Facciamo una scommessa. Chi, a Lucca, soprattutto, tra coloro che erano giovani, si fa per dire, negli anni Novanta, non conosce Lele Santini? Sì, proprio lui, quel volto da prendere a schiaffi che a cavallo dell'ultimo secolo e del nuovo millennio ha fatto la storia della movida lucchese subito dentro Porta S. Pietro con il suo Lelemento. Emanuele Santini è sempre qui, anzi, sempre lì, al pezzo, questa volta accanto ad un altro giovane virgulto della ristorazione lucchese, un appassionato da sempre di buoni sapori e della qualità di ciò che mette in tavola, Piero Marinai. In due hanno vinto la scommessa fatta un paio di anni fa, quando hanno deciso che era giunto il momento di provare ad aprire un locale che pur non essendo così diverso dagli altri avrebbe dovuto essere altrettanto uguale a se stesso. E così è nato il ristorante di via Anfiteatro, un luogo dove la prima cosa che colpisce è la simpatia dei due gestori, una sorta di coppia più simpatica se non proprio bella, del mondo che accogli i commensali con un sorriso che conquista. Inutile negarlo e Piero lo sa benissimo, lui che sta al timone dell'imbarcazione guidando tutto lo staff cucina compresa: Lele è una forza della natura, uno che sa vendere ciò che, al momento, è meglio ordinare perché più in grado di soddisfare i palati esigenti degli ospiti che si siedono all'esterno del locale dove anche l'occhio ha voluto la sua parte.
Infatti Piero non ha badato a spese nel realizzare una sorta di oasi nel cuore del centro storico dove i turisti si fermano per scattare una fotografia tanto intima ed accattivante appare l'atmosfera. In cucina c'è uno staff made in Bagni di Lucca, una comunità gastronomica proveniente dalla media Valle che sa il fatto suo e osa volare laddove Piero non impedisce loro di provare a raggiungere. Anche in questo posto il menu non deborda, ma si limita a proporre ciò che arriva nel giorno stesso in cui ci si mette a tavola ed è giusto così: cucina espressa rigorosamente per tutto, pesce in primis che rappresenta un cult: a queste latitudini vige la regola del 4, quattro antipasti, altrettanti primi e ancora lo stesso numero di secondi.
Quello che non manca a casa St. Bartholomeo è l'illuminazione, dentro decisamente più ampia e vivace, fuori molto più racchiusa e intima. C'è anche l'alcova, un angolo dedicato a chi vuole tare in santa pace e anche qualcosa di più.
Se diamo una occhiata alle entrées, inutile negare che il pezzo forte è rappresentato dal tentacolo di calamaro al forno con tortino di patate al limone. Qui non si sbaglia. Per gli abitudinari, il tagliere con affettati e crostini oltre a un assaggio di formaggi, Pane croccante burro e acciughe del Cantabrico a proposito: qualcuno sa senza andare a guardare dove si trova questo benedetto mar Cantabrico dove, pare, vengono pescate tutte le acciughe di questo mondo? E' del resto, ormai risaputo che le acciughe o alici più buone sono quelle pescate nelle acque di questo mare che bagna le coste nord della Spagna e sud-ovest della Francia. Secondo i gourmet del settore, le acciughe di questa zona sono uniche per gusto, dimensioni e polpa: rosse, profumate, saporite. Sul pane tostato con il burro spalmato sono da togliersi la vita...
Sui primi piatti stesso discorso: una spanna più in su di tutti gli altri la meritano i paccheri di mare con crudo di mazzancolle. Il retrogusto che lasciano è strepitoso, più ne mangi e più ne vorresti. Davvero un bel condimento per un tipo di pasta che ha bisogno di essere esaltato per non restare troppo solo. Gli altri primi piatti vanno dalle tagliatelle ai funghi porcini agli gnocchi verdi al basilico con pomodorini e burrata ai maccheroni con ragù bianco di coniglio per coloro a cui piace e noi siamo tra questi, il leporide per eccellenza, tanto dolce e buono, ma anche eccezionale una volta servito in tavola. Ce ne regalarono uno ai tempi della nostra beata preadolescenza e lo lasciammo a saltare su e giù dentro la vasca e per le stanze della nostra casa in quel di Scandicci provincia di Firenze quando ancora il mostro, ci pare, non aveva colpito. Finì che la Dory, all'epoca in forze e fin troppo sensibile, lo regalò dopo qualche mese a un contadino che, siamo certi, usò nei suoi confronti, del coniglio per intenderci, ben altri riguardi con nostra disperazione. Ora la pensiamo, purtroppo o per fortuna, diversamente e questo ragù bianco è una leccornia.
Tra una porta a e l'altra c'è anche il tempo di rammentare un Lele con tanto di parrucca nera intento a cantare, per un pomeriggio scolastico di beneficenza, i brani del suo idolo Renato Zero. Abbozza un attacco, una intonazione e subito dai tavoli giungono rumori di approvazione. Quest'uomo è come una calamita, attira con una facilità incredibile e dimostra una empatia che lo rende praticamente un conquistatore.
Piero è molto, ma molto più tranquillo, almeno in apparenza e almeno in questo luogo dove è il proprietario a tutti gli effetti che ha giocato al tavolo verde e si è alzato solamente dopo aver vinto. Il St. Bartholomeo piace a tutti, ai lucchesi e ai non lucchesi, ai primi perché ci si ritrovano e ci si riconoscono ai secondi perché è la conferma che come noi italiani, in fatto di simpatia e sguardo birichino non abbiamo niente da imparare all'interno dell'Unione Europea e nemmeno all'esterno. Un tavolo con quattro stranieri si esalta e ride solo a sentir parlare Lele con quel suo modo di fare che sembra voglia dire poco e che, al contrario, riesce a dire tutto al punto che si finisce, puntualmente, per fare quello che vuole lui.
Ci sono le seconde portate: niente da dire, il tonno scottato con verdure alla soia basta e avanza a renderci felici. Ci sarebbe, è vero, anche il pescato del giorno, ma non ci interessa. Per chi predilige la carne, rosticciana al forno con fagioli e cipolle e tagliata di manzo con patate e verdure al forno. Sarà per la prossima volta perché che si torni è certo: era oltre un anno che Lele ci salutava e noi altrettanto ogniqualvolta transitavamo in via Anfiteatro. E spesso evitavamo di fermarci per la troppa gente e per non disturbare. Ora che abbiamo rotto il ghiaccio, però, niente da fare e ben poco da dire: ritorneremo perché quei paccheri meritano una seconda chance, da soli, ma almeno in quantità superiore ai 300 grammi. Dieta o non dieta.
Questa sera anche la dieta va a farsi benedire perché sbarcano sul tavolo dentro lo stesso piatto tutti e tre i déssert presenti nel menu: tiramisù della casa, cheesecake della casa ai frutti di bosco e dolce del giorno. Inutile aggiungere che il voto è decisamente superiore alla sufficienza. Ci sarebbero anche i cantucci col vin santo, ma siamo full-up e non c'è più spazio. Si mangia quel che si può, non sempre quel che si vuole e, in particolare, quanto si vuole.
St. Bartholomeo Bistrot Lucca
Via dell'Anfiteatro 11-19
Tel. 0583/546130