La Sicilia, è bene dirlo, fa razza a parte. In tutti i sensi. Ti guardano chi con diffidenza, chi con curiosità, chi con gentilezza, ma, comunque, ti guardano tutti e ti guardano sempre. Se vieni da fuori. E noi, il Cip al secolo Ciprian Gheorghita fotografo della Gazzetta di Lucca e il direttore (ir)responsabile non solo vengono da fuori, ma, a volte, sostengono alcuni, sono anche di fuori.
Comunque sia questa volta si tratta di spendere un fine settimana in terra sicula, per la precisione a Giardini Naxos, resa celebre, tanti anni fa, dalle serate di spettacolo televisive organizzate dal catanese Pippo Baudo. La presentazione del libro su Giangiacomo Feltrinelli ci ha permesso di visitare questa terra splendida, baciata sistematicamente dal sole e dal mare.
All'aeroporto di Catania ci ha atteso un Ncc, noleggio con conducente, al volante di una sfavillante Mercedes nera. Stessa cosa sarà al ritorno, ma con un autista del gentil sesso, Gabriella, molto simpatica e infornatissima su tutto ciò che concerne questa provincia. Ci hanno prenotato una camera all'hotel Panoramic, un quattro stelle forse un po' troppo per la tipologia, ma c'è poco da lamentarsi: veniamo assegnati in una Junior Suite nella quale avremmo potuto tranquillamente giocare a ping pong avendo un tavolo ad hoc. Non solo. L'ampia vetrage dava sulla piscina dove, è vero, il sole batteva solo poche ore la mattina, ma sufficientemente grande per permetterci le nostre 40 vasche quotidiane.
Sia la sera del venerdì sia quella del sabato abbiamo scelto di cenare ad un ristorante-pizzeria sul lungomare di Giardini che si chiama La Conchiglia. In realtà è pieno di locali molto carini alcuni dei quali quasi pieds dans l'eau ossia a poche decine di metri dal mare e sulla spiaggia di sabbia fine. Spettacolare il panorama con vista su Taormina e il colle sul quale si trova a 200 metri circa sul livello del mare e a picco o quasi sul mare.
Il paragone con la Versilia è di rigore e inevitabile e, sul fronte dei servizi, non c'è partita. La Versilia è unica anche se il costo è assai superiore mentre il mare è di qualità infinitamente minore rispetto a quello che bagna questa costa orientale della Sicilia. Non è una questione di qualità né di quantità, semplicemente è proprio un'altra cosa. Sicuramente più spartana, ma più vera e alla portata di tutti. O quasi.
Qui, di stellati non ci sono gli chef quanto il cielo che è, realmente, meraviglioso e appare come una coperta stellata che rende tutto più semplice e accettabile. La puzza sotto il naso e l'ostentazione tipica di certi ambienti in Versilia è molto, ma molto più rara anche se a Taormina qualcuno che se la tira di più lo si incontra più facilmente.
Seduti al ristorante, non possiamo non voler provare due piatti della cucina siciliana che vogliamo a tutti i costi degustare: le penne con pomodorini, olive e pesce spada e le penne con le sarde. Ce le hanno talmente decantate, che vogliamo provarle a tutti i costi. E ci infiliamo anche una pizza per vedere com'è. La seconda serata aggiungiamo un pesce spada cucinato alla messinese e un fritto di mare ed è, forse, solo quest'ultimo piatto che ci fa, se così si può dire, rimpiangere il fritto come siamo abituati a mangiarlo sul nostro litorale toscano.
Vino della casa, un bianco fermo che va giù bello freddo mentre il Cip non riesce a rinunciare alla sua solita birra roba che, alla fine della vacanza, se ne sarà ingurgitate almeno sei o sette.
L'insalata di mare è stato un di più che potevamo anche evitare, perché, veramente, la pasta è stata così 'arrapante' ed appagante da toglierci ogni altra aspirazione gastronomica. Quella con le sarde, poi, una libidine costante, con porzioni che non assomigliano nemmeno lontanamente alle sorelle che vengono servite in Toscana. Le foto, del resto, parlano da sole.
Come si fa a non complimentarsi con il cuoco, Maurizio, che resta basito dal nostro entusiasmo, così come ringraziamo Simona, colei che gestisce il traffico dei commensali e si occupa che tutto vada nel migliore dei modi. In Toscana il mare è, ormai, solo un ricordo e la stagione finita da un pezzo. Qui, al contrario, si sta da dio in tutti i sensi e anche se, sinceramente, non potremmo viverci, di sicuro ci fermeremmo almeno una settimana.
La seconda serata, addirittura, Fulvia Toscano, organizzatrice del festival Naxos Legge, ci presenta una coppia di ospiti fiorentini che ha preso parte alla presentazione pomeridiana presso la stazione ferroviaria di Giardini. lui è Alessandro Ceni, traduttore dell’Ulysses di James Joyce per Feltrinelli. Scopriamo di avere un amico giornalista in comune, quel Pierpaolo Ciuffi con cui abbiamo lavorato tanti anni fa alla redazione lucchese de La Nazione. Originario di Massa, adesso vive e lavora in Umbria, lo chiamiamo al telefono ed è come se ci fossimo sentiti il giorno prima. Il mondo è davvero piccolo.
Questa Conchiglia ci ha aperto a due serate davvero splendide e godibilissime. accarezzate da un vento fresco la prima e tiepido la seconda. Avremmo voluto provare anche i maccheroni alla Norma, ma come si fa?
Foto Ciprian Gheorghita