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Scritto da aldo grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
22 Ottobre 2023

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Alla fine quello che abbiamo sempre pensato è uscito fuori. Hai voglia che il sindaco, al più tardi questa mattina, continuasse a ripetere che la strada al presidente Pertini non era stata negata per il semplice fatto che si trattava della sede sbagliata, quella del consiglio comunale, dove era stata proposta da Daniele Bianucci. Il capogruppo di Fratelli d'Italia, Lido Fava, lo ha sbugiardato clamorosamente dicendo papale papale al collega della Rai che lo aveva chiamato al telefono che il vero motivo della non firma della mozione su Sandro Pertini era ed è un fatto squisitamente politico. Fava ha avuto il coraggio e il merito di dire quello che tutti i consiglieri della maggioranza pensavano, ma che non avevano voglia di dire per non essere triturati dalla macchina antifascista. C'era un problema su Pertini? gli ha domandato il cronista e lui, di rimando, come se si togliesse, finalmente, un rospo, ha risposto: 'Esatto'. Aggiungendo che Pertini, per lui, era il presidente che era andato ai funerali del maresciallo Tito, colui che era a capo dei partigiani comunisti responsabili delle foibe sul finire del conflitto. Ecco, allora, la vera ragione per cui la maggioranza non ha votato per Sandro Pertini, per il semplice fatto che fa fatica a digerire l'antifascismo storico oltreché quello politico e strumentale. Lo avevamo già ipotizzato noi: ma ce lo vedete il Barsanti Fabio alla inaugurazione della piazza Sandro Pertini quando è cresciuto nel mito delle foibe e dei massacri operati proprio nei confronti degli italiani dai partigiani comunisti alleati dell'Unione Sovietica e di quelli italiani? Purtroppo la verità dà fastidio, ma è indubbio che alcune formazioni politiche che compongono non solo la maggioranza consiliare a Lucca, ma anche il Governo a Roma, covano e provano sentimenti sicuramente contrari a coloro che hanno preso parte alla lotta di liberazione dal nazifascismo. Non ci sarebbe niente di male a dichiararlo apertamente perché come quelli rossi non riescono a digerire i neri, questi ultimi, a loro volta, non sono capaci di elaborare i rossi. Con il risultato, misero e triste, che l'Italia è ancora ferma al 1945.

Politicamente e localmente parlando, Mario Pardini non è stato in grado di imporsi sulla sua maggioranza e qui le cose sono due: o è ideologicamente e politicamente con gli ex nipotini di Mussolini, cosa che non crediamo né abbiamo mai pensato. Oppure non ha avuto la forza di imporsi considerando, in fondo, la questione del tutto secondaria. In entrambi i casi ha commesso un errore clamoroso ed è inutile che ci vengano a prendere per il culo con la storia della commissione toponomastica e stronzate simili. 

Ammettessero di avere sbagliato e basta. Tanto questo vicenda è come la merda: più rumi, più puzza. E se ci possiamo permettere di dare un consiglio disinteressato al sindaco, beh, che si sbrighi a togliersela dai coglioni altrimenti ci lascia, politicamente, le bucce.

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