Anno XI 
Giovedì 8 Maggio 2025
- GIORNALE NON VACCINATO
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Scritto da aldo grandi
Cronaca
17 Maggio 2023

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Una storia che ha dell'assurdo e dell'incredibile, avvenuta a distanza di quasi 80 anni da quando, quel 28 aprile 1945, Benito Mussolini fu ucciso insieme alla sua amante Claretta Petacci in località Giulino di Mezzegra da alcuni partigiani. Ebbene, la procura della Repubblica di Como ha indagato Francesco Bellosi, Cecco per gli amici e per Giangiacomo Feltrinelli il famoso Cocco Bill, per danneggiamento aggravato ossia per aver deturpato la lapide che è stata posta nel luogo dell'omicidio.

Cecco Bellosi, ex militante di Potop ed ex brigatista, uno dei protagonisti del libro La generazione degli anni perduti - Storia di Potere Operaio, ha scritto una sorta di memoriale nel quale rivendica non il danneggiamento della lapide, ma soltanto l'aver rimosso dei fiori che un gruppo di nostalgici del Ventennio e non solo, aveva apposto giorni prima in occasione dell'anniversario della morte. 

Ecco il testo: 

Oggi, 12 maggio 2023, sono stato chiamato dal quotidiano “La Provincia”, che mi ha chiesto conferma della perquisizione che ho subito ieri mattina, in quanto indagato dalla procura di Como per aver danneggiato la lapide del dittatore fascista Benito Mussolini la notte del 28 aprile 2023.

Nego nella maniera più assoluta di aver danneggiato la lapide. Rivendico invece di avere tolto i fiori che erano stati posti da una squadra di fascisti quella notte.

Chi mi conosce, sa che sono abituato ad assumermi le responsabilità di quello che faccio. Senza problemi, e a viso aperto.

Il 28 aprile è una data simbolo e Giulino di Mezzegra è un luogo simbolo: lì è finito il regime fascista dell’epoca (altro è il discorso sul fascismo eterno descritto da Umberto Eco e che si ripropone oggi), con il dittatore travestito da tedesco e i gerarchi in fuga da loro stessi e dalle loro nefandezze. Fermati da 27, ripeto 27, eroici partigiani della Cinquantaduesima Brigata Garibaldi.

In quel luogo ci dovrebbero essere le loro fotografie, non quelle di un dittatore giudicato dagli Alleati come il criminale di guerra numero due. Il primo era Adolf Hitler.

Quella lapide lì, a Giulino di Mezzegra, è, in sé, apologia di fascismo. Come se a Berlino ci fosse una lapide sul bunker di Hitler. Cosa che i tedeschi si sono ben guardati dal fare o dal lasciar fare. Cosa che invece le istituzioni in Italia hanno sempre concesso, permettendo allo stesso tempo la reiterazione del fascismo eterno.

Con i fascisti che ogni anno intervengono con tutti i segni e i gesti dell’apologia del regime, nel silenzio e nell’ignavia della magistratura di Como.

Invece di perseguire i fascisti, si mettono alla caccia degli antifascisti. Sono antifascista e comunista dall’età di 15 anni. E ne ho settantacinque.

Bene, prendo atto che esiste un nuovo reato: l’antifascismo. Il rovesciamento della storia. O l’adeguamento ai tempi.

Queste righe sono l’abbozzo della memoria solo tecnicamente difensiva che consegnerò al sostituto procuratore Simone Pizzotti. Insieme a una copia del mio libro “Sotto l’ombra di un bel fiore”. Già, perché la perquisizione in cerca di chissà che cosa ha portato al sequestro, oltre che del telefono di lavoro, su cui vengo chiamato ogni giorno da persone in cerca di aiuto, di un quaderno di appunti con segnata la data del 28 aprile e lo svolgimento di quella giornata. Bene, si trattava degli appunti per il capitolo sul 28 aprile 1945 contenuti nel libro. Così il dottor Pizzotti potrà leggere la Storia per come è stata.

E non a rovescio.

Onore al commissario politico Pietro, al comandante Pedro e ai partigiani dimenticati della cinquantaduesima Garibaldi, che anche la notte tra il 24 e il 25 aprile 1945 hanno dato la loro vita durante un rastrellamento nazifascista.

Ora e sempre Resistenza.

E questo è il comunicato dell'Anpi di Dongo:

YOU'LL NEVER WALK ALONE

Caro Cecco non camminerai mai solo, saremo sempre con te al tuo fianco. È triste alzarsi un mattino e apprendere la notizia che l'autorità giudiziaria si muove nei tuoi confronti con accuse di altri tempi; è triste aver visto autorizzate manifestazioni apologetiche del fascismo a Dongo e a Giulino di Mezzegra la dove lo stesso fascismo tirò l'ultimo respiro per merito di 27 partigiani; è triste pensare che te e con tutti noi dobbiamo difenderci per aver difeso a nostra volta la Costituzione; ed è triste saperti indagato per aver tolto dei fiori messi da una squadraccia fascista in ricordo di un loro dittatore. In quel giorno nessun fiore deve ricordare un feroce dittatore che scappava travestito e i suoi vili gerarchi, quel giorno deve essere un giorno di festa per il popolo italiano che ha chiuso i conti con il fascismo e i fiori vanno messi per ricordare i valorosi partigiani che hanno chiuso quel tragico periodo storico. Noi siamo al tuo fianco contro il fascismo di ieri e di oggi, contro chi vuole riscrivere la storia e contro chi permette a queste ignobili figure di provare a prendere uno spazio politico da cui sono state definitivamente estromesse il 25 aprile 1945.

L'Anpi Dongo e tutta l'Anpi provinciale e nazionale assieme alla CGIL, all'Arci e tantissime associazioni e cittadini e cittadine, tutti gli anni promuove una giornata di lotta antifascista, non solo per contrastare la presenza dei fascisti di ieri e di oggi a Dongo e  Giulino di Mezzegra, ma per chiedere alle istituzioni di non autorizzare per primi queste vergognose commemorazioni che sanno unicamente di apologia di fascismo.

Caro Cecco militante nell'Anpi Dongo come tutti, noi vogliono colpire te per colpire tutti noi, saremo al tuo fianco non lo permetteremo. You'll Never walk alone...

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