutti e mille sarebbero andati avanti ad oltranza perché si sono non solo divertiti, ma anche hanno visto passare il tempo con una velocità insolita quando a parlare ci sono gli esponenti di una classe politica digerente pardon, dirigente che aprono la bocca e raramente riescono a trasmettere una ragione per continuare a tenere gli occhi aperti. Strano, però, perché Ignazio La Russa in Versilia gioca in casa essendo spesso ospite della sua amica e collega di partito Daniela Santanché al Twiga. Lo stesso Sallusti è, da sempre, un biglietto da visita che garantisce sul seguito che può avere un evento, ma... appunto. C'è quel ma che non si riesce a spiegare. Perché, allora, così tanti per un generale che il collega del presidente del Senato e ministro della Difesa Guido Crosetto aveva definito autore, un anno fa, di un libro contenente a suo avviso 'farneticazioni personali' tali da chiedere l'immediato intervento della autorità militari? E così pochi, invece, per il partito di Fratelli d'Italia che si è lasciato sfuggire una figura affidabile, seria, competente e assolutamente integra come il generale già comandante del Nono Col. Moschin e della Brigata Folgore? Ma come?, da sempre in casa almirantiana e non solo, figure come i giovani che hanno combattuto ad El Alamein o come i paracadutisti della Folgore o come gli incursori di Alessandria d'Egitto, sono stati osannati e portati su un palmo di mano e adesso che c'era la possibilità di averne uno, il migliore, tra le proprie fila, gli si è data una pedata nel fondoschiena ridicolizzandolo davanti a tutto il Paese!
Vannacci sarebbe stato sicuramente accolto a braccia aperte dai simpatizzanti della destra nostrana e tradizionale che non dai militanti della Lega che, infatti, qualche mugugno lo hanno manifestato. Invece niente di tutto questo. La fuoriuscita senza senso e affrettata del ministro senza laurea che, però, aveva scritto sul suo curriculum di averla conseguita, ha costretto la stessa Meloni a non poter fare altro che tenere la posizione per non sconfessare il proprio ministro che avrebbe meritato di essere spedito a casa senza tanti complimenti essendosi comportato da dilettante allo sbaraglio.
I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Matteo Salvini, che avrà anche avuto paura di finire sotto processo per quel giusto tentativo di far valere la sovranità di questo Paese davanti all'aggressività e alla ipocrisia delle Ong, ha capito che era il momento di agire ed è riuscito a convincere Vannacci a salire sulla sua nave che rischiava di fare acqua da tutte le parti.
La verità sapete qual è? E' che fino a quando Meloni è stata all'opposizione, sembrava lei il Vannacci in gonnella, pronta a dire sempre la cosa vera e ricca di buonsenso, capace di opporsi ad ogni stranezza del pensiero unico dominante. Da quando, invece, Fratelli d'Italia è al Governo, ecco che la forma ha preso il posto della sostanza, la paura quello del coraggio, l'entusiasmo quello della prudenza e, soprattutto, la parola d'ordine gnam-gnam si è diffusa ad una velocità vertiginosa, ma era già accaduto ai tempi dello sdoganamento berlusconiano. Quindi, che senso ha andare ad ascoltare qualcuno che non dice alla gente comune quello per il quale è stato votato? Che senso ha andare a sentire un politico di carriera che non scalda gli animi, non traduce in cose ovvie magari, ma piene di buonsenso e di raziocinio, quello che tutti i giorni accade sotto gli occhi e nella quotidianità della gente normale?
Ecco perché noi, ad esempio, non siamo andati né abbiamo mandato qualcuno a seguire l'evento di Ignazio La Russa alla Versiliana. E da quello che è stato detto o visto, ci pare di non aver perso granché. Lo ripeteremo fino alla noia: la Sinistra peracottara e gli intellettuali invertebrati ed eunuchi, gridano al lupo e dipingono Roberto Vannacci come il diavolo e coloro che lo sostengono e ne sono amici come peste bubbonica. Così facendo se la cantano e se la sonano, mentre dovrebbero, al contrario, domandarsi perché così tanti italiani anzi, ITALIANI, sentono il bisogno di sostenerlo e hanno ritrovato quell'orgoglio che i politicanti da strapazzo della prima, seconda, terza, quarta e anche quinta repubblica, non sono mai stati capaci di trasmettere loro.
Meditate gente, meditate.