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Scritto da gina truglio
Cultura
05 Agosto 2022

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Voglio fare qualche puntualizzazione al presidente della fondazione Cassa di Risparmio di Lucca Marcello Bertocchini sulla ripresa del commercio a Lucca. Non so se la sua frase è stata travisata, ma a questo punto sento il bisogno di spiegarmi.

Sono arrivata in città nel dicembre del 2009 e te Aldo, conosci bene le mie avventure tragicomiche “lucchesi”. Faccio parte si parte di un’associazione di commercianti fin dal mio inizio, ma non essendo parte di un settore numeroso la mia voce si leva faticosamente e spesso fraintesa. 

Vorrei  raccontare cosa significa avere un’attività commerciale nel pieno centro storico di una città come questa, sperando vivamente che le mie parole non siano intese “politicamente” ma prese comne una fotografia dello stato attuale economico. 

Come accennato prima, il mio non è un settore forte (ahimè l’italiano legge poco) e quindi non facendo parte di attività che hanno un forte indotto faccio tanta tanta fatica, però ci sono… ci siamo… e anche noi abbiamo dipendenti e “teniamo famiglia”. Vuole sapere quello che mi demoralizza di più e mi fa sentire impotente? Le uscite della mia associazione quando in città arrivano grandi eventi come Comics e Summer Festival e leggo appunto che sono tutti contenti.

Forse presidente Bertocchini, lei  legge, a ragione queste esternazioni, ma le garantisco che io non ne faccio parte, nessuno mi interpella e nessuno vede i miei incassi. Ho provato a chiedere… a fare presente che la realtà è devastante, il risultato è che mi sono trovata impacchettata in un progetto Comics-commerciante ancor più spaventoso. Ho già avuto modo di scrivere sulle pagine dei giornali cosa penso di Lucca comics (società partecipata del comune) e del brand venduto ad Amazon… se lei non lo sa presidente,  glielo spiego così sicuramente finalmente sarà chiaro.

I prodotti dei comics, quindi libri, gadget e quant’altro messi in vendita negli stand dagli editori che fanno parte della manifestazione, vengono proposti pari al colosso Amazon. Con il direttore di Lucca Crea ci accapigliammo nei suoi uffici rea di essere uscita con un’intervista dove certamente in maniera ironica e vagamente allarmata gli dicevo ok Amazon, ma lucca? I lucchesi??

Il mio piccolo e prezioso indotto di cultura che quando la città chiude per la manifestazione, si sente dire dai clienti “Ciao Ciao ci vediamo quando finiscono i Comics”?, e i turisti che non entrano perché tanto è tutto dentro la manifestazione per la quale hanno pagato un biglietto? Come lo spiego allo stato quando devo pagare le tasse? Ai miei dipendenti quando devo fare gli stipendi e ai proprietari del mio fondo quando devo pagare l’affitto? Il progetto Lucca Comic’s - Associazione commercianti prevede che io faccia una proposta e se viene accettata - sempre che lo venga - io partecipi alle spese. Giusto !!

Ma in un accordo fra privati non con una partecipata del comune che organizza una manifestazione mondiale e che poi si vanta tramite le associazioni di categoria essere stata il top per Lucca. Ci sono attività che vanno in ferie in quel periodo o che fanno inventario io mi vergogno di chiudere perché una libreria dentro le mura non lo deve fare, ma il mondo lo vedo solo passare da fuori e se entra è perché trovo editori che lavorano con me nonostante dal festival venga l’input che l’autore non può andare fuori.

E’ esclusiva della manifestazione perché viene pagato da Lucca Crea e i commercianti in questo caso si arrangiano. Si deve pagare questa è stata la risposta, perché Lucca crea fornisce un servizio come le bollette della luce e del gas che giustappunto ci regalano… penserà che è un problema tra me e la mia associazione, ma non è così, i miei discorsi sono per farle capire come tempi che dovrebbero “grassi” si trasformano in débacle !!

A dire il vero ho anche provato a spiegarmi meglio ultimamente, chiedendo delle riunioni più dettagliate in associazione, ma ahimè ho perso la mail di convocazione e così non ho partecipato. Ma detto fra noi non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire perché se le difficoltà sono profondamente diverse allora la sottoscritta passa solo per una povera polemica fuori dal coro, e mi sembra doveroso far risparmiare del tempo a tutti.

Dovrei avviarmi alla fine e allora le chiedo: È un peccato voler guadagnare come fanno tutti? Io non guadagno che sia chiaro, ma pago tutto e tutti a volte con fatica ma ci riesco!!!  Però mi creda il commercio non ha ripreso, la città è morta e se vuole le faccio vedere i registri fin da quando ho aperto la libreria. È stata una ruzzolata spaventosa. Lucca si è chiusa è diventata un giardino privato.

