24 o 25, uno di più, uno di meno. Forse più meno che più, ma, ugualmente, tanta roba. Sono gli esposti giunti dal 2016 all'ordine dei giornalisti di Roma e del Lazio nei confronti del direttore (ir)responsabile della Gazzetta di Lucca e delle altre sorelle di Massa Carrara, Viareggio e Serchio. L'ultimo, l'ennesima perla ad opera di un lucchese conosciuto nell'ambiente arcobaleno, è stato inviato da Massimiliano Piagentini il quale, evidentemente, ha molto tempo da perdere e meningi da spremere per compilare le denunce contro Aldo Grandi.
Questa volta il nostro accusatore ha inviato il 21 marzo all'ordine professionale di piazza della Torretta un esposto chiedendo che venissero adottati i provvedimenti del caso per due articoli apparsi sulla Gazzetta di Lucca.
Uno all'indomani del Festival di Sanremo e, soprattutto, dopo la schifezza andata in onda davanti a milioni di italiani che ne avrebbero fatto volentieri a meno, del bacio tra il profeta dei giovani e non solo, in arte Fedez e un tal Rosa Chemical partecipante in qualità di concorrente alla manifestazione canora ormai decaduta da un pezzo.
Piagentini, che non ha mai avuto, in tutti questi anni, nemmeno il coraggio di metterci la faccia nei confronti del destinatario dei suoi esposti, ha ravvisato un incitamento all'odio sia nel titolo, sia nell'articolo. Si trattava di uno dei consueti 'Cecco a cena' nel quale, nel titolo e anche nel pezzo, era stata utilizzata la parola froci per indicare le persone gay e, quindi, per il 'delatore' insultante e discriminatorio. Inoltre, avendo noi scritto nel testo deformazioni-inclinazioni sessuali, così facendo avremmo, sempre a suo avviso, offeso e insultato orientamento sessuale e identità di genere dell'universo gay-lesbo-transgender.
Infine, siamo stati accusati di aver esaltato l'Islam notoriamente non simpatizzante dell'universo Lgbt e di aver concluso scrivendo che se diventassimo tutti omosessuali o lesbiche il mondo non avrebbe futuro cosa che, oggettivamente, costituisce una ineluttabile verità.
Ma non è tutto o, quantomeno, per Piagentini non è abbastanza visto che ha denunciato Aldo Grandi e la Gazzetta anche per un comunicato stampa di Pro Vita Famiglia a cui era stata aggiunta una immagine recante una X che cancella le lettere Lgbt e la scritta No Lgbt in bella evidenza.
Non sappiamo cosa deciderà il collegio 1 del consiglio di disciplina dell'ordine professionale di Roma che ci ha ascoltato. Sappiamo, però, cosa rispondiamo all'estensore della segnalazione:
Caro Piagentini,
i suoi esposti, a noi (e adesso che ci denunci anche per apologia di fascismo!), per dirla a muso duro, senza peli sulla lingua e, soprattutto, alla labronica di scoglio viste le nostre origini, fanno lo stesso effetto e perdonateci eleganza e francesismo, del c...o alle vecchie.