Anno XI 
Giovedì 18 Aprile 2024
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da aldo grandi
Ce n'è anche per Cecco a cena
18 Giugno 2022

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Io, Aldo Grandi, nato a Livorno 61 anni fa, cresciuto in parte a Firenze, poi a Roma, quindi piovuto a Lucca e sempre connesso al capoluogo labronico. Oggi, per le vie di una città, Livorno appunto, che se le togliete il mare non resta più niente per sperare in un futuro che non sia mediocre, hanno sfilato i sostenitori del Gay Pride, i pasdaran della cosiddetta Teoria Gender dove tutto è permesso basta volerlo e anche il sesso non è più una certezza, ma una variabile dipendente dai gusti e dai desiderata delle persone, a qualunque età. Ebbene, pur rispettando le scelte relative alla sfera sessuale che hanno a che fare con la parte più intima e riservata dell'individuo, che bisogno c'è di ostentare erga omnes atteggiamenti e convinzioni che dovrebbero rimanere all'interno delle nostre emozioni? In una società che sta cadendo e perdendo i pezzi, dove le uniche fondamenta non appartengono più alla morale o al buonsenso, bensì ai mercati finanziari e alle regole dettate dagli organismi sovranazionali politici e bancari che aspirano tutti a una umanità indistinta e buona solo per consumare e produrre profitti, noi riteniamo che sia un diritto legittimo appartenente alla maggioranza silenziosa delle persone quello di voler crescere i propri figli in un mondo che non sia troppo lontano da quel mondo come lo abbiamo sempre conosciuto. Qui non si tratta di essere omofobi, qui si tratta di scegliere su quali basi erigere il futuro dell'umanità e le basi che ci propongono una Sinistra mercificatrice e priva di ogni ancoraggio col passato e una élite corrotta e cresciuta nel mito del denaro virtuale, non ci piacciono. Noi siamo per le differenze, non per il loro totale annullamento. Ecco, paradossalmente, perché voteremo Mario Pardini, Fabio Barsanti, Elvio Cecchini, Alberto Veronesi e tutti coloro che sostengono il candidato di centrodestra voluto dai lucchesi, una delle ultime genti in grado di esprimere una forte coscienza identitaria rispetto, al contrario, a molte componenti che l'identità, ormai, l'hanno svenduta all'ammasso.

Voteremo Mario Pardini sindaco di Lucca non perché la nostra città debba essere chiusa o vietata ai gay, alle lesbo, agli Lgbtqrsuvz e tutto l'alfabeto che si portano dietro. Ci mancherebbe. E' già aperta e lo sarà sempre. La tolleranza deve essere una regola fondamentale del convivere civile. Voteremo Mario Pardini sindaco perché sappiamo o, magari, confidiamo e consentiteci la provocazione perché di questo si tratta, che così come è stato fino ad oggi e come, ci auguriamo, sarà negli anni a venire, il Gay Pride sulle Mura di Lucca non ci verrà mai. Una simile decisione sarebbe un non rispettare a nostro avviso una città che è sempre stata contro tutti gli eccessi, contro tutte le esternazioni, contro tutte le esagerazioni, contro il mettere sistematicamente in piazza i propri sentimenti. Ipocrita? Può darsi, ma se essere ipocriti significa credere ina una forma di appartenenza che affonda le radici nel passato comune, bene, siamo ipocriti per definizione.

Per cui, cari lettori che da 11 anni seguite questo disgraziato giornale, l'unico NON VACCINATO, in tutta Italia, l'unico che ha avuto cause da centinaia di migliaia di euro con Laura Boldrini, Andrea Marcucci, che ha fatto disperare un ex presidente del Consiglio come Matteo Renzi, che ha un direttore (ir)responsabile che si è beccato oltre 20 processi per diffamazione e altrettanti e forse di più esposti all'ordine professionale, è giunto il momento di scegliere cosa fare da grandi e, soprattutto, di assumersene le responsabilità di fronte ai più giovani e a se stessi.

Votare Mario Pardini, a questo punto, non deve essere nemmeno più un dovere - ci mancherebbe - e tantomeno un obbligo: deve essere un diritto, il diritto di chi vuole contare qualcosa in una società dove pensarla diversamente dal Sistema Unico Dominante verniciato di rosso e spolverato di antifascismo spinto, è diventato un reato.

Noi, il 26 giugno saremo a votare e voteremo per Mario Pardini. Se tornerà Mussolini con le sue camicie nere scenderemo in strada per combatterle, ma se Lucca, con la sua parte bella e buona - non cattiva come ebbe sciaguratamente a dire un sindaco di cui non sentiremo mai la mancanza, Alessandro Tambellini - restituirà luce e splendore ad una Repubblica su cui non è mai, realmente, tramontato il sole, allora noi saremo lì a celebrare l'avvento di una Nuova Speranza.

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