Da poco siamo arrivati al Bagno Venezia dell’amico Marco Daddio. Nell’attesa del pranzo, che sarà a base di pesce, come sempre ben cucinato dal personale di servizio, siamo andati in spiaggia e comodamente ci siamo messi in poltrona sotto un ombrellone.
Per ingannare il tempo, con il telefonino ho cominciato a “smanettare” qua e la per il web, casualmente mi sono imbattuto anche nella pagina Facebook dell’ingegner Eleonora Colonnata.
Nel visionare il sito, inaspettatamente mi sono accorto della virtù umanitaria da lei lì manifestata, infatti nei suoi post si possono rinvenire i principi fondanti della Comunità di Sant’Egidio, per cui è ragionevole pensare all’appartenenza dell’ingegnere a questa meritevole Comunità.
Delle questioni almeno di una certa inopportunità, che riguardano lei e l’ingegner Antonella Giannini, la stampa locale si è già ampiamente occupata, dunque quell’aspetto per me non riveste interesse.
Similmente al percorso seguito dal dottor Lino Paoli, l’ingegner Eleonora Colonnata, è arrivata al Comune di Lucca da quello di Ponte Buggianese, vale a dire da una comunità di circa 8 mila 800 anime, più o meno la metà di quelli della frazione di Sant’Anna.
Pur non provenendo da una località di prima grandezza, l’ingegnere ha avuto una rapida carriera, più precisamente: Responsabile del Servizio all’Ufficio Edilizia Pubblica, su incarico del dirigente ingegner Antonella Giannini, assistente dello stesso dirigente in una diatriba tra la Società Unireti e il comune di Cinisello Balsamo e recentemente assunta in qualità di Dirigente al Comune di Pisa. Vale la pena ricordare che l’ingegner Antonella Giannini era tra i commissari di concorso che hanno determinato la sua assunzione nella pianta organica del Comune di Pisa.
E’ indubbio che l’amministrazione comunale è guidata da una giunta e una maggioranza di destra centro, tuttavia le linee guida le fornisce il sindaco dottor Mario Pardini, sia alle società partecipate facenti capo alla holding, guidata da persona di fiducia, sia alle figure apicali e semiapicali, che sono a capo dei vari settori funzionali, che in un modo o nell’altro fanno riferimento al sindaco.
Caro Mario, la mia gioventù l’ho passata in un posto di Sant’Anna, che chiamavano il “Ghetto”, nell’immediato dopoguerra in quel sito, dalle sette della sera fino alla mattina, vigeva una sorta di coprifuoco e chi nel suddetto arco di tempo passava dal “cantone”, cioè dall’incrocio tra Via Vecchi Pardini, Via Cavaletti e Via del Tiro a Segno, aveva l’obbligo di pagare dazio.
Poi le posizioni, con il passare degli anni si ammorbidirono, ma gli insegnamenti dei nostri vecchi li ricordiamo ancora, uno in particolare ci rammentava di non fidarsi mai di nessuno, poiché è sempre l’amico che ti tradisce.
Con mio dispiacere, nonostante il mio sforzo, non sono riuscito a stabilire con te rapporti amichevoli, tu nei miei confronti, pur nei nostri differenti ruoli, ma nella consapevolezza di avere pari dignità, purtroppo per me, hai fatto ben poco per guadagnarti almeno un po’ della mia fiducia.
Noto che gli incarichi di prestigio, li hai confermati alle figure dirigenziali scelte dalla precedente Amministrazione Comunale guidata dal Professor Alessandro Tambellini, deludendo a quel che sento, molti di coloro che ti avevano dato credito e avevano sperato in un radicale cambiamento.
Uno di maggior prestigio lo ricopre il dirigente della Programmazione Urbanistica, architetto Michele Nucci, persona che conosco, posso dire che in almeno tre occasioni le sue decisioni, in un passato di medio termine mi lasciarono perplesso, scelgo in questo frangente di trascurare i dettagli, poiché non è tema di argomento.
Michele Nucci, se non ricordo male, ma potrei sbagliare in concomitanza del tempo trascorso, dovrebbe aver ricoperto in passato, il ruolo di Responsabile dell’Ufficio Urbanistica del Comune di Capannori, al tempo in cui il dottor Giorgio del Ghingaro fu sindaco di quella comunità.
Sono sotto gli occhi di tutti gli stretti rapporti di collaborazione che ti legano oggi al sindaco del Comune di Viareggio, che è persona rispettabile, oculata e capace, ma sicuramente non di centro destra e tanto meno di destra.
Quando arrivo, a vario titolo in quel di Viareggio, noto tanti miglioramenti in ogni settore della città, dall’organizzazione del traffico, al riassetto del porto, dei viali a mare, dei mercati e di tanti altri dettagli.
Ci sono tuttavia due interventi edilizi, che mi lasciano un po’ perplesso, incertezza dipendente dalla ruggine che ormai alberga nella mia mente, di cui però mi piacerebbe avere lumi, da chi sicuramente ne sa più di me.
In primo luogo, il Centro Commerciale Conad, realizzato sostituendo il vecchio Scalo Merci della stazione di Viareggio, risalente mi pare al 1861, infrastruttura che a occhio dovrebbe essere assoggettata, essendo stato un vecchio bene pubblico, a tutela da parte della Soprintendenza ai Monumenti, ma probabilmente, in rapporto a quanto prima scritto, nel merito qualcosa mi sfugge.
In secondo luogo, il rifacimento della terrazza antistante “Città Giardino”, dove durante l’esecuzione dei lavori, a Ponente e a Levante della stessa, erano stati apposti dei manifesti plastificati, che in gran spolvero evidenziavano la tipologia delle opere da eseguire, l’importo dei lavori, i tempi di esecuzione, il nome del progettista e quello di ogni altra figura tecnica necessaria per la realizzazione dell’opera di che trattasi.
L’unico elemento mancante riscontrabile, per quel che riuscì a vedere, era il numero e il tipo di provvedimento, attraverso il quale quei lavori venivano autorizzati.
Vale la pena ricordare ora, che l’articolo n.43 del Regolamento Edilizio del Comune di Viareggio, se non lessi male, prevede pure l’esibizione di questo dato, non risultando citato, la circostanza mi lasciò un attimino perplesso.
Valutando l'azione politica di Pardini, in riferimento all’assetto dei vertici degli uffici che ha scelto, poco affini ad una maggioranza di destra centro, nonché all’amicizia che mantiene con figure politiche di prestigio, ma di scuola di pensiero opposta a quella della maggioranza, che oggi guida l’amministrazione, il fatto depone per una commistione di ruoli, che fa nascere nella tra la gente dubbi e incertezze, circa le modalità attraverso le quali svilupperà in futuro la sua generale azione amministrativa.
Per il bene di tutti, nonché in relazione all’insegnamento tramandatomi dalle vecchie generazioni, credo dovrebbe individuare con assoluta precisione un percorso pubblico di intenti che non lasci adito a fraintendimenti che con l’andar del tempo potrebbero far emergere spiacevoli dissapori.