Carina, educata, gradevole, spigliata, ma... come spesso accade, c'è un ma ed è quel ma che, alla fine, fa la differenza. Prima di dare un giudizio sulla inviata di Striscia la notizia che mercoledì scorso è venuta a farci visita alla Casa del Boia, abbiamo voluto vedere il servizio e, adesso che lo abbiamo rivisto, il giudizio non può che essere negativo per non dire peggio. Ma come si fa ad intervistare una persona sulla quale si vuole imbastire una trasmissione o, almeno la parte più importante, e, poi, lo si taglia in tutto quello che ha detto, nelle domande che gli sono state fatte e nelle risposte che aveva dato senza alcun timore reverenziale, ma, anzi, ribattendo colpo su colpo? Non si può, a questo punto, non pensare se non alla malafede e al fatto che, ancora una volta, i giornali-sti del mainstream sono targati rosso-fucsia. E' stata data voce a tale Giulio Strambi di Rifondazione Comunista, uno che ha aperto la bocca ed era meglio se la teneva chiusa visto il nulla che ne è uscito, parole vuote, senza costrutto, ideologizzate, così come senza senso è stata la manifestazione di protesta con una accozzaglia di gente che non si sa bene nemmeno da dove venisse, ma, soprattutto, dove volesse andare e che cosa volesse fare della propria esistenza. Per carità, tutto vero quello che hanno mostrato, le nostre denunce, querele, i nostri esposti, gli auguri, si fa per dire, ai politicanti che non amiamo né abbiamo mai amato, ma da qui a cassare, a censurare, a castrare, letteralmente, una testimonianza ce ne vuole.
In sostanza i professionisti di Striscia la notizia hanno montato il servizio non in base a quello che è stato detto, ma in base a quello che loro volevano apparisse e, per di più, senza alcun contraddittorio.
Bene, noi crediamo, comunque, di esserci usciti bene. Non aver paura di aver coraggio. Era uno dei dieci 'comandamenti' di un certo Guido Pallotta, ex fiumano cn D'Annunzio a 18 anni, ex fascista quando essere fascisti voleva dire credere in una Italia più bella e più grande, ex vicecomandante nazionale dei Guf, morto volontario in Africa Settentrionale quando avrebbe potuto benissimo starsene nelle retrovie imboscato a Roma. Per carità, aveva sbagliato tutto, ma lo aveva fatto in buona fede, senza avere il tempo, come hanno avuto altri, di rendersi conto che il fascismo era diventato un orpello e niente più, un inganno che ha condotto alla morte centinaia di migliaia di giovani, la più bella gioventù.
Noi non siamo fascisti e non lo è nemmeno Roberto Vannacci. Il fascismo è un fenomeno storico irripetibile e chi cerca di mantenerlo in vita o è un bugiardo o un truffatore o entrambe le cose. E un ignorante patentato.
Detto ciò, inutile nascondere che il servizio ci ha fatto sorridere per via di quella enorme pubblicità a costo gratuito che ne è derivata per noi e per il nostro giornale. Non molliamo e non cediamo di un millimetro, non chiediamo scusa e andiamo avanti. Se su facebook abbiamo risposto come abbiamo risposto è perché ci hanno dileggiato e offeso, noi e Vannacci, e questo non va bene. Potevamo non cadere nella trappola, ma siamo umani e, soprattutto, non siamo soliti porgere l'altra guancia né perdonare.
I vermi, a qualunque razza appartengano, a casa nostra li 'schiacciamo', sia pure metaforicamente, non andiamo a stringergli la mano.