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Scritto da Luciano Luciani
L'evento
05 Dicembre 2023

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Capitano dell’Aeronautica, cattolico civilmente e socialmente impegnato, il 29 settembre 1980 Mario Ciancarella si vede crollare il mondo addosso: arrestato, è tradotto a Roma nel carcere militare di Forte Boccea, dove, una volta tra le sbarre, viene sottoposto, a trattamenti umilianti e degradanti e quindi radiato dall’Arma Azzurra. La sua colpa? Aver tentato con tutte le sue forze di portare la Costituzione all’interno delle Forze Armate, segnatamente nell’Aeronautica militare, inquinate da gravi forme di corruzione, negligenze colpevoli, sciatteria diffusa e pressapochismo tanto impalpabile quanto pericoloso. Mentre le sue rimostranze in proposito formulate a colleghi e superiori in grado vengono sistematicamente minimizzate quando non del tutto trascurate, Ciancarella si trova a dover fare i conti con un clima di illegalità generalizzata che si tende a occultare dietro un malinteso senso dell’onore militare: anche quando questo finisce per causare terribili tragedie, come quella del Monte Serra del 3 marzo 1977, in cui periscono 38 giovani allievi ufficiali dell’Accademia Navale di Livorno, il loro ufficiale accompagnatore e quattro membri dell’equipaggio. Di tale vicenda, puntualmente ricostruita nelle pagine del libro anche nei suoi aspetti più oscuri, Ciancarella disciplinatamente mette al corrente i comandi che gli rispondono seccamente: “Ma lei è pazzo, non perché non dice la verità. Lei è pazzo perché vuole giocare con questa sua piccola verità l’onore dell’Arma!”.

Tra i principali referenti del Movimento dei sottufficiali democratici, il capitano Ciancarella nel gennaio del ’79 viene ricevuto con alcuni suoi colleghi dall’allora presidente della Repubblica Sandro Pertini, che manifesta loro tutta la sua simpatia e comprensione. Intanto si sono fatte più insistenti e serrate le pressioni, le intimidazioni, le minacce nei confronti di un personaggio scomodo e puntuto per niente disponibile all’accomodamento e al compromesso. Poi, un paio di giorni dopo la catastrofe aerea di Ustica (27 VI 1980), la telefonata che deve, con tutta probabilità, cambiare per sempre la vita del capitano e della sua famiglia: “Dalla cornetta del telefono veniva fuori la voce di un uomo in un forte stato di agitazione che si presentò con il nome di Mario Dettori: un maresciallo controllore di volo della base radar di Poggio Ballone (… )‘Siamo stati noi’ furono le parole che risuonarono maggiormente in quella prima agghiacciante dichiarazione. La sua agitazione era enorme, il suo rifiuto a fornire qualsiasi ulteriore riferimento era giustificato da queste terribili parole: ‘Perché qui mi ammazzano, comandante’…” Iniziava così uno dei più inquietanti e angosciosi enigmi italiani: la strage aviatoria, 81 morti, le diversi ipotesi circa un combattimento aereo svoltosi nei cieli del mar Tirreno in cui il velivolo Itavia sarebbe rimasto vittima. Una vicenda oggetto di numerosissime inchieste giornalistiche, di ben quattro film, di reportage televisivi, di procedimenti giudiziari, per una verità definitiva che appare oggi ancora lontana… E tutt’attorno le morti misteriose di testimoni e di quanti avrebbero potuto aggiungere tasselli informativi intorno alla tragica vicenda. Tra le altre, quella di Sandro Marcucci, amico e sodale di Ciancarella nel Movimento democratico dei sottufficiali e, dopo il pensionamento, acuto indagatore, proprio per le sue competenze professionali, insieme a Ciancarella, dei modi e delle responsabilità di quel luttuoso avvenimento. Già, perché fuori dall’Arma Azzurra il nostro capitano non si è dato per vinto e, dalla sua nuova condizione di libraio, ha continuato, imperterrito, a smontare le versioni ufficiale e di comodo di politici e alti comandi. Come, per esempio, clamorosa, la dimostrazione, comprovata dal tribunale di Firenze, che le firme in calce al decreto di radiazione dall’Aeronautica, quelle di Pertini e Spadolini, sono palesemente false. Tutto questo accade nell’autunno del 2016. L’allora ministro della Difesa, Roberta Pinotti, dà mandato agli uffici di procedere al reintegro del capitano Mario Ciancarella… Stiamo ancora aspettando. Sì, perché attraverso una serie incredibile di cavilli giuridici - siamo o non siamo il Paese di Azzeccagarbugli? - Ciancarella non ha ottenuto alcuna soddisfazione né sul piano sostanziale né sul piano della restituzione dell’onore militare. Un trattamento indegno protrattosi per ben 43 anni, durante i quali il nostro capitano ha mantenuto sempre la schiena dritta, non rinunciando mai a lottare per la verità e la giustizia, senza mai fare sconti a nessuno. E ora questo libro-verità forte nei contenuti, incalzante nel susseguirsi dei fatti, che ti prende alla gola e che ben svela di che lagrime grondi e di che sangue il potere politico-militare nel nostro Paese e all’interno del suo sistema di alleanze internazionali.

Ma l’Autore vuole comunque lasciare nei Lettori, che ci auguriamo numerosi, almeno un barlume di speranza per il futuro e così chiude le sue pagine: “Finché, ogni mattino, riuscirò a conservare questa fiducia, che si fonda sulla memoria di ogni momento e di ogni minuta motivazione della storia che ho vissuto, delle persone che ho avuto accanto e della fatica di ciascuno di loro, io ci sarò, con un po’ di melanconia in più, ma con tanta incrollabile speranza e determinazione. Perché ho sempre creduto e ancora voglio credere negli uomini”.

Mario Ciancarella, Si può Si deve. L’ufficiale democratico che ha sfidato l’infedeltà di Stato, prefazione di Giovanni Maria Flick, Edizioni Pigreco, Roma 2023, pp. 307, Euro 18,00

Il libro sarà presentato il 15 dicembre 2023, alle ore 17:30, presso LuccaLibri Libreria Caffè-Letterario, Viale Regina Margherita 137, Lucca. Info: 0583 469627. Presenti e in dialogo con l’autore, Luciano Luciani e l’editore, Guido Farinella.

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