Era stato inaugurato in pompa magna proprio un anno fa o giù di lì. Sulla via Pesciatina era sorto il primo Bitcoinpoint d’Italia. Il Bitcoinpoint by Swag, aperto nel territorio di Capannori era stato progettato con estrema cura dei dettagli ed era estremamente accogliente. Una location adatta e dedicata a promuovere e commercializzare i servizi legati al Bitcoin, avvicinando alle persone un prodotto particolare e di grande interesse. Un’iniziativa voluta con forza da una squadra di professionisti e imprenditori locali, che volevano rendere Lucca una delle città più avanzate nel mondo del Bitcoin.
Da allora, ma già da prima, moltissimi i curiosi e coloro che si avvicinavano alla struttura attirati dalla possibilità di elevati guadagni.
A novembre, però, già alcune avvisaglie apparse su organi di stampa specifici, annunciavano tempi difficili e, a metà febbraio, è scattato un vero e proprio allarme per gli investitori che non sono riusciti a ricevere i bonifici previsti dagli accordi. Una situazione che ha coinvolto non soltanto gli investitori, ma anche gli stessi promoter, i primi a credere nel prodotto e a metterci sopra il denaro.
Così, quando è apparso evidente a diversi clienti che qualcosa non andava, si sono recati al negozio di via Pesciatina 168 per avere l'amara sorpresa di trovarlo sistematicamente chiuso e, a quanto pare, privo anche di... vita ossia senza un'anima in grado di spiegare cosa fosse accaduto. A quel punto sono partite le telefonate per cercare di comprendere le ragioni di questa chiusura.
Per l''azienda, come avrebbe scritto in una lettera e comunicato, sostiene, a tutti, la momentanea chiusura è stata decisa per sospendere le attività commerciali e concentrarsi 'solo ed esclusivamente sulla risoluzione dei problemi. Tutti i promoter rimangono a disposizione dei clienti. Rimaniamo con fiducia massima nell'azienda che risolverà tutto nei tempi annunciati'.
L'azienda medesima, la Swag e il suo Ceo hanno fatto sapere con una lettera che provvederanno a pagare tutto entro il 31 marzo 2025, ma la paura, davvero, fa, in questo caso, 90 e anche di più.
Prima di fare degli inutili allarmismi - ha spiegato uno dei promoter - sarà bene attendere il 31 marzo. Del resto l'azienda madre ha sempre effettuato i bonifici previsti, perché non dovrebbe farlo ora? Si tratta di un momento di difficoltà. Del resto siamo noi promoter i primi a rischiare tutto avendo investito quel che avevamo nel sistema.
Ho investito tutti i miei risparmi - dice un investitore - E' vero, l'anno scorso qualcosa ho guadagnato e ho reinvestito, ma adesso non arriva niente e ho il timore che possa perdere tutto. Quando mi sono reso conto che qualcosa non andava, ho chiamato il mio referente che, però, non mi ha risposto. Sono andato al negozio per scoprire che era chiuso quando, ai tempi d'oro, era in piena attività. Vediamo che cosa accadrà.