La Regione Toscana ha autorizzato oggi (14 luglio), nell'ambito della conferenza dei servizi, la realizzazione dell'impianto per il riciclo dei pannolini a Salanetti. Una decisione che il Comune di Porcari – unico ente ad avere espresso parere contrario – definisce, senza mezzi termini, "inaccettabile e miope".
"Sono state ignorate le osservazioni puntuali, tecniche e documentate presentate nei mesi scorsi. Il preavviso di diniego è stato superato in dieci giorni? Questo ha dell'incredibile. Ci amareggia questa scelta calata dall'alto che offende il buon senso e il lavoro degli enti locali. Abbiamo messo nero su bianco tutte le nostre perplessità: sui polimeri superassorbenti non biodegradabili (Sap), sui Pfas, sui costi nascosti e sulla reale sostenibilità economica dell'impianto. Risposte? Nessuna. E oggi si procede con l'autorizzazione come se nulla fosse. È un atto grave, che rischia di compromettere il territorio e di sprecare venti milioni di fondi pubblici", attacca l'amministrazione di Porcari.
Il Comune di Porcari aveva sottoposto ai tecnici regionali una lunga serie di criticità, a partire dalla presenza di Sap nella cellulosa recuperata, che ne rende molto difficile e antieconomico l'utilizzo nella produzione cartaria, fino alla possibile dispersione di sostanze chimiche pericolose negli scarichi, che l'impianto non sarebbe in grado di gestire. "Le osservazioni che abbiamo portato sono tecniche, puntuali, firmate da professionisti. Ma sono state trattate come un fastidio, non come un contributo serio alla valutazione ambientale", dice l'amministrazione.
"Non si può parlare di economia circolare se prima non si chiariscono le regole del gioco. Questo impianto, così com'è, è un salto nel buio: abbiamo chiesto di fare luce su costi, rischi, destinazione dei materiali, ma tutto è stato minimizzato. È evidente – rileva il Comune di Porcari – che la fretta politica ha prevalso sulla prudenza tecnica".
L'amministrazione comunale denuncia anche la totale assenza di una valutazione economica seria sul destino commerciale della cellulosa prodotta: "Ci sono solo lettere generiche di interesse da aziende lontane centinaia di chilometri. Altro che filiera corta o circolarità. La verità è che si rischia di spostare l'inquinamento dal rifiuto alla logistica, con camion che andranno su e giù per l'Italia. E tutto questo in nome di una sostenibilità che, nei fatti, resta sulla carta".
Infine, l'amministrazione annuncia che la battaglia non è finita: "Pretendiamo chiarezza, trasparenza e rispetto. Aspettiamo l'annunciata ispezione del ministero dell'ambiente. Continueremo a tutelare i cittadini e il territorio, percorrendo tutte le strade ancora a nostra disposizione. Non accetteremo passivamente una scelta sbagliata nel metodo e nel merito. Abbiamo ricevuto la documentazione l'8 luglio e in meno di una settimana siamo riusciti a produrre ben due relazioni tecniche, una a firma di un'ingegnera chimica e una a firma di un legale esperto di economia circolare e diritto ambientale. Siamo solidi nelle nostre convinzioni, rafforzate anche dagli ultimi qualificati pareri raccolti, e non ci fermeremo".