Non a caso proprio il primo natale del Covid un’associazione di cui non ricordo il nome invitò i cittadini a comprare i regali di natale su Amazon e non in città… Che tristezza! Le dico anche - ma credo lo sappia - che se mi viene un personaggio famoso le attività commerciali devono pagare i luoghi pubblici al comune o alle fondazioni perché a loro volta hanno delle spese e comunque devono mettere a reddito gli spazi cosiddetti “pubblici”.  A meno che non abbiano... santi in paradiso. Nell’ultimo evento importante ho avuto dalla mia associazione di commercianti, insieme ad un altro affiliato, lo spazio esterno e già questo per me è stato un grande aiuto, si ripeterà anche in futuro a settembre, ma non deve essere un caso eccezionale, ma una consuetudine della città.

Come libreria nel 2019 facevo una fatica immane. La mia “colpa” è stata quella di avere un fondo commerciale molto bello, ma che è soggetto alle regole del mercato. L’ho sempre dichiarato pubblicamente e lo dico anche a lei: il mio affitto all’inizio della mia attività era 10.000 euro. Affari tuoi, è sempre stato detto, sei un privato e vuol dire che puoi. No, non potevo e come disse il vecchio sindaco Favilla che a sorpresa venne alla mia inaugurazione o ero coraggiosa o ero incosciente… con il senno di poi più l’ultima. Però si, non ho mai chiesto niente a nessuno ma che fatica e che dolore.

Mi vanto di aver sempre pagato tutto e tutti perché ho la fortuna che mio marito ha un altro lavoro pensi se entrambi lavoravamo in libreria!!! Addio tasse, addio dipendenti che mi avrebbero fatto causa, ciao ciao sporco centro di cultura privato che si fa pagare!!!! Ma anch’io sono un indotto? O no? Uno lavora per guadagnare e invece poi ti trovi dentro un giro pazzesco dal quale non puoi più scendere perché sennò ti romperesti l’osso del collo.  

Ho avuto contributi sull’affitto dalla precedente amministrazione per circa 1000 euro, ma può immaginare come hanno influito, per fortuna ho dei  proprietari del mio fondo molto comprensivi che nel tempo hanno accettato di scendere con la cifra mensile conoscendo la mia serietà e puntualità. La cifra adesso per chi fosse curioso è di 7000 euro circa perché questo è un centro storico - abbandonato e inaccessibile aggiungo io - pagata con affanno e sofferenza in una città dove il turismo spende quello che gli pare, ma non certo in libri. La mia categoria è cresciuta, ma rispetto al 2019 anno in cui in Italia avevano già chiuso più di 200 librerie la situazione mondiale e ancor più quella nazionale non aiuta assolutamente. Aggiungo che meno male faccio parte di un gruppo serio, ma la libreria Ubik di lucca che porta il nome del mio babbo Ciro è di Gina Truglio e basta.

Mi fermo presidente, queste cose sono solo una piccola parte di quello che di getto mi viene da dire. Però non le dico solo a lei, “reo” pare, in questi gg di aver tagliato di 15.000 euro di contributi per la notte bianca, un evento che va certamente meglio di altri grandi eventi, ma lo dico a chi ci amministra, a chi ha in mano le nostre vite. Mi creda, non è tutto oro quello che luccica, i miei sorrisi le mie vetrine scintillanti dietro nascondono tanta impotenza e disperazione.

Io non sono una capitalista, per pagare il mutuo acceso per aprire la mia attività, ho venduto la casa di proprietà di mio marito, per pagare affitto e dipendenti e tasse ho fatto due prestiti!!! Uno con garanzia dello stato (ma che pago ovviamente io) e uno più grosso, metà con lo stato e una parte con la busta paga di mio marito, perché come lei sa alle banche non basta la mia attività seria e decennale si deve andare oltre …. Si deve andare alla sostanza… come mai però il Covid esiste se si va in un ufficio pubblico chiuso e in smart working e noi invece guadagniamo…???? Se ci pensa c’è qualcosa che non torna. 

Mi fermo.
Se vuole continuo,  ma credo di averla annoiata abbastanza. Quello che mi preme farle arrivare è che c’è tanta disperazione e chi ci governa non è mai sceso nella vita vera. 

Io sono una cittadina che lavora e come dico sempre, modestamente, tiro il carretto Italia. La fondazione scenda fra i piccoli e non fra i numeri grossi. Io non ho mai presentato un progetto non ho le forze nemmeno di farlo, ma vorrei tanto. La città, la comunità è fatta di tanti piccoli tasselli che a loro volta sono fatti di persone. Talvolta scomodi e rompiscatole come la sottoscritta, che però lotta per un’attività splendida in cui crede così tanto da mettersi in piazza a lavare i panni sporchi, in una città come Lucca e, poi, non ultimi, per i miei dipendenti tutti disperatamente con la voglia di vivere e di andare avanti. Come  me.

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