Difficile rimanere lucidi e calmi dopo aver ricevuto l’ultima bolletta del gas, per Damiano e Beatrice Donati, che gestiscono l’omonima lavanderia industriale, una vera e propria eccellenza imprenditoriale, nel territorio comunale di Bagni di Lucca.
183 mila euro l’importo della bolletta, ovvero un incremento del 900 per cento rispetto allo stesso consumo nello stesso periodo (il mese di agosto) del 2021, cioè poco più di 20 mila euro. Una bruttissima sorpresa che era perfino nell’aria dopo il già non giustificato aumento del mese precedente, 120 mila euro di gas rispetto ai 10 mila euro del 2012.
“Non finisce qua purtroppo – commenta amaramente Damiano Donati – mi spaventa la bolletta che riceveremo il prossimo mese, con aumenti annunciati anche maggiori. Per non parlare dell’energia elettrica, si prospettano aumenti medi del 500 per cento. Numeri che fanno paura e che, per il momento, riusciamo a fronteggiare ma che, a questo ritmo, ci metteranno in ginocchio nel giro di un paio di mese”.
Lavanderia Donati, in attività dal 1977, rappresenta una realtà all’avanguardia, con oltre 50 dipendenti che, nei mesi di maggior lavoro, sfiorano le 100 unità. “Abbiamo il 90 per cento dei dipendenti di sesso femminile, le nostre produzioni rispettano i più stretti criteri ecologici, come qualità, rispetto dell’ambiente, recupero acque, riciclo continuo. Eppure si parla poco di realtà come la nostra nel nostro territorio. E’ amaro ammettere che con la nostra denuncia arriveremo agli “onori” delle cronache nazionali. Oggi è stata una giornata intensa per me e mia sorella, impegnata con varie televisioni e testate giornalistiche, domani per esempio saremo al tg di Mediaset”.
Adesso cosa accadrà? “Pagheremo quanto c’è da pagare, non ci indebiteremo con finanziamenti ma è ovvio, a questa media presto dovremo fermarci, anzi tutti dovranno fermarsi. Il problema è globale, se non si pone un freno arriveranno giorni tristi per tutti”.
“Sa cosa mi ha fatto male? – conclude l’imprenditore di Bagni di Lucca – vedere dopo tanti anni gente piangere al lavoro, perché c’è molta preoccupazione e paura”.