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Scritto da lucia paolini
Cronaca
11 Novembre 2022

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Sono le 21.45 circa. È l’ora di chiusura, alcuni ristoranti della marina di Torre del Lago sono ancora aperti, ma i clienti sono tutti andati via e c’è chi ha già chiuso e da dentro finisce le ultime pulizie e chi invece ha ancora le porte aperte e le luci accese.

La marina di Torre del Lago è deserta.

Un extracomunitario, di 33 anni, in stato completamente alterato da alcool e droghe, scalzo, con un paio di pantaloni verdi, una giacca di pelle, il volto pieno di sangue, cammina agitato lungo la strada.

Sono venuto via dal mio locale e me lo sono trovato davanti. Stavo per metterlo sotto perché non mi lasciava passare. Mi sono spaventato e sono tornato al locale per paura che facesse danni.” Questa la dichiarazione del proprietario del Basilico Fresco, che capendo la situazione ha prontamente chiamato i carabinieri avvertendo che una persona poco raccomandabile si stava aggirando per la marina creando problemi.

Nel mentre l’extracomunitario, che dal Mamma Mia stava rientrando verso Torre del Lago, si è fermato presso il locale Pinky dove erano ancora presenti lo chef Alessandro, due cuochi e la cameriera Magdalena.

Ho visto subito che era completamente stordito - racconta Magdalena Victoria Vlad -, mi ha anche impressionato, non capivo, ha iniziato a parlarmi nella mia lingua e non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, ma mi era chiaro che non era una situazione normale. Continuava a dire che si era fatto due strisce di cocaina, che aveva picchiato delle persone. Poi è intervenuto Alessandro che lo ha calmato, gli abbiamo dato un bicchiere d’acqua e una sigaretta e siamo riusciti ad allontanarlo. Quando sono uscita, dopo aver chiuso tutto, sono corsa in macchina e me lo sono trovato davanti. Ha iniziato a sbattere i pugni sul cofano, è arrivato anche Alessandro con la sua macchina e mi ha fatto cenno di andare avanti. Avevo paura di investirlo, ma si è scansato e sono scappata.
Tanta paura, ma alla fine sembrava tutto risolto. “Qua ci siamo abituati - racconta lo chef Alessandro che mai si sarebbe aspettato un finale così drammatico -. Tutti quelli che hanno un ristorante o un locale in generale ci sono abituati e noi qua a marina ancora di più. Mi sembrava che con la diplomazia fosse andato tutto per il meglio, però sono tornato indietro per vedere e quando ho visto che era lontano dal locale ho pensato fosse tutto finito e sono andato a casa”. 

L’extracomunitario di 33 anni e originario del Marocco e residente a Massa, dopo il Pinky, si è fermato all’altro locale aperto l’Elefante Marino.

Nel mentre, allertato da quello che stava succedendo, Maurizio, il proprietario del Tacabanda, insieme con la moglie, avevano nuovamente chiamato il 118: “Non è la prima volta, qua la situazione in inverno è drammatica. Lo avevo visto che il tipo avrebbe creato problemi. Abbiamo chiamato perché dopo quello che avevo visto fare al Pinky, era ancora qua e era chiaramente pericoloso”.

Alberto Biancalana stava preparando le torte, mentre tutto lo staff stava riordinando il locale, quando l’uomo è entrato urlando e minacciando di spaccare ogni cosa se non gli avessero dato da mangiare. Hanno provato a calmarlo, ma era impossibile visto lo stato di alterazione nel quale versava. Uscito ha preso una pietra che ha lanciato prima sulla macchina di Biancalana ammaccando il cofano e poi contro lo sportello della benzina, spaccandolo. Si è avvicinando urlando e con un accendino ha tentato di dare fuoco al mezzo dopo aver aperto il tappo della benzina. E’ stato fermato. Nella colluttazione Maurizio Cesale, uno dei proprietari è rimasto ferito a una mano, mentre tutti continuavano di chiamare il 118. Finalmente sono riusciti ad allontanarlo e l’extracomunitario si è caduto a terra davanti al Tacabanda.

