Dopo un'estate trascorsa tra Lucca, Versilia e Corsica a mangiare un po' di qui e un po' di là, la chiusura della stagione è arrivata con la decisione di tornare al ristorante di Chiara e Betty, le Thelma e Louise della gastronomia lucchese e non solo e al loro ristorante-enoteca La Torre in quel di Montecarlo.
Avevamo provato a prenotare durante i week-end estivi, ma è stato impossibile trovare un posto perché ogni volta c'era full-up e menomale, dopo due anni di pseudo-pandemia.
Anche questa sera è tutto pieno, ma è comprensibile, servizio efficiente ed efficace, accoglienza magnifica con calore e gentilezza, piatti che, inutile dirlo, sono una eccellenza della cucina nostrana. Sediamo fuori, temperatura fresca, ha piovuto da poco, ma si resiste senza problemi.
Ogni volta che veniamo - venite, verrete - a queste latitudini, ossia al ristorante-enoteca La Torre di Montecarlo, sulla salita che conduce al centro del paese, non potete, non lo fate, non mangiare gli spaghetti alla Beppe, sarebbe non soltanto un'occasione persa, ma una libidine gastronomica mancata e, di questi tempi in cui la libidine, dopo due anni di Covid, può aver subito attacchi indiscriminati, rinunciarvi sarebbe follia.
Certo, le altre volte Elisabetta ci portava 350 grammi di pasta, a volte anche integrale, spaghetti da urlo, condimento altrettanto, ma ci siamo resi conto che il troppo, spesso, stroppia e, quindi, abbiamo ridotto la porzione ai classici 120 grammi circa. E anche la nostra trequarti che, in genere, rinuncia ai carboidrati, qui non può astenersi dall'ordinare il piatto più rinomato che c'è- Difficile, sinceramente, trovare in questa valle di lacrime uno spaghetti di simil bontà.
L'ultima volta che ne abbiamo scritto, degli spaghetti alla Beppe, abbiamo fatto il botto: oltre 22 mila visualizzazioni, ma fino a quando non li assaggiate non potete immaginare. Il pesto rosso invece che solamente verde è unico, il pomodoro pure. Ecco la ricetta per quel poco che noi comprendiamo di cucina:
Attenzione alla ricetta, semplice, ma a nostro avviso difficile da ripetere: si comincia con il preparare un bel sugo al pomodoro, utilizzando pelati di qualità aggiungendoli ad un soffritto di carota, cipolla e sedano, non triturati, ma semplicemente tagliuzzati.
A parte si frullano un po' d'aglio - non troppo - basilico, pochi pinoli e un paio di cubetti di ghiaccio per tenere fresco il tutto.
Si mettono a bollire gli spaghetti che, una volta, erano quelli del Mennucci di Ponte a Moriano che era grande amico di Giampiero Gemignani.
Nel frattempo si prendono due cucchiai di pesto e si uniscono al sugo al pomodoro e, quando la pasta è ancora al dente, la si scola e la si finisce di cuocere nel sugo con il pesto unendo anche il parmigiano e girando più volte. Alla fine si serve in tavola con eventuale nuova aggiunta di parmigiano. Da precisare che si tratta di un piatto dove il parmigiano è elemento fondamentale e, quindi, irrinunciabile.
Il secondo piatto va da un pecorino timbrato con verdure, leggero e gustoso, alla rosticciana che è impagabile. Il vino è il rosato prodotto dall'azienda agricola di Mauro Celli, un must, l'Ison prodotto proprio da queste parti. Betty e Chiara sono non solamente due cuoche eccezionali, ma anche due imprenditrici che sanno il fatto proprio, che donano gentilezza, disponibilità, simpatia e non negano mai un sorriso anche quando sono incasinatissime dal lavoro.
Il menu, come nei posti di qualità, è limitato a un certo numero di piatti, così da dedicare la massima attenzione ad ogni specialità che esce dalla cucina. Provatelo e, poi, scriveteci. Noi, qui, abbiamo trovato un tesoro.