Arrivati sul posto carabinieri e polizia, Alberto ha cominciato a stare male, è rientrato nel locale e si è accasciato sul divano.

“Ho provato a tenergli la testa - racconta Gianluigi, cameriere dell’Elefante Marino, ha ricordato gli attimi peggiori della serata, quando dopo tutta la paura, il cuore di Alberto non ce l’ha fatta più - ho visto che stava male, questo locale è il suo sogno, lo stress, la paura. Quell’uomo che lo minacciava, gli urlava, che ha divelto i paletti e li voleva spaccare contro la vetrata e i carabinieri che non arrivavano, in un tempo che sembrava lunghissimo e lui non ha retto. Questo posto è esattamente come lo voleva lui, in ogni particolare. Ho provato a tenergli la testa mentre era sul divano, ma non c’era niente da fare”.

Soccorso immediatamente da Fabio, uno dei cuochi e da uno dei carabinieri intervenuti, che hanno praticato immediatamente il massaggio cardiaco, Alberto non si è mai ripreso ed è stato portato immediatamente all’OPA di Massa, dove purtroppo non c’è stato niente da fare.

La situazione della Marina di Torre del Lago è una situazione conosciuta, è un luogo magnifico, ma la sera purtroppo non è un luogo sicuro. “Noi di giorno gente curiosa ne vediamo -  spiega così la situazione Gabriella Bini del bar Danubio Blu, poco distante dall’Elefante Marino -, ma non abbiamo mai avuto problemi. Ieri sera avevamo chiuso, ma noi non siamo un ristorante, chiudiamo prima. Aperti c’erano solo i ristoranti. Abbiamo sentito le ambulanze perché eravamo dentro a pulire, ma non ci immaginavamo che stesse succedendo questo. Noi chiudendo prima siamo tutelati, il problema è la sera. Il problema è sopratutto dei ristoranti. Anni fa abbiamo già passato situazioni difficili, infatti ogni locale sul retro ha le grate e vari sistemi di sicurezza, ma almeno noi, chiudendo presto, non abbiamo più avuto problemi”.

Se infatti fino alle 20 e in estate la situazione è abbastanza tranquilla, la vita per i ristoranti non è facile. Forte l’indignazione e la rabbia sia di Maurizio del Tacabanda che del proprietario del Basilico: “Noi abbiamo subito ben 4 furti, due qua al Basilico e due al Pangrattato. Questa è una terra bandolera! È sempre più difficile lavorare. Alberto ha lavorato qua, era prima di tutto un amico. Quello che è successo è inconcepibile! È sempre stato un dipendente e sognava di aprire un suo locale. Ci era riuscito e circa un anno e mezzo fa aveva aperto il locale proprio come piaceva a lui. Elegante, particolare. Aveva realizzato il suo sogno.

Nella ricostruzione dei fatti di questo terribile giovedì c’è però un precedente importante. Tutto è iniziato nella notte tra il 9 e 10, quando l’extracomunitario è andato al pronto soccorso e la mattina del 10 è stato denunciato e munito di foglio di via obbligatorio.

Dopo i fatti di ieri sera, invece, l’uomo è stato portato al penitenziario di Lucca con le accuse di tentata rapina e lesioni personali. È stata richiesta un’autopsia per Alberto Biancalana per poter capire se c’è una correlazione tra l’aggressione e l’arresto cardiaco, anche in considerazione del buono stato di salute di Biancalana che al momento dell’aggressione non prendeva farmaci e non aveva mai manifestato problemi cardiaci.

La domanda che tutti i ristoratori della marina si stanno ponendo in questo momento è se questa aggressione potesse in qualche modo essere evitata. C’è chi chiede un intervento più tempestivo delle forze dell’ordine, chi chiede una maggiore presenza durante le ore notturne. Tutti cercano in qualche modo una spiegazione razionale, consapevoli che questa volta hanno scampato il pericolo, ma preoccupati per il futuro.